Nisida

Nisida

venerdì 30 giugno 2006

I-POD E UTONTA


Volevo un lettore MP3 nuovo, il Creative si è schiattato e allora ho pensato di prendere un I-Pod Shuffle, che in negozio era in offerta.
In effetti l’offerta era solo per degli accessori in regalo, un portabatterie esterno e il dock da mettere sulla scrivania.
Andata a casa ho installato I-Tunes (l’IPod non puo’ far niente senza I-Tunes) e qui sono cominciati i guai.
Questo coso, appena attaccato alla presa USB si carica da solo di tutte le musicacce che ho in giro sugli Hard Disk, in ordine random e come gli gira. Se non le voglio sentire e voglio mettere altra roba mi tocca cancellare e ricominciare.
In pratica un sistema manuale per evitare il pieno automatico non c’è o almeno non l’ho trovato. E pensare che ho pure letto il manuale, cosa assolutamente contraria ai miei principi.
La cosa simpatica è che I-Tunes trasforma i CD in MP3 e li carica, ma sempre e soltanto dopo aver caricato un po’ di robaccia che ha rastrellato in giro.
E ancora non è finita. Se lo collego all’altro computer di casa mi cancella automaticamente quello che avevo messo prima e mi carica di nuovo la robaccia presente su quest’altro computer.
Avevo persino pensato che l’I-Pod sia stato fatto apposta per gli utonti, i dummies, che senza sapere neanche come funziona, attaccano lo Shuffle come una pompa sotto al rubinetto.
Giuro che non so che pensare, forse l'utonta sono io. Se qualcuno ha lo Shuffle e non è utonto, mi spiega come si fa eventualmente a disabilitare il pieno automatico?

giovedì 29 giugno 2006

VESCICA DI FERRO


Il senatore Lucio Malan, espulso dall'aula dal presidente Marini (gli aveva tirato il regolamento), si è rifiutato di uscire e si è asserragliato nella sala, difeso da corpulenti forzitalioti, restandoci per ben 8 (otto) ore.

Ma chi glielo ha passato il pappagallo sottobanco?


Resta ancora imbattuto il record dell'onorevole Giorgio Almirante, segretario missino, che nella battaglia parlamentare sull’istituzione delle Regioni si guadagnò l’appellativo di «vescica di ferro» perché parlò per 13 ore senza lasciare il suo scranno. Altri tempi, altre vesciche.
L'onorevole Giancarlo Pajetta, con grande senso dell'ironia gli disse: "quando hai finito spegni la luce".
Eh Marassi, e poi dici i comunisti.

LA DISMISSIONE




Domani 30 giugno ci sarà una grande festa all’Ilva, ex Italsider, ora Bagnolifutura.
E domani sarà l’ultimo giorno di lavoro per gli 11 caschi gialli rimasti a smontare pezzo dopo pezzo quel che restava del siderurgico. Andranno in pensione tutti dal 1° luglio.
Con loro si chiude un bel pezzo di storia del movimento operaio napoletano, anni di lotte per ottenere una qualità di vita e una sicurezza sul lavoro. E’ doveroso ricordare il numero di vite umane pagate dalle maestranze per gli infortuni sul lavoro e non c’era giorno che non sentissimo il fischio delle ambulanze dell’Italsider che correvano verso l’Ospedale Cardarelli.
Ma la storia dell’Ilva si è già chiusa prima, quando si è deciso di dismetterla appena un anno dopo aver fatto importanti investimenti e rinnovamenti di impianti. Una beffa per chi ci lavorava e ci aveva creduto.
Per chi volesse farsi un’idea di quegli anni c’è il libro di Ermanno Rea, La dismissione, dove un operaio fa da memoria storica all’autore e racconta tutti gli avvenimenti e i coinvolgimenti delle persone che hanno vissuto quello strappo.
Un affettuoso saluto ai compagni che lasciano Bagnoli a testa alta.

