Nisida

Nisida

domenica 31 ottobre 2004

DAMIEN HIRST DIXIT



Quello che piu' mi piace di Napoli è la sua sporcizia.
E' lo specchio della società odierna.



Damien Hirst, artista contemporaneo, è inglese come Jack the Ripper e Hannibal Lecter.
La sua mostra antologica la si puo' ammirare al Museo Archelogico di Napoli, mentre al Museo di Capodimonte c'è Caravaggio (difficile scegliere, eh?).
L'opera piu' significativa di Hirst si chiama "A thousand years", è una grande teca posta al centro del salone, in cui una vera testa di bovino, mozzata, perfettamente conservata, è aggredita da migliaia di mosconi neri, vivi e svolazzanti.
Il resto della mostra fa pensare di avere sbagliato destinazione: pecore, mucche e maiali sezionati in verticale o orizzontale, calati in teche di formaldeide per conservarli. Una cosa a metà tra Anatomia Patologica e il macello comunale.
Sono inoltre esposti "i ferri del mestiere" del nostro: taniche di formaldeide, siringhe, guanti, occhiali protettivi e lame di vario tipo.
A me hanno ricordato "The silence of the lambs".
Chiudiamo la recensione con l'opera piu' recente: Adamo ed Eva finalmente insieme.
Su due carrelli da sala operatoria giacciono due cadaveri ridotti all'osso, ricoperti da lenzuoli da cui occhieggiano alcuni rifiuti organici.
E Bassolino lo ha pure ringraziato per avere scelto Napoli!
Nun me facite parla' .....
Ma se sape, je nun capisco niente di "modern art" (e figuriamoci Bassolino)




 


Ma voi ve la mettereste in salotto quella teca? E guardate il contenuto !


A Thousand Years - Hirst's cow's head





















 


 


 


 


 


 


 


 


 















Nessun commento:

Posta un commento