Nisida

Nisida

lunedì 8 maggio 2006

SEPOLTA DA UNA RUSPA

Fare un viaggio come lo abbiamo fatto noi è davvero terribile.
Un viaggio per andare a vedere qualcuno che non ti puo’ piu’ vedere e nello stesso tempo guardare il cielo blu e il sole che splende e le ginestre esplose ovunque di un giallo da impazzire.
E pensare alle volte che si è fatto lo stesso percorso per stare assieme qualche giorno, gironzolare per la città facendo le code ai musei o mangiando un gelato a piazza della Signoria.
La città era bellissima, ma non me ne sono accorta.
Arriviamo alla sala del Commiato della Misericordia e la troviamo avvolta in un vestito grigio coperta da un velo e tanti fiori che emanavano un profumo dolciastro.
Un’ultima carezza sul viso e il freddo sale lungo il braccio.
E solo ora capisco che lei non c’è piu’, non mi parlerà piu’, con la sua parlata a metà tra il napoletano e il toscano. Il suo dire giu’ per dire su e le sue fiorentine cotte nel camino e la cioccolata per i bambini, che per lei erano sempre tutti bambini, le sue figliole e il mio.
E meno male che c’era il mio figliolone che mi stringeva tra le braccia facendomi sentire meno freddo nel cuore.
Vedere morire una sorella è diverso che veder morire un genitore. E’ come se si vivesse un po’ la propria morte, è come guardarsi dal di fuori. E lei era piu’ giovane di me e stava bene, molto meglio di me. La morte colpisce così, a caso, un colpo al cuore e via.
E dopo, al cimitero, la bara trasportata con un carrellino, in una fossa scavata con la ruspa, con la stessa ruspa che gettava palate di terreno su di lei, con la benna che comprimeva il terreno ed io che pregavo che non le facessero troppo male con tutti quei colpi.
Noi “napoletani” assistevamo allibiti e abbiamo anche chiesto spiegazioni. Da noi i morti si trasportano ancora a spalla e si sotterrano con la pala. Ci hanno risposto che è per mancanza di personale.
E noi pensavamo che se lo avessero fatto a Napoli li avrebbero linciati stesso dentro al cimitero, rigorosamente a mano.
Perchè si muore? Perchè si è nati, rispondeva Tiziano Terzani.

25 commenti:

  1. Piano piano il tempo fa in modo che il dolore svanisca, resta la nostalgìa di quello che si è vissuto...e qualcuno dice che la nostalgia nasconde infine il dolore e lascia solo la dolcezza del ricordo, te lo auguro..
    Un bacio..

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  2. Terribile. Torno al lavoro dopo due giornate alla Fiera del Libro, stanco ma contento, dò uno sguardo ai miei blog preferiti, e leggo questo. Non basta vedere seppellire una sorella: devi vederla sepolta con la ruspa, come fosse un cimitero di guerra in Africa...

    Anche questo è "riduzione della spesa pubblica". Pensiamoci prima di votare a vanvera.

    Ho visto morire i miei genitori, e in qualche modo ho razionalizzato, ma il pensiero di una scomparsa di mia sorella, che ha otto anni meno di me, è qualcosa che non potrei né immaginare né accettare.

    So che le parole servono a poco, ma se possono aiutare a sentirsi un po' meno soli e sperduti in un mondo che di colpo appare cupo e indifferente... Un abbraccio da Paolo.

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  3. immaginati un abbraccio, così, semplicemente in silenzio da parte mia.

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  4. servono le parole, Paolo, servono sempre.
    Grazie a tutti.

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  5. Quando mia madre è morta aveva 33 anni e io non lo ricordo.
    Poi se ne sono andati mio padre, la seconda moglie di mio padre e mio fratello. Tutti salutati per l'ultima volta con procedure "industriali", anche senza ruspa, e con l'aggiunta della tradizione barbara, in uso da noi, della riesumazione.
    Ora le uniche persone a me care sono molto più giovani di me e io spero vivamente di andarmene prima di loro.
    Ti capisco, altrimenti sarebbe terribile.

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  6. la morte di una persona cara non si metabolizza e non servono le parole per aiutarti
    ...la ruspa è barbarica

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  7. la morte è meglio della sofferenza un bacio F

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  8. Un abbraccio fortissimo Jene, che per arrivare da qui su ci mette un pochino più di tempo... per quel che può contare sei nei miei pensieri.