mercoledì 28 giugno 2006

IL POTERE LOGORA CHI NON CE L’HA

Bagarre al Senato durante il voto di fiducia per il decreto “milleproroghe” e sullo “spacchettamento” dei ministeri.
Il capogruppo dei senatori Renato Schifani ha gridato al golpe e ha chiesto l’intervento del Capo dello Stato (che cortesemente li ha mandati ..... in Svizzera).
Il senatore Lucio Malan (meglio conosciuto per le sue doti di “pianista”) ha tirato al Presidente  Franco Marini il libro del regolamento del Senato e Marini lo ha espulso.
Malan si è così giustificato per non averlo colpito: gli ho fatto er cucchiaio.
Subito dopo Schifani si è sentito male e lo hanno portato in infermeria e poi in clinica.
E poveraccio, è comprensibile. Tutte ‘ste mazzate una appresso all’altra fanno male.
Senatore, un consiglio: pensi alla salute, puo’ mica andare avanti così per cinque anni, vero?

martedì 27 giugno 2006

E LA PROSSIMA GLIE FAMO IL CUCCHIAIO



Sempre efficace il nostro caro Marassi, eh?

lunedì 26 giugno 2006

Così si esprime un europarlamentare italiano


L'eurodeputato è Francesco Speroni, uno dei colonnelli del Carroccio:
«Gli italiani fanno schifo e l'Italia fa schifo perchè non vuole essere moderna. Hanno vinto quelli che vogliono vivere alle spalle degli altri».
E Umberto Bossi non è da meno:
«Certo fa un po' tristezza vedere questo Nord... anche se a maggioranza ha votato sì la parte avanzata del Paese, mentre ha votato no la parte che crede nell'assistenzialismo. Ma si va avanti comunque. Anche scozzesi, gallesi e catalani hanno tentato più volte. Tenteremo ancora, forse la gente ha bisogno di maturare».
Chist’ c’a pigliàte pe’ cachìssi

Entrambi i gentiluomini dimenticano che non si votava solo per la devolution (che per loro era assimilata a un assopigliatutto) ma principalmente per il premierato, che è piaciuto anche meno della secessione.
Inoltre fa piacere sapere che tra gli assistiti lorsignori collocano anche la città di Milano, che ha votato NO in controtendenza con tutto il resto della Lombardia.
Che dire. Meno male che ci siamo liberati di questa gente.

BOSSI, IL TUO NIDO E’ TRA I MONTI

Tutto come ci aspettavamo che fosse.
Lombardia (tranne Milano e Mantova) e Veneto (tranne Rovigo e Venezia), roccaforti di F.I. hanno votato SI.
La grassa provincia ha scelto la devolution e il premierato. Ora ci aspettiamo conseguenzialmente un exodus, Bossi in testa,  verso i Cantoni svizzeri.
Fila e fila di migranti verso le valli elvetiche, tra mucche pezzate Milka e caprette che fanno ciao.
Una sorta di contrappasso per la molle provincia nordica che rinvia ai nostri migranti del sud che salivano al nord col treno del Sole, con le valigie di cartone.
E non sanno gli ignari provinciali che loro sono e restano pur sempre il sud della ricca Svizzera:


 i terroni.

BELLE CHIAPPE

E’ proprio vero che basta aprire il giornale per leggervi roba dell’altro mondo,

La Venere Callipigia, che vuol dire “dai bei glutei” è una statua romana, copia di una ellenica, fa parte della collezione Farnese e si trova al Museo Nazionale di Napoli.
Tra qualche giorno una giornalista americana, Jessica Siegel, verrà a Napoli, e avendo chiesto il permesso, procederà alle misurazioni della statua.
Praticamente, il 3 luglio, la competente studiosa, provvederà a misurare il culo della Venere, che è raffigurata nell’intento di ammirare le sue forme specchiate in un laghetto.
Al Museo stanno già shignazzando. Mi piacerebbe un casino andarci e fotografare la studiosa mentre misura il panaro della Venere.

domenica 25 giugno 2006

DATEMI UNA KATANA

Ieri sera di nuovo all’Arena flegrea.
C’era Ryuichi Sakamoto, di cui conoscevo il disco Casa, inciso assieme ai Morelenbaum.
Ecco, se lo conoscete, proprio tutta un’altra cosa.



