Nisida

Nisida

mercoledì 15 dicembre 2004

NOSTALGIE D'AUTUNNO



 
Una donna, bella e luminosa, vestita di bianco, correva di stanza in stanza ridendo.
La casa era di quelle antiche, con le stanze una nell'altra, era sicuramente d'estate.
Le tende si gonfiavano alla brezza leggera e lei passava guardando da tutte le parti, come se cercasse qualcuno o qualcosa.
Da altre stanze si udivano voci di ragazze, voci che somigliavano a cinguettii di uccelli.
C'era un'atmosfera un po' rarefatta.. le immagini sembravano luminose, come foto di Hamilton.
La donna allora mi vide e sorridendo mi tese la mano, ma io non la presi e all'improvviso mi svegliai.
Era un sogno e mi resi conto che quello che avevo sognato era il giorno del matrimonio dei miei genitori.
Mi alzai e aprii il balcone e un odore di pioggia e di foglie marcite penetro' nella stanza.
E mi giunse da lontano il suono malinconico e ovattato di una vecchia canzone.
Spalancai i vetri del balcone per sentire meglio, per capire da dove provenisse ed il suono giunse chiaro e chiara si presentò ai miei occhi la tua immagine.
La musica era quella di "Reginella", che tante volte ti sentivo cantare nei momenti felici. La cantavi per me :


Regine', quanno stive cu mmico
nun magnave ca pane e cerase.
Nui campavamo 'e vase! E che vase,
tu cantave e chiagnive pe' me.
E 'o cardillo cantave cu ttico:
"Reginella 'o vo' bene a 'stu 'rre".


Ti ho rivista così com'eri, con la tua sobria eleganza, le scarpe con il tacco all'inglese, la gonna lunghetta ed il tuo bel viso incorniciato dai capelli ondulati e sempre ben pettinati.
Eri bellissima.
Man mano che la musica sfumava, il suono si diluiva nell'aria, fino a scomparire.
Ed insieme al suono, scomparisti anche tu!
Arrivederci Madre.

20 commenti:

  1. Jené, sei napoletana fino al midollo, poi sei una pittrice fantastica che mescola con sapinza rabbia, ironia, allegria, tristezza e tenerezza.

    Se sai cucinare come scrivi...ecco...mi inviteresti a cena?

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  2. Jené, sei napoletana fino al midollo, poi sei una pittrice fantastica che mescola con sapinza rabbia, ironia, allegria, tristezza e tenerezza.

    Se sai cucinare come scrivi...ecco...mi inviteresti a cena?

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  3. Jené, sei napoletana fino al midollo, poi sei una pittrice fantastica che mescola con sapinza rabbia, ironia, allegria, tristezza e tenerezza.

    Se sai cucinare come scrivi...ecco...mi inviteresti a cena?

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  4. Neapolitan pride, kub.
    Teniamo la spina dorsale dritta, noi, come piace a Ciampi. :-)

    Per la cucina me la cavo, ma sono specializzata in pranzi espresso... ampress ampress (veloce veloce).
    :-)

    RispondiElimina
  5. Neapolitan pride, kub.
    Teniamo la spina dorsale dritta, noi, come piace a Ciampi. :-)

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    :-)

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  6. Neapolitan pride, kub.
    Teniamo la spina dorsale dritta, noi, come piace a Ciampi. :-)

    Per la cucina me la cavo, ma sono specializzata in pranzi espresso... ampress ampress (veloce veloce).
    :-)

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  7. Leggendoti, mi sembra di averla vista la tua mamma..
    Hai ragione: è bellissima..

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  8. Leggendoti, mi sembra di averla vista la tua mamma..
    Hai ragione: è bellissima..

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  9. Leggendoti, mi sembra di averla vista la tua mamma..
    Hai ragione: è bellissima..

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  10. si kom...
    sapessi quanto mi manca.
    Specie in questo periodo poi, quando le feste di Natale diventano il ricordo lancinante di chi non c'è piu'.

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  11. si kom...
    sapessi quanto mi manca.
    Specie in questo periodo poi, quando le feste di Natale diventano il ricordo lancinante di chi non c'è piu'.

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  12. si kom...
    sapessi quanto mi manca.
    Specie in questo periodo poi, quando le feste di Natale diventano il ricordo lancinante di chi non c'è piu'.

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  13. per quanto io abbia sempre avuto e abbia tutt'ora un rapporto conflittuale con mia mamma, quest'ultimo anno mi ha messo davanti alla paura di perderla. Ogni mattina devo vederla, sentirla, sapere che anche se molto malata seppur giovane, c'è. Mi ha colpito il tuo post. (Bea)

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  14. Jenè, arpista dell'anima.
    Grazie per avermi condotta in quelle stanze, a rincorrere sogni bambini e veli bianchi.
    Grazie per aver aperto quei vetri, a lasciar entrare odore di pioggia e foglie marcite.
    Grazie per la tua limpida grazia.
    Infinite volte grazie.

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  15. Jenè, arpista dell'anima.
    Grazie per avermi condotta in quelle stanze, a rincorrere sogni bambini e veli bianchi.
    Grazie per aver aperto quei vetri, a lasciar entrare odore di pioggia e foglie marcite.
    Grazie per la tua limpida grazia.
    Infinite volte grazie.

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  16. Jenè, arpista dell'anima.
    Grazie per avermi condotta in quelle stanze, a rincorrere sogni bambini e veli bianchi.
    Grazie per aver aperto quei vetri, a lasciar entrare odore di pioggia e foglie marcite.
    Grazie per la tua limpida grazia.
    Infinite volte grazie.

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  17. Si Bea, lo capisco. Nei lunghi anni della malattia io pregavo che me la lasciassero anche così malata, ma capisco che era egoismo da parte mia. Lei era stanca e non ce la faceva a lottare. Ma anche così, ora, mi temde la mano e mi consola.

    Miele... ho voglia di rileggerti, come prima.

    Ciao SignorEsse, amico del giovedi' ;-)

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  18. Si Bea, lo capisco. Nei lunghi anni della malattia io pregavo che me la lasciassero anche così malata, ma capisco che era egoismo da parte mia. Lei era stanca e non ce la faceva a lottare. Ma anche così, ora, mi temde la mano e mi consola.

    Miele... ho voglia di rileggerti, come prima.

    Ciao SignorEsse, amico del giovedi' ;-)

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  19. Si Bea, lo capisco. Nei lunghi anni della malattia io pregavo che me la lasciassero anche così malata, ma capisco che era egoismo da parte mia. Lei era stanca e non ce la faceva a lottare. Ma anche così, ora, mi temde la mano e mi consola.

    Miele... ho voglia di rileggerti, come prima.

    Ciao SignorEsse, amico del giovedi' ;-)

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