Nisida

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martedì 14 marzo 2006

ALTRO BUCO NELLA SANITA’ CAMPANA

Il Gip del Tribunale di Napoli ha emesso 39 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 13 medici, 21 farmacisti, 4 informatori scientifici e il titolare di un deposito farmaceutico. I reati contestati sono truffa ai danni del Servizio Sanitario Nazionale e falso.
Le indagini svolte dai carabinieri del NAS di Napoli hanno accertato che la truffa è stata realizzata utilizzando ricettari in dotazione ai medici conniventi che prescrivevano a ignari assistiti e pure a persone decedute da qualche mese specialità medicinali ad alto costo che venivano richieste in pagamento alle Asl da parte di farmacie compiacenti.
Il valore della truffa è stato stimato in circa 4 milioni di euro.

Di queste farmatruffe se ne sono viste molte in passato e chissà quante invece non sono state mai scoperte. Questa ad esempio andava avanti dal 2004.
Adesso non so come funzionano i controlli, ma una volta le ASL liquidavano le farmacie sulla base della loro richiesta, a fiducia. Il totale era rappresentato dalla strisciata della somma delle ricette consegnate al S.S.N. e i controlli venivano effettuati a campione dagli addetti del Servizio Farmaceutico.
Parecchi farmacisti furono denunciati, molte farmacie furono anche chiuse, ma poi tutto finiva e si ricominciava daccapo. Addirittura le ricette fustellate venivano rubate dai depositi del Servizio Farmaceutico e ripassate nuovamente in pagamento.
Allora le truffe vertevano principalmente sull’assistenza integrativa e in particolare per le bombole di ossigeno liquido a domicilio e l'interferone (Serono), una manna miliardaria per le farmacie, allora.
Non c'era malato anziano che non avesse la sua brava bombola accanto al letto e che traffico di camioncini per la consegna!
In un’epoca in cui si parla di informatizzazione della pubblica amministrazione (un vanto di questo Governo, a quanto dicono) sarebbe facile incrociare i dati a disposizione con richieste e prescrizioni. Infatti ogni medico di base possiede un computer su cui sono installati programmi consegnati dalle ASL che controllano le prescrizioni, persino se spetta o meno l’esenzione.
Gli stessi medici di base sono informati del decesso dei loro assistiti e sono tenuti a comunicarli alle ASL. Anche le patologie croniche di cui soffrono i pazienti sono inserite nel computer e registrate sul libretto sanitario, quindi sarebbe semplice accertare eventuali abusi, visto che per i farmaci particolarmente costosi i medici devono compilare anche una specie di verbale.
Un tempo l’INAM aveva uno stuolo di ispettori che, senza neanche immaginare che un giorno ci sarebbero stati i computer, tenevano sotto controllo persino gli ospedali e facevano anche visite a casa degli assistiti per accertarsi delle prescrizioni fatte dai medici.
E funzionava. Finchè non è finito tutto nel megapateracchio delle USL.

4 commenti:

  1. La Pubblica Amministrazione mi accontenterei che, se proprio non può essere informatizzata, almeno venisse............informata.

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  2. Berlusca parla (a schiovere) di digitalizzazione ma per evitare abusi non ci vuole molto... basta volerlo fare ...potrei raccontare una piccola favoletta ...
    Qualche anno fa per ridurre le malattia di breve durata specie di sabato e di domenica per i turnisti (autisti anm , infermieri) che andavano sul velluto sicuri che non c'era visita fiscale .... io ero il dirigente di una struttura che doveva controllare ... COMINCIAIA a far fare le visite fiscali (nella fascia oraria prevista ) anche di sabato e di domenica ... se uno non viene trovato a casa so cavoli...
    ebbene in quell'anno il tasso di assenteismo calò del 12% ...quindi non è tanto questione di computer ma di volontà ...

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  3. infatti non a caso parlavo dell'Inam senza pc, raffaele.

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  4. Infatti è sempre una questione di volontà...

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