Musica elettronica, diciamo così, ma vari pezzi per pianoforte erano eseguiti direttamente sulle corde, dentro il pianoforte insomma. Alva Noto, dietro una console e guidato da due computer I-Book della Apple, dava vita a disegni geometrici su un pannello luminoso.
Il primo pezzo ricordava molto gli alieni e il suono di Incontri ravvicinati del terzo tipo, ma quello era piu’ colorato. Il lieve effetto ipnotico, leggermente rilassante contrastava con la musica “napallatànta”.
A metà della performance si è pure fulminato uno dei pannelli luminosi, in modo che tutte le figure disegnate si visionavano sulle prime tre parti e sull’ultima. La penultima era rigorosamente spenta.
Hanno fatto finta di niente, tanto la gente mica se n’è accorta.
Spesso mi capita di rimarcare la fastidiosa abitudine degli slittamenti di orario ai concerti.
L’inizio era fissato alle 21,30 e invece uno speaker ci annuncia, in italiano e inglese che lo spettacolo comincerà alle 22. E fatevi n’altra mezz’ora col culo sul travertino.
E che è vietato fare foto e riprese, neanche fosse Keith Jarrett.
Beh, questo qua mi è stato subito antipatico. Ma come, tu sei giapponese, vieni a Napoli e ti metti a fare ritardo come un qualsiasi autobus cittadino? Ma lo sai che hai fatto una grande figura di merda? E poi che foto o riprese c’erano da fare? Tutto buio, il pannello fulminato e una musica che ci vuole un coraggio a chiamarla tale.
E poi il giap non si è inventato nulla. Trent’anni fa c’erano i Tangerine Dream che hanno fatto molto meglio di lui, e i Tuxedo Moon e i Popol Vuh, tanto per citarne qualcuno. Interessanti e validi esperimenti restano quelli dei Kraftwerk e di Klaus Schulz, il primo Jan Michel Jarre e qualcosa degli Area, unico esempio in Italia.
A lui che c’è rimasto?
E così, pensando ad Hashimoto, personaggio di Mianonnaincarriola, stasera ce vulèva proprio na’ cazza ‘e katana (Rafè, poi passo dallo sponsor per incassare).

sabato 24 giugno 2006

PERCHE’ NO?

Domani si vota.
E’ ovvio che il voto è univoco, si vota NO. E spieghiamo perchè.

Perchè non è possibile pensare di approvare una Costituzione fatta da questi costituzionalisti della domenica:
D’Onofrio, Nania, Pastore e Calderoli (già sedicente autore di una porcata, si replica).

Perchè un giorno dovremmo ricordarli come padri costituenti e finirebbero persino nei libri di scuola e invece votando NO finiscono al massimo nei libri di barzellette.

Perchè questi padri della patria hanno fatto richiesta al ministro dell’Interno di rinviare gli scrutini nei seggi causa la partita. Hanno paura che gli scrutatori si distraggano e sbaglino (veramente loro li chiamano brogli).

Ma quanto tempo ci vorrà in ogni seggio per scrutinare mille schede? Mezz’ora? Un’ora?
Forza, guagliu’, vuttamm’e mmane ca ce ne jamme a casa a vede’ a partita.
E la proposta era di interrompere e riprendere alle ore 20.
Immaginate un chirurgo in sala operatoria che dice al paziente sul tavolo: scusate, dobbiamo interrompere l’intervento perchè c’è la partita dell’Italia, ci vediamo alle venti, stàteve bbuono.
E Giuliano Amato ha detto NO

BREGOVIC E L’ACQUA

Ieri sera concerto all’Arena Flegrea di Goran Bregovic e l’orchestra Matrimoni e Funerali.
Prima dello spettacolo c’è stato un nutrito volantinaggio da parte del coordinamento dei comitati in difesa dell’acqua pubblica, che hanno anche montato uno striscione nell’Arena.



