Nisida

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domenica 20 novembre 2005

LA DEVOLUTION DEI PESCI



Nell’ambito culinario i nomi di pesci variano da regione a regione e spesso sorge qualche equivoco nell’interpretazione corretta.
Ad esempio i famosi lupini del naufragio della Provvidenza dei Malavoglia, per noi napoletani sono le arselle, una specie di vongola senza corna di costo inferiore.
Infatti tutti i nostri studenti che affrontano Verga di “malavoglia” quando si parla dei lupini credono che essi siano tornati al mare da cui provenivano.
Sempre riguardo ai frutti di mare, ricordo la faccia schifata di una mia amica milanese quando parlavo di linguine con i datteri. Non avendoli mai visti in vita sua, credeva che fossero i frutti della palma.
Per fortuna ne condividono solo l’aspetto ma nel frattempo sono stati vietati perchè i pescatori abusivi facevano saltare intere scogliere per raccoglierli. I datteri infatti vivono e crescono bucando gli scogli calcarei.
In Liguria poi la gallinella è il pesce capone, da noi chiamato cuoccio, mentre da noi la gallinella è lo stinco di maiale.
Ricordo un campeggio in Sardegna dove ho imparato che il merluzzo al nord si chiama nasello, il cefalo si chiama muggine e la spigola è il branzino. In Francia essa viene chiamata loup de mer e si favoleggia che lungo le coste vada a caccia di topi. Un’altra leggenda metropolitana vuole che le sarde si nutrano di cadaveri per cui a Napoli il costo delle sarde è irrisorio, anche un euro al kilo, perchè la gente non le compera. Io poi mi chiedo dove li trovano questi cadaveri le sarde. Forse dalle parti di Lampedusa puo’ accadere, con tutti gli sbarchi e i CPT.
Ma spesso si fa una grande confusione con i nomi perchè ad esempio il tordo pavone che in Campania chiamiamo marvizzo in Calabria si chiama perchia che invece è un altro pesce.  

Poi c’è il mio pescivendolo che mette nomi random (ad capocchiam) sul bancone di vendita.
Lui chiama indifferentemente ricciole la lampuga e il pesce stella.
Ovviamente ce ne accorgiamo, la differenza è nel prezzo, tutto qua. La ricciola viene venduta al costo del pescespada.
Spesso ribattezza merluzzo la musdea  e il luccio a beneficio di chi non conosce i pesci. Quando gli obietto che sono pesci diversi mi dice: signo’, ma tènene ‘a stessa carne. 

33 commenti:

  1. Che casino.
    La linea di demarcazione tra Sud e Nord è quella della spigola. Quando cominciano a chiamarla branzino sei arrivato nella Gallia Cisalpina.
    E che mi dice della pezzogna?

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  2. capiamoci ... in Padania di pesce non capiscono nulla, non sanno mangiarlo , non sanno cucinarlo e non parlo di ristoranti dove la presenza non padana garantisce una cucina di livello ma parlo della cucina casalinga .....
    Avete mai mangiato un piatto di spaghetti a casa di un Padano?

    E non dirmi che sono razzista sono loro che sono Padani ..

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  3. se mi parli di leghisti ok. puoi pure dirmi che abitano nelle caverne.
    se mi parli di qualcosa di un po' più sensato dei "padani" che abita nel Nord del credo anche tuo Paese, sinceramente mi piacerebbe che tu dicessi nello specifico da chi o in quale ristorante o con quali persone hai riscontrato simili ignoranza, sciatteria e miseria. Davvero curiosa.
    Carolina

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  4. :-) ecco, Roquentin. La pezzogna so che si trova molto in Costiera amalfitana...
    Carolina

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  5. no no, cambiare pescivendolo no, ha il pesce freschissimo, ha solo qualche problema di nomenclatura.
    La pezzogna è la regina dei pesci secondo me. Prima costava una bazzecola poi l'hanno scoperta tutti e buonanotte, ora costa piu' del sarago.

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  6. carolina, mìnonna non ha tanto torto. Quando ero a Milano la sera piu' di qualche brodino non ho rimediato. Li chiamavano potàge per dargli un'aria interessante ma sempre brodini rimanevano. E poi finivano tutti da me a mangiare spagnetti e altro. E poi ricordo un campeggio con dei milanesi in Sardegna, quelli del branzino, che cucinavano solo cose orrende, uccidevano il pesce trasformandolo in purea e la sera solo te' e biscotti. Di un triste che non hai idea. Mica come le tue ariste. :-))

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  7. E' vero al nord buona parte delle persone il cibo non sa nemmeno dove sta di casa... roba che mangio meglio qui in Svezia : )

    Cmq grande lezione Jenè!