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  9. che strano destino,Jenè!addire che io a Firenze ho vissuto per circa 16 anni..io non ho paura di morire...temo di più il dolore che la morte di qualcuno ci dà.

    asietta

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  10. franci, la morte è sofferenza. Si soffre quando si muore e si soffre quando si resta.

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  11. marassi, anche io ne ho visti tanti andarsene. Genitori e amici.
    Ma questa morte mi ha spiazzata e neanche capisco, cewrco di darmi spiegazioni ma non mi riesce.
    E di solito la "ritualità" che circonda la morte, il commercio del caro estinto è sicuramente crudele e spoetizzante. Ma io quello che ho visto sabato lo ricorderò sempre. E' barbaro, mianonna, esattamente come hai detto tu.

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  12. Ti sono molto vicina. Capisco e condivido la tua osservazione sulla differenza tra la morte di un genitore e quella di un fratello, perchè anche io ho vissuto la morte di un fratello. Aveva solo 49 anni, sei anni fa, e se n'è andato in sei mesi. I suoi figli sono cresciuti in fretta, e devo dire, sono due perle, bravi e buoni. Terzani ha ragione, per questa volte, si muore perchè si nasce. Ma non leggerlo troppo, non fa molto bene all'anima. Un bacio.

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  13. Apri un'altra area di discussione e che le ruspe fondano i motori!

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  14. A Firenze, al Cimitero della Misericordia a Rifredi, ho visto anch'io seppellire così la nonna di mia moglie.
    Condivido la tua impressione.
    Come può la terra essere lieve?

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  15. Non sempre. Vedere una persona a cui tieni molto soffrire le pene dell'inferno, che ti chiede con gli occhi di morire e non poterlo aiutare è peggio che vedere che ha trovato pace ed è tornato alla polvere dalla quale tutti veniamo..... io per me preferirei questo!

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  16. Mi spaventa più la morte dei miei cari che la mia. Si è sempre impreparati, in ogni caso.
    Con affetto.

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  17. franci, io non lo so. Sai che piu' vado avanti negli anni e meno certezze ho? Sono sempre piena di dubbi. E' così difficile dire cosa è meglio o cosa è peggio.

    E' così, meriggio. Io non vorrei esserci piu' se dovesse accadere qualcosa del genere. Ma credo sia un sentire universale, questo.

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  18. Su quanto hai appena scritto, e cioè, che più si va avanti e meno certezze si hanno, dovremmo scrivere un post. Sai che mi fa rabbia pensare di aver avuto solo una breve stagione con punti fermi? Anch'io, più passa il tempo e più sento insicurezza, e anche paura. Per quanto cerchi di controllarle. Il punto è che riaffiorano, non sono mai scomparse.

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  19. Su quanto hai appena scritto, e cioè, che più si va avanti e meno certezze si hanno, dovremmo scrivere un post. Sai che mi fa rabbia pensare di aver avuto solo una breve stagione con punti fermi? Anch'io, più passa il tempo e più sento insicurezza, e anche paura. Per quanto cerchi di controllarle. Il punto è che riaffiorano, non sono mai scomparse.

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  20. meriggio, io credo che siano i figli che ci tolgono certezze. Ti chiedi continuamente se quello che fai è giusto o sbagliato, ti interroghi su tutto, cerchi di fare ogni cosa al meglio ed allo stesso tempo ti senti inadeguata. Anche io ho avuto una breve stagione in cui non mi ponevo domande ed è stato prima della nascita di mio figlio. Poi da allora dubbi sempre in crescita.

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  21. Da fiorentina mi vergogno per l'inutile crudeltà a cui hai assistito. A volte basterebbe un po' di sensibilità, anche con poco personale....
    Pensa comunque che lei non è certo schiacciata da quella terra, ma vola libera e leggera nei vostri pensieri, nei sogni e nei ricordi di chi le vuole bene. Io immagino così tutti i miei cari che non ci sono più.

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  22. scusa Jené non avevo letto. ti sono vicina.
    Carolina

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  23. grazie tetto, io a volte li penso come quei cherubini con le alucce ai lati della testa, affacciati alle nuvole, che mi guardano dicendo le stesse cose che mi dicevano quando erano qui con me. E non sempre cose lusinghiere, eh?

    grazie anche a te, carolina.

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