L’occasione è stata fornita dal fatto che uno degli sponsor del concerto (assieme alla Provincia di Napoli) era l’ACEA, colosso multiutility che già gestisce il servizio idrico nel Sarnese-Vesuviano.
La questione dell’acqua a Napoli è ancora lontana dall’essere risolta. Dopo le proteste dei comitati cittadini la delibera del 23-11-04 è stata ritirata, ma ancora non è stato elaborato un piano per la gestione completamente pubblica, anzi si parla di costituire la Campaniacque SpA, una via verso la privatizzazione. Una specie di Acea, quindi.
E resta da capire il ruolo della Provincia in qualità di sponsor di questo concerto.



Il concerto è stato molto vivace, la fanfara tzigana ha dato il meglio di sè in circa due ore di spettacolo. Il pubblico ha partecipato attivamente, ballando per tutto il tempo e suscitando qualche malumore, tanto che in un angolo della platea stava sfociando in rissa. Una esile fanciulla è stata trascinata via dal fidanzato perchè era intenzionata a passare a vie di fatto nei confronti di un signore che le aveva detto di togliersi davanti. Canne a volontà condivise generosamente.



Verso la fine moltissimi ragazzi che ballavano davanti alla prima fila hanno scavalcato la ringhiera e sono scesi nello spazio che divide la platea dal palco.
Li’ hanno ripreso a ballare, tra la disperazione degli addetti alla sicurezza, che hanno dovuto afferrare e trascinare fuori di peso baldi giovanotti e signorine che avevano dato la scalata al palco.
Serata calda ma tollerabile.

Si replica stasera al concerto di Ryuichi Sakamoto & Alva Noto.

KANT E LA TOPA

Penso che tutti conoscano Il Vernacoliere, giornale satirico livornese, farcito di tope e uccelli e di insulti ai pisani, trattati come paradigma della stupidità umana.
Il Vernacoliere ha compiuto 25 anni e li ha festeggiati con una maxifesta a Livorno.
Mario Cardinali, l'editore, livornese doc, conta innumerevoli querele, tra cui quella della Chiesa per una Madonna trogolona.
Non contento ci ha riprovato con "Razzinghe" ovvero "era meglio un Papa pisano, almeno si rideva un po' ".
In realtà Cardinali ritiene "la topa" una categoria kantiana ed una metafora politica.
Mi piacerebbe sviscerare meglio questo tema, c'ho mica capito 'na fava io, de'

qui un esempio di copertina

venerdì 23 giugno 2006

LE PECORE DROGATE di Damien Hirst



Io che vado per mostre di Raffaello e Caravaggio sono la persona meno indicata per parlare di arte moderna.
Il fatto è che io dubito fortemente che in casi come questi si stia parlando di arte.
Di Damien Hirst ho già avuto modo di parlare per la mostra del suo macello personale presso il Museo Nazionale a Napoli, in contemporanea con quella di Caravaggio a Capodimonte. Ne ho parlato qui.
Nella sua nuova mostra appena inaugurata alla Gagosian Gallery di King’s Cross, Hirst ha infilato in un vascone di formalina azzurra una pecora tosata.
Colpisce la cura dei particolari: l’animale è seduto sulla tazza di un water, ha una zampa poggiata sul lavandino e una siringa infilata in un’altra zampa. Bocca spalancata come per un grido d’agonia.
In una seconda vasca un’altra pecora è accasciata su un lavandino.
Nell’ultima scena del trittico una terza pecora vomita nel lavandino.
La pecora sul cesso con siringa, battezzata «The Tranquillity of Solitude», è ispirata ai dipinti che Francis Bacon dedicò all’amante George Dyer, trovato morto di overdose e affogato nel suo vomito.
Tutto cio' è congruo. Le opere di questo "artista" hanno un sicuro effetto emetico, inducono al vomito.