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  8. ma che jella! magari pure gli ultimi milanesi "da 4 genevazioni" di quelli che si cena alle 7.30 e si dorme con le galline. Venite da me, la prossima volta. :-)
    Carolina

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  9. gatto, sei fuori pure tu. :-) disabilitate quelli del potage a scambiar parola con i napoletani per favore :-) anzi, 41 bis per il reato di consumato o offerto potage. :-
    al nord dove? la cucina piemontese ti fa schifo forse? ci son ottime specialità regionali in tutto il nord.
    in Svezia si mangia quel che si dice dignitosamente, anche bene (a me poi certi sfizi piacciono, tipo le aringhe fatte in mille modi o con tutte le salsine del piffero, non so ad altri).
    Ma non è certo come trovarsi a tu per tu con una bagna caoda piemontese doc.
    Carolina

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  10. ho vissuto diversi anni a Trento, Bozen e Torino e mi riferisco alle abitidini culinarie giornaliere e non ai piatti delle specifiche gastronomie regionali... che vanno apprezzate (ovvimaente) ... e sulle abitudini giornaliere noddiche (ho usato il termine Padania ironicamente) che casca l'asino ... al nord .. (almeno dove ho vissuto) non c'è il gusto del mangaire bene tutti i giorni ...li si nutrono semplicemente (mi riferisco agli indigeni ) ed il mio non è razzismo ma è frutto di esperienza diretta

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  11. ecco. ma fai degli esempi. pensa tu che io la città dove trovo più difficile mangiar bene... è Bologna. Perché è, non so come dire, una città anche modaiola dove piacciono le cose trendy, mi sembra. Un po' come qui quando si era diffusa la famosa nouvelle cuisine, per cui sbattevano la panna su tutto, come la rucola e come le stramaledette zucchinette, carotine e patatine mignon (forse pure transgeniche, in ogni caso al ristorante non dovrebbero rifilare lo scatolame della Bonduelle). Solo che lì è peggio. Devi andartene quasi solo sui colli per trovare specialità o comunque il godevolissimo cibo emiliano.
    Mentre qui tutto quel che hai da fare è farti una buona mappa di posti dove si mangia bene.
    Su questo il milanese è meglio, almeno non trasforma tutti i locali in americanate.
    Magari in certi casi tende a farsi prendere dall'etnico, ma alla fine la stessa curiosità ce l'ha pure per la buona cucina italiana.
    Fuori dei ristoranti, non so. C'è gente che o per la fretta o per mentalità si nutre di cagate e c'è gente che invece cura l'alimentazione.
    Come da tutte le parti. E considera pure che qui si vive abbastanza di merda. Ci son persone che proprio han poco tempo, partono di casa alle 7 e vi fanno rientro alle 20. Non è un posto a misura d'uomo, e ahime lo sta diventando molto meno (aggiungi pure la pletora di single che vanno avanti a risotti knorr, quando non mangiano fuori per far vita sociale).
    Posso capire che questo metta a disagio pure gli altri, e come ho detto vorrei che almeno negli inviti a cena si curasse il benessere degli ospiti.
    Però ora non mi pare che si valutino le persone solo da questo, che fra l'altro è una delle tipiche cose che suonano facilmente come razziste anche se capisco che in questo caso non lo sono.
    Altrimenti son quasi più bravi gli alien milanesi "da quattvo genevazioni", per cui normalmente quasi tutto meno che il potage "puzza", oppure "è piquanteee", oppure deve "fave diventave" obesi, per forza.
    Carolina

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  12. la nouvelle cousine si, l'ho vista a Milano la prima volta, la panna pure sui gamberetti. In compenso la rucola ha invaso tutto il patrio stivale. La mettevano dappertutto quella foglia moscia, che come si ammoscia presto la rucola niente.
    Carolina, io non credo sia questione di tempo a disposizione. Per fare un piatto di spaghetti ci vuole meno che a fare un potàge, credimi. Penso che ci siano diverse abitudini alimentari, mangiare fuori casa è d'obbligo quasi perchè nessuno ha voglia di spignattare e allora si finisce a pizze. Pero' anche ai miei amici piaceva mangiar bene, ricordo una trattoria pugliese dove ci finivano spesso dopo la piscina o il corso di yoga. Ecco, un'altra cosa che ho notato, tutti facevano mille cose all'uscita dal lavoro.
    Io continuavo con le mie abitudini terrone, per me la pasta è irrinunciabile e poi le pizze milanesi erano davvero schifide, magari oggi sono migliori, non so.

