L'ILIADE E L'INPS
Ieri pomeriggio, parlando con un amico, dicevo che io non sarò mai una nonna che racconta la sua vita passata.
E forse è anche una difesa la mia, il dubbio che i miei racconti possano non interessare nessuno, tantomeno eventuali nipoti.
Ma forse è cambiato il modo di parlare, le immagini nella nostra società hanno preso il sopravvento e le parole non affascinano piu’.
Eppure pensavo a quando ero bambina, nei lunghi inverni, seduta accanto al fuoco vicino al nonno e lui che raccontava qualche storia.
Era bravo il nonno ad inventare storie, molte le ricordo ancora adesso e soprattutto era bravo a raccontare i classici.
Ero felice quando mi raccontava episodi dell’Iliade ma mi piaceva di piu’ l’Odissea, con Ulisse che andava naufragando ovunque, inseguito dalla maledizione di Poseidone.
Ricordo la prima volta che andai ad Acireale. Guardavo gli scogli e pensavo a Polifemo che li scagliava dall’Etna, dove i Ciclopi erano gli aiutanti nell’officina di Efesto e quel viaggio in Sicilia dove tanti luoghi mi ricordavano Odisseo.
Già allora il nonno non c’era più, ma era presente lo stesso, con la sua voce lenta e musicale, quando iniziava a leggere i versi: Cantami o diva del Pelide Achille....
E ci pensavo anche quando il mio professore di greco al liceo leggeva i versi dell’Odissea in greco con la metrica.
Era musica, pura bellezza e ne rimanevo incantata.
E poi il nonno parlava del duello di Ettore e Achille, di quel fesso di Paride che per una mela aveva fatto succedere tutto quel casino, diceva che le dee in fondo sempre femmine sono e si comportavano da perchipètole e poi aggiungeva piccoli particolari di attualità, tipo quello che Andromaca piangeva sempre, perchè la pensione di guerra era poca e non ce la faceva a comprare il latte ad Astianatte.
Io allora non capivo cosa volesse dire, ma poi dopo quante risate mi sono fatta a pensare a quella birba di nonno e ancora adesso ripensandoci son qui che sorrido.
E’ bello sapere che le persone che amiamo non ci lasciano mai.
la conclusione del post mi dice molte cose che mi appartengono, il fiume dei ricordi mi riporta indietro nel tempo...
RispondiEliminale memorie....vanno MEMORIZZATE
RispondiEliminaInfatti è proprio così!
RispondiEliminasento la mancanza dei nonni...
RispondiEliminaasietta
sei grande.......
RispondiElimina:-))))
bravissima. la mia nonna ci raccontava l'Odissea. Le piacevano molto la finta pazzia di Ulisse e l'Odisseo dantesco.
RispondiEliminaCarolina
bravissima. la mia nonna ci raccontava l'Odissea. Le piacevano molto la finta pazzia di Ulisse e l'Odisseo dantesco.
RispondiEliminaCarolina
Vorrei anch'io aver avuto una nonna che sapesse raccontare belle storie, sull'immaginario fantastico dei bambini ci sono tutte le basi per il futuro...
RispondiEliminaCiao ciao
OT Sì. Sei stata gentile e ti ringrazio comunque. Sono le famose "volte" (all'incirca sempre, secondo me) in cui .. più parole e meno fatti. :-)
RispondiEliminaCarolina
ruckert, basta poco, un profumo, una frase a riportarci indietro nel tempo, a ricordarci persone svanite e a riportarcele indietro.
RispondiEliminaO ricordare un amico che non c'è piu' guardando gli occhi di sua figlia.
è vero, asietta
RispondiEliminamancano tanto anche a me.
flog, hai ragione. Io mi sento fortunata per avere avuto questo.
Bel post.
RispondiEliminaNon solo non ci lasciano mai, ma man mano che avanziamo negli anni le sentiamo più vicine.
Non so se si tratta della consapevolezza dell'imminenza della riunione alle persone che ci furono care oppure della maturità che ci permette di dare più valore a ciò che furono, ma a me capita di avvertire questa mancanza ben più ora di quando ero ragazzo (qualche anno fa, purtroppo).
contevico, forse perchè quando si è giovani si è troppo intenti a vivere la propria vita. Poi col tempo ci si riavvicina, come quei flgli che contestano i genitori e poi dopo, quando hanno famiglia trovano nuovi punti di contatto. Sicuramente è la maturità e non l'odore di terreno, come chiamava mio nonno la dipartita.
RispondiEliminaCerte volte ripenso se i nostri nonni avessero potuto comunicare come noi: forse avremmo letto il loro blog ed avremmo tratto qualche insegnamento in più.
RispondiEliminaQuando saremo vecchi noi, forse i nostri figli saranno più fortunati perchè avranno sempre una traccia di noi da leggere ogni volta che lo vorranno.
Vabbè... forse sono troppo sognatore! ...sono felice di aver letto questo tuo magnifico post... e la mia categoria "Io Papà" l'ho creata apposta per lasciare un ricordo diverso a mio figlio e nipoti quando non ci sarò più e chissà quante volte penseanno: "ne hai fatte di stupidate". :-)
appunti dalla memoria come pennellate sfumate ogni volta / poche peraltro / che passo per la via del corso di quel vecchio paese dove al primo piano / nonna si affacciava e con i capelli argento di un tempo / sussurrava vieni su /
RispondiEliminaNon parole ma spesso gesti, attenzioni, sorrisi
sono gocce di memoria .....
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