giovedì 22 giugno 2006

FESTIVAL DEGLI SCONOSCIUTI



Stamattina, ferma a leggere il programma del Neapolis Rock Festival 2006 del 14,15 e 16 luglio su un cartellone, mi sono sentita di colpo vecchia.
Di tutti i nomi elencati ne conoscevo solo due ed entrambi d’antan: Santana e Robert Plant. Su tutti gli altri il buio totale (Jovanotti non fa testo, non mi piace).
Ma chi è tutta questa gente che viene a suonare e cantare a Napoli?

CANDIDATO AL 1° PREMIO
'na cucchiàra 'e càvice 'mmocca


«L'Unione monopolizza le cariche istituzionali, il governo e le istituzioni locali, controlla le organizzazioni sociali. Ma questo non basta: si è riaperto il circolo mediatico-giudiziario che ha travolto la Banca d'Italia, la Federcalcio, la Rai, Alleanza Nazionale ed ora colpisce anche Raffaele Fitto e il vescovo di Lecce».

Gianni Baget Bozzo, 20 giugno 2006

Per lui il premio Sput sarebbe una medaglia al valore.

mercoledì 21 giugno 2006

L'ISOLA CHE NON C'E' ERA UN VULCANO


L’anno scorso parlai di Ferdinandea, l’isola che non c’è (qui).
E oggi leggevo sul Corriere che proprio dove scomparve l’isola è stato scoperto un vulcano sottomarino a cui è stato dato il nome di Empedocle, il filosofo greco che nel 432 a.c. si getto’ nell’Etna.


La formazione del vulcano Empedocle risale, secondo gli studiosi dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), sezione di Catania, a svariati milioni di anni fa, quando a causa della collisione fra Africa e Europa, si sono aperte profonde fratture che hanno dato vita al Canale di Sicilia, provocando l’ascesa di magmi profondi e la formazione di diversi vulcani sottomarini. Misura alla base 25 x 30 km, è quindi paragonabile per dimensioni all’Etna, anche se è più basso, in quanto si solleva solo per circa 500 metri dal fondo del mare.


martedì 20 giugno 2006

IN GIRO PER VETRINE


Qualche post piu' sotto si ironizzava sul noto designer Philippe Starck e su alcune invenzioni a dir poco aliene.
Ma il signore che ha disegnato questo utensile vi sembra normale?
Sarebbe un omino portacoltelli da cucina, in puro stile Profondo Rosso, con tanti fori sul corpo per reggere i coltelli.
Uno ce l'ha pure al centro della fronte.
Sarà qualche parente di Dario Argento.
Io però un affare del genere non lo metterei nella mia cucina, non fosse altro che a qualcuno puo' venire qualche idea.


E costa pure un accidente, 94 euro.




 


 

CAROSELLO NAPOLETANO


Questa sera ho visto un film che mi hanno prestato, Carosello napoletano, regia di Ettore Giannini.
E' un film del 1953, restaurato e molto famoso ma che non avevo mai avuto occasione di guardare.
La storia inizia dalla famiglia di un cantastorie, una famiglia numerosa senza casa, con un pianino e le "copielle" delle canzoni che volano via per un colpo di vento e proprio dalle canzoni prendono spunto i vari quadri degli episodi che si svolgono in epoche diverse.
Il cantastorie è Paolo Stoppa e partecipano al film centinaia tra attori e comparse, cantanti famosi e ballerine i cui nomi si possono leggere nella scheda del film.
La locandina assomiglia al riepilogo generale del cinema tanto è ricca di autentici personaggi e di professionisti. Si pensi che tra gli sceneggiatori troviamo persino Giuseppe Marotta.
E nonostante gli anni, il film ha una freschezza nel raccontare episodi della vita della città che in molti casi si rivelano ancora attuali.
Non c'è la solita oleografia dei panni stesi o del pino da cartolina.
C'è la gente di Napoli che interpreta se stessa nella vita di tutti i giorni, con il dolore e le emozioni, le gioie e le delusioni, con la speranza che il domani sia certamente migliore.