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  13. :-) la nc :-))) era una stronzata allucinante, :-))) e il peggio era che s'impadroniva dei ristoranti dove si lasciavano giù 120 cucuzze a persona. ahime.
    Per fortuna ormai è rara.
    Le pizzerie buone sono ancora difficili da trovare qui.
    Io mi sono elaborata una ricetta per pizza casalinga ai frutti di mare che trovo molto piacevole e di solito me la cavo così.
    In ogni caso si trovano, una volta magari che ho più tempo ci faccio un post.
    E grazie per la storia dei tizi del potàge, stupenda, :-))) credevo fossero ormai introvabili quelle abitudini. :-)))
    Carolina

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  14. non mi riferisco ai ristoranti ...ma al modo di mangiare a casa ...e non mi riferisco ad oggi ...ma anche ad anni fa ... è proprio un problema di abitudini
    manca il gusto di cucinare tutto qui ...

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  15. sì, Mianonna, e certo che esiste questo problema - logorio, diete moderne o abbrutimento che sia - ma fai degli esempi, per favore. Tipo il potàge. Quello è un esempio esemplificativo e suggestivo, a suo modo. :-) Anche perché così posso capire un po' il genere di personaggi. Comunque non è tutto il Nord, ti assicuro.
    Carolina

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  16. ettepareva che non capitava il commento n° 17?
    Per me di esempi ce ne sarebbero a iosa. Si tratta innanzitutto di sfaticataggine, perchè tra l'altro usano pure i piatti di plastica, che sono una vera carognaggine per l'ambiente.
    La coppia del potàge si è distinta pure al mare. La signora aveva al seguito tutta una serie di integratori alimentari da propinare al marito che amava la pesca subacquea. Quando usciva dall'acqua lei subito una compressa di glucosio e via. Il poveraccio spesso veniva da noi chiedendo asilo politico. Eravamo in 10 tutti napoletani e un piatto per lui ci usciva sempre.

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  17. sì ma ho capito che era gente improponibile, e pure lanciato accorati appelli. :-)
    Però non è tutto il Nord, almeno tutta Milano, insisto. :-)
    Questi almeno comunque spero ti abbiano edotta sui lovo paventi austviaci o fvancesi possibilmente avistocratici spero. :-)
    Altrimenti proprio non c'è giustizia nel mondo. :-)))
    C.

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  18. austriaci proprio no, erano di Bolzano, anzi Bozen come dice mìnonna, trapiantati a Milano da tempo. Una volta andammo a Bolzano con loro e ci fecero mangiare i canederli preparati dalla mamma di lei. Sono stata a lungo incerta su cosa fosse peggio tra i canederli materni e i potàge della figlia. Eppure in Alto Adige ci sono tante cose buone, bah!

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  19. evabbé, ma a Napoli non c'è nessuno che s'illude, non so, della modernità dei McDonald's o del veganesimo flagellante?
    C'è gente e gente, secondo me, ovunque. Comunque ho detto che i tuoi esempi sono sublimi. Voglio solo sentire quelli di Mianonnaincarriola. :-)
    Carolina

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  20. ovviamente mica voglio dire che qui si è tutti grandi chef. Gli sfaticati sono egualmente spalmati lungo la penisola, che credi? Forse qui è rimasta ancora un poco di tradizione, di fedeltà ai cibi della casa, alle ricette della nonna e al desiderio di stare bene assieme agli amici ma pure di mangiare qualcosa di buono o di nuovo. Anche qui i pargoli vengono tirati su ad omogeneizzati e vari liofilizzati quando basta un omogeneizzatore per fare in casa cio' che comperi nei barattolini in cui non sai cosa ci sia.
    Ma il discorso si fa sempre piu' largo. Finiremmo con il "signora mia, si stava bene quando si stava peggio".

