Nisida

Nisida

giovedì 10 marzo 2005

LUNA NUOVA E CANZONE ANTICA


Giorni di luna nuova.
E ho letto il libro di Erri De Luca: Morso di luna nuova.
Mi piace questo autore, ho letto molti libri scritti da lui e quindi ho sborsato volentieri i 12 euro, per un volume di un centinaio di pagine, molte bianche per fare volume, arricchito con la foto di De Luca alpinista e letto nel tempo di 2 viaggi in metrò (viaggi brevi).
Ma questo libro sinceramente mi ha delusa.
Uno stile completamente diverso dal solito.
Non capisco perché ha scelto la narrazione attraverso il dialogo dei personaggi.
A parte che sembra scimmiottare Eduardo, mi ha disturbato notevolmente la traduzione in italiano che inserisce in fondo ad ogni dialogo (disturba la lettura).
Non parliamo poi della macchietta del “cacaglio” balbuziente, che rinvia direttamente a Pietro De Vico buonanima.
Marco de Marco in un suo articolo su Sette parla di un Erri De Luca ammorbidito, meno critico nei confronti degli americani.
E mi fa pensare a mio nonno che diceva che l’uomo si converte quando comincia a sentire odore di camposanto.
Ma nel suo caso mi sembra prematuro, è giovane e non è credibile neanche la folgorazione sulla via di Arcore.
Che sta accadendo ai napoletani ultimamente? Anche De Luca deve pagare il mutuo, come Martone?
Perché dalle mie parti queste operazioni “accattivanti” si chiamano “marchette”.

Qui un’intervista a Erri De Luca di Sabelli Fioretti sul Corriere della Sera.

La canzone Luna nova di Salvatore Di Giacomo, citata nel libro, è cantata da Sergio Bruni.

9 commenti:

  1. Forse tuo nonno, che viveva in un epoca dove la morte era frequente, faceva bene a dire così.
    Oggi direi che l'uomo si converte quando sente l'odore dei soldi.
    Che, diciamocelo pure, in fondo poi sono la stessa cosa.
    Mi piace la canzone, mi ricordano Buenos Aires, Parigi, gli anni '40.
    Ma non c'ero mica.

    Keerch

    Wynck

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  2. Mio nonno era più prosaico e diceva: Quann 'o culo se fa' pesante m'avot 'a via r'e santi.

    Ma non sarei così severo con Erri.

    cià Rien.

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  3. Di Erri de Luca ho letto Montedidio, che mi è parso bello (cosa rimarchevole, dato che della letteratura italiana contemporanea non mi piace praticamente niente) e la sua traduzione del libro di Giona. Mi ha colpito l'idea che abbia imparato l'antico ebraico rimanendo nella più completa solitudine per un tempo lunghissimo, costringendo ad ascoltare solo la propria voce che pronunciava parole dell'originale biblico. Una certa ascesi interiore che mi pare si possa leggere anche nel suo aspetto un po' sciagattato (come si dice a pisa). A me ispira simpatia, mi pare impossibile che uno così si avvicini al Miliardario Innominabile.

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  4. è che ci sono rimasta troppo male.
    Una roba così uno se l'aspetta da Bevilacqua, ma non da lui.
    A novembre l'ho visto alla Galleria Toledo in uno spettacolo bellissimo, Chisciotte, musica, dialoghi e poesie scelte. C'era anche Gianmaria Testa, un cantautore che apprezzo molto.
    Ne ho parlato qui:

    http://www.jeneregretterien.splinder.com/post/3479760

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  5. Ma la possibilità di evolvere non è contemplata? Come dice mia nonna: "aricorditi che qualche cosa ci sta!" (scusa per idiosincrasia, purtroppo hai ragione, ed è stata lei la mia maestra d'italiano)
    L'altro pellegrino colpevole

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  6. OT :

    mi hai conciato proprio bene! e poi "chino 'e devuzione" non me l'avevano mai detto...grazie 1000! :-D

    Ciùk Palaniùk è quasi finito...coming soon : "Regime" di Marco Travaglio ;-)

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  7. l'altro pellegrino,
    proprio perchè ci sia questa possibilità si dialoga, non ti pare?

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