lunedì 19 giugno 2006

QUESTA SERA AL SAN CARLO


Avevo i biglietti per Il Lago dei cigni di Piotr Ilich Chaikovskij, biglietti ottenuti fortunosamente perchè esauriti da tempo.

L'etoile Roberto Bolle richiama sempre un pubblico enorme. E bastava vedere alla fine, un'esercito di vecchiarde si sono dirette verso la balaustra per applaudirlo e chiedere il bis (dopo 3 ore di spettacolo chiedere un bis è da pazze scatenate), rischiando di finire nel golfo mistico dell'orchestra.
Il pomeriggio è cominciato alla grande. Niente mezzi, facitevèlla a 'ppere.
Arrivo a piazza Fuga alla Funicolare Centrale che ci è partita sotto il naso.
Attendiamo la successiva che appena partita dal Vomero si è bloccata e ci sono voluti dieci minuti buoni per farla ripartire (i computer, ci hanno detto, sempre sti cazzi di computer).
Siamo arrivate all'ingresso del teatro che risuonavano le prime note dell'Ouverture del Lago dei cigni. Ovviamente non ci hanno fatte entrare e ci hanno spedite in ascensore al quinto piano, loggione, dove, in piedi, abbiamo trascorso il primo atto, guardandoci la splendida coreografia dall'alto come in elicottero.
Nell'intervallo siamo scese ai nostri posti, le poltrone, dove abbiamo trovati seduti due distinti signori. In verità si sono alzati subito. Ma io mi chiedo sempre come cacchio fanno a sapere sempre che lì non verrà nessuno.
Il balletto era bellissimo, una coreografia molto curata e splendidi costumi. I due ballerini erano superlativi. Bolle è conosciuto e si sa che è strepitoso ma la cigna Odette,  la giovane russa Polina Semionova era davvero all'altezza, elegante e flessuosa.
Corpo di Ballo diretto da Elisabetta Terabust. Coreografia di Ricardo Nunez.
Orchestra del San Carlo senza infamia e senza lode.
Al ritorno è andata meglio. Funicolare presa sul filo, autobus tempo di attesa 1 minuto. Unico problemino, una signora affannatissima che ha insultato l'autista perchè non aveva rispettato la fermata. Le è toccato rincorrerlo fino a Luca Giordano.
E le è rimasto pure il fiato per strillare, beata lei !!!!


E adesso proviamo a indovinare cosa direbbe Rochentèn:
ma cu' stu càvero che gghiate facènno mmiez'a via, stàteve 'e case voste!!!

domenica 18 giugno 2006

O TEMPORA O MORES


Maramotti - L'Unità 18 giugno 2006


Però che tempi. Una volta i principi azzurri non si occupavano di  associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e al falso e allo sfruttamento della prostituzione.
A me pare che chistu principe azzurro s'è nu' poco scagnato, tanto che persino le tre Marie (le sorelline) lo hanno scaricato dallo stato di famiglia, appellandolo "il signor Savoia".