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  21. :-))) un impegno concreto una promessa solenne: :-))) stanare gli europei che sfràntacano pezzi di scogliera per procurarti i datteri di mare e pagare la loro ristorazione di conseguenza. :-)))
    Carolina

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  22. un paio di esempi reali
    A) Bozen .... oltre il canederlo molliccio e allapposo ( e questa è il piatto forte ) ... la frittata con la marmellata ed il leggerissimo stinco di maiale ...e questo succede quando vogliono fare i grandi ...e se no la minestrina con il riso, la fettina di salame ..il tutto con piatti e bicchieri di plastica...

    B) Turin ...in cinque anni sono stato invitato solo una volta a cena ed era tutta roba di rosticceria... e non erano morti di fame

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  23. vedi, concorda con le mie considerazioni.
    Certo a lungo andare non so il fegato che fine fa, pero'.

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  24. beh, ma son tre casi in tutto. pure a me una volta a Trieste è capitato un invito a cena a base di zuppina di finocchio cotto orrendo, quasi non condito, e con ospiti che ritenevano di aver fatto qualcosa contro la globalizzazione. ma che c'entra? Perché al Sud (Amalfi) invece una volta mi è capitato di trovarmi a ventimila lire due tramezzini giurassici orripilanti nel gusto, nella fattura e nell'olfatto, con tanto di dipendenti del gestore del bar che mi davano ragione quando non volevo pagare quella cifra e alla "minaccia" del tizio di chiamare i vigili avevo risposto di chiamare pure i Nas. Ma ancora una volta, con questo???
    Io m'immedesimo in Jené che fa la moderatrice oltre che la titolare del blog, ma se altri devono trovare una ragione di incazzarsi con il Nord, gliene potrei suggerire io di 300 mila migliori di questi episodi.
    Carolina

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  25. ok ho esagerato. non si capiva se pubblicava o meno. comunque secondo me per quanto grata di aver saputo sono ugualmente commenti un po' troppo generalizzanti e irosi.
    C.

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  26. allora capiamoci ....non ho inteso offendere nessuno...

    ho riferito miei esperienze di vita ...e non sono solo uniche ..poi un po di ironia ...comunque lungi da me l'idea di razzismo anti noddico ...basta ed avanza il razzismo dei padani

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  27. boh. hai dato dei "padani" un po' a tutti, il tuo primo intervento era sui "padani", e l'ironia avresti potuto averla pure tu quando Jené ha collegato i nomi dei pesci alla devolution, ma penso proprio ironicamente. Comunque da me ci son cospicue generalizzazioni reciproche - che se non lo fossero state non mi sarei sognata, per intenderci - e poi per il resto c'è il fatto che mi dispiace anche solo l'idea che si arrivi a battibeccare su cose simili.
    Carolina

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  28. lo spirito del post non era affatto questo e credo che in molti lo abbiano colto in modo giusto. L'ironia ci salva la vita, Carolina.
    Del resto se voglio dire pane al pane non me ne manca il modo. Qualcuno qui mi ha detto che sono efficace quando vado fuori le righe.

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  29. ms infatti, Jené, ho scritto spero chiaramente che nel tuo post c'era l'ironia. Ho mantenuto la calma e anche fatto digressioni quando ciò mi sembrasse servire alla pacatezza e all'ironia di tutto il discorso. Dopodiché non ho visto lo stesso impegno da parte di Mianonnaincarriola, che cosa ti devo dire? Io peraltro a Bolzano ho sempre mangiato super decorosamente, se vogliamo dirla tutta.
    Carolina

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  30. Cara Carolina non è per ritornare sull'argomento ma se hai l'amabilità di rileggere tutti i miei interventi....
    noterai che non v'è acrimonia alcuna ma se vuoi pensare il contrario non può che dispiacermi...
    vedi tutto parte dal mia notazione sulla competenza ittica dei padani... e converrai che il tono non era affatto polemico ma tant'è ...

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  31. suggerisco un cambio di argomento. I "padani" non esistono e ho già i miei cazzi a spiegarlo alla gente di qui. Pensavo che almeno non avessero molto convinto alla distanza, ma evidentemente mi sbagliavo. Però poco importa, non è un caso che la gente i suoi sgherri li mandi al governo proprio perché le loro pirlate impattino su tutti i suoi simili. *Grin*.
    Non ce l'ho con te. probabilmente è un fatto contestuale, come dire che il fetido ambiente :-) dove mi trovo - che è fetido proprio, siamo a 112 giorni consecutivi di tentata strage a base di polveri sottili - mi porta a leggere quelle parole in modo molto critico :-)
    Carolina

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