Nisida

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sabato 14 gennaio 2006

LA DONNA DEL MARE


Stasera a teatro ho visto La donna del mare di Henrik Ibsen con Elisabetta Pozzi (bravissima), messa in scena dal Teatro Stabile di Torino.
Il lavoro presentato al Mercadante fa parte del ciclo di manifestazioni dedicate all'autore norvegese nel centenario della morte.
Avevo letto il libro molti anni fa ed ho quindi apprezzato lo spettacolo che ne ha rispettato le atmosfere nordiche.
Ho trovato anche molte analogie con un altro lavoro visto qualche anno fa, Le variazioni enigmatiche di Schmitt con Glauco Mauri.
Si parla spesso di giornate estive, di sole ma anche di lunghe notti invernali, del sole di mezzanotte, dei fiordi e degli stretti chiusi. E la vita dei personaggi è paragonata alle carpe dello stagno della loro casa. Nelle opere di Ibsen è frequente questa ansia di libertà, del volersi liberare delle catene per andare verso il mare aperto.
Pensavo ai post che scrive gattosolitario dalla Svezia e a quello che dice Ellida, la protagonista.
La gente è allegra durante le giornate estive ma dentro ha la malinconia per il buio e le giornate tristi che sa che torneranno sempre.
Alla fine del primo atto ci hanno letto il solito comunicato contro i tagli al FUS.


Discesa e risalita in taxi, stasera faceva troppo freddo ed ero anche piuttosto stanca.
Ovviamente grande chiacchierata col tassista, giovane e preoccupato.
Ieri sera hanno fatto una manifestazione nei pressi della Questura perchè ci sono state diverse rapine ai tassisti in questi giorni. Il loro è un lavoro a rischio e adesso è diventato pericoloso non solo di notte ma anche nel pomeriggio.
Al ritorno abbiamo beccato il primo camion della 'mmonnezza alla Salute e abbiamo partecipato allo svuotamento di tutti i cassonetti di Via Imbriani.
Per fortuna e dopo solo una buona mezz'ora a piazza De Leva si è spostato e siamo passati, per incocciare subito dopo la scopa lavastrade su via Giacinto Gigante.
Poi un altro compattatore che il nostro autista ha superato con manovra da formula uno nei pressi di Piazza Arenella.
L'ultimo lo abbiamo salutato a Via Altamura e dulcis in fundo, mentre scrivo, ce n'è un'altro sotto casa che sta facendo un casino della madonna.
Stasera di tutto di piu', peggio che la RAI.
Dalla Norvegia di Ibsen al compattatore di C'era una volta in America.
Mancava solo il dolce sorriso di "Noodles" Bob De Niro. 

5 commenti:

  1. Raccolgono, raccolgono, raccolgono, ma 'a munnezza sta sempre llà.

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  2. Grazie x avermi pensato : ) Mi dicono che qui che la Norvegia poi è molto peggio di qui come tempo.... almeno qui c'è quasi sempre il sole, lì invece d'inverno si beccano pure la pioggia ed il cielo grigio dell'atlantico... vivono molto più isolati, sono più chiusi. La Svezia è tutta una pianura... cmq è vero, questi popoli hanno spesso la malinconia negli occhi... prendi ad esempio Bergman (che è cresciuto a 5 minuti da casa mia!)

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  3. il camion della monnezza come simbolo di morte e di rinascita

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  4. olà, è da un po che non ti faccio visita.
    Ora mi leggo gli ultimi post,
    saludos

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  5. ma pensa tu... io proprio oggi parlavo di De Niro... a presto
    grazie della visita
    Carolina

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