BERLINO PRIMA DELLA CADUTA DEL MURO

E sull’onda dei cartocci di paste aperti sul blog di Marassi c’è il mio amarcord dolce.
Ormai nei miei ricordi il dolce evoca Berlino. E quelle pasticcerie sul Ku’damm dove vendevano tutto quello che un goloso neanche riesce ad immaginare.
Io e la mia amica Rosaria facemmo diversi pellegrinaggi ed ogni volta assaggiavamo dei tranci di torta. Indimenticabili la torta mousse al cioccolato con un rivestimento di fondente incredibile alto un dito e la torta mousse di arancia, me le sogno ancora la notte e al solo pensarci mi schizza la glicemia.
Faceva un freddo boia (-17), era febbraio e c’era ancora il muro. Le strade erano piene di neve, ricoperte da uno strato di polvere di carbone, che riduceva le nostre scarpe simili a quelle degli spazzacamini.
Aspettavamo l’autobus e piangevamo in silenzio. Arrivate in albergo, tutto moquettato, prendevamo regolarmente la scossa appena toccavamo una maniglia.
Episodi curiosi tipo flash.
La D.M. e l’amico Mario schiattarono 4 bottiglie di vino nella stazione del metrò e furono rapidamente forniti di scopa e paletta onde rimediare al disastro. Disastro che fu ampiamente amplificato dalle due italiche carogne che sparsero il vino per tutta la stazione, che alla fine dell’operazione olezzava come una cantina.
Il fatto è che la D.M. non li ha mai potuti soffrire i teutonici e per anni ha mandato ignari turisti tedeschi in cerca della funicolare centrale su per san Martino. Inoltre la D.M., facendo la coda dal tabaccaio, acchiappo’ l’unico tedesco che tentava di bypassare le file. A suon di grugniti il nordico fu costretto a tornare al posto suo.
A metà del Kurfustendamm c'è la Gedachtnis-Kirche, bombardata durante la guerra e poi ricostruita lasciando in piedi il rudere. La nuova cattedrale veniva chiamata dai berlinesi “la cipria e il rossetto” per la forma curiosa.



Il check point Charlie merita un discorso a parte.
Era l’accesso a Berlino Est, controllato dai militari. Ci si arrivava con il metrò, anche lì sorvegliato da militari armati. Al controllo dei passaporti finimmo istradati in direzioni diverse e vi assicuro che c’era da farsela sotto. Mi ritrovai da sola a Berlino Est e nessuna traccia dei miei compagni, che come seppi dopo erano stati perquisiti e spogliati. Mi ero salvata solo io.
Ricordo con angoscia i tentativi di spendere i marchi che ci avevano costretti a cambiare e che alla fine imbucammo in uno scatolone di raccolta per la Croce Rossa. Una coda pazzesca per mangiare, niente da comprare, l’Unter den Linden percorso solo da camion militari e le ceneriere con la sabbia in mezzo ai marciapiedi. Ovvio che se gettavi una cicca per terra te la facevano raccogliere.
In lontananza la porta di Brandeburgo, anch’essa murata.
A sera tornammo all’Ovest sentendoci degli scampati.

sabato 17 giugno 2006

CURVED LCD STARCK

Amici e parenti e pure i colleghi mi hanno sempre inquadrata come "femmina tecnologica" una mutazione genetica delle solite papere da ufficio che si fanno cambiare il nastro alla stampante perchè incapaci (ma in realtà furbamente non si sporcano le manine).
Con l'età che avanza la mia vista perde colpi e mi lagnavo di non poter indossare i miei microorologi tanto carini ma invisibili a meno di non fornirmi di adeguato microscopio elettronico.
Detto fatto, D.M. e pargolo hanno pattugliato la città alla ricerca dell'ultimo prodotto partorito dalla fervida mente di Philippe Starck (si', quello del ragno spremiagrumi che fa cadere i semi nel bicchiere).
Eccolo qua in tutto il suo splendore .


L'orologio in questione, gioiello della tecnica, si governa tramite un micromouse posto in basso rispetto al quadrante. Ha l'orario in molti formati, a numeri, analogico e di traverso, la data e il fuso orario di una città a scelta, la sveglia e si illumina anche il quadrante. Ci ho messo giusto 5 minuti a capire come programmarlo e circa un'ora a capire come si sgancia il cinturino. Che vergogna, eravamo in tre e nessuno è riuscito a capire come sganciare il bracciale senza sfasciarlo.
Respinta sdegnosamente la proposta della D.M. di andare al negozio a farmelo spiegare, siamo rimasti a fronteggiarci io e l’orologio. Ma vi pareva che la cocciutissima Rien si arrendesse ad un sia pur evolutissimo oriuolo?
Gloriosa e trionfante, con l’orologi al polso, sentendomi tanto Tom Cruise in Minority Report, sono corsa a farmi ammirare dai maschi di casa.

giovedì 15 giugno 2006

Il progetto Naica-Peñoles
"La Grotta dei Cristalli", Naica, Chihuahua, Mexico

La Grotta dei Cristalli nella miniera di Naica (del gruppo Peñoles), insieme alla sua gemella Grotta delle Spade, è oggi famosa nel mondo per la presenza di grandi cristalli di gesso (cristalli giganti di selenite) di dimensioni mai viste, sino a 10 m di lunghezza e 2 m di diametro, purissimi. Una foresta di cristalli, i più grandi del Pianeta.
Un mondo irreale oltre la fantasia, oltre il sogno. Una grotta a 50° di temperatura e 100% di umidità, infernale, dove l'uomo può sopravvivere pochi minuti. Ancora inesplorata. Una meraviglia della Natura scoperta per caso, fragilissima e misteriosa, che potremmo perdere da un momento all'altro.
E che presto tornerà inaccessibile, nascosta nel cuore della Terra. La Grotta dei Cristalli è una piccola finestra nell'immensità del tempo geologico, che l'uomo ha oggi la fortuna di poter aprire grazie a una tecnologia innovativa ed esclusiva. Un'esplorazione «astronautica» ad alto rischio, oltre i limiti umani, per capire, studiare, documentare e salvare. Prima che sia troppo tardi.


Qui il sito del progetto
In questo sito invece ho trovato altre foto della grotta, che risalgono al 1998-99, ma curiosamente non si parla di alte temperature, anzi nelle foto ci sono delle persone vestite normalmente.

    ??????



    Ma l'avevate mai vista una mucca in skateboard?

mercoledì 14 giugno 2006

OPERE D’ARTE IN EVOLUZIONE

Le opere d’arte in autunno cadono come le foglie dagli alberi? Sembrerebbe di sì.
L’anno scorso questa ferramenta, esposta nel giardino della Biblioteca Nazionale, era in piedi.



            
Ora invece, un terzo è sdraiato per terra. Due mamozi in piedi e uno sdraiato.
Perchè dove sta scritto che una scultura debba restare sempre uguale?
Così ha un aspetto piu’ vissuto.
Opere d’arte in evoluzione.

martedì 13 giugno 2006

TRE LUCI

Ascoltate, è ancora il tramonto sul colle dell'Assekrem. Giallo, ocra, azzurro, oltremare, carminio. Cielo, terra, montagne e valli.
Tutto.
Ma giù nelle gole c'è già il crepuscolo e la notte. Rosa, terra bruciata, viola, nero. Il nulla laggiù.
L'aria è così limpida che l'increspatura dell'ultimo orizzonte potrebbe essere all'altro capo del mondo. Se la Terra fosse piatta. E il fondo della valle su cui sta poggiando la roccia dell'Assekrem, il centro della Terra. Se il cuore della Terra fosse freddo come i crepacci a quest'ora della sera.
Sono seduto su un cumulo di sassi. I sassi sono identici a qualche altro miliardo di sassi disseminati in questo deserto di pietra, ma sono impilati con la massima cura: sono seduto sopra un monumento funerario.
La tomba di un uomo.




E' l'incipit di Il Viaggiatore notturno di Maurizio Maggiani che ho letto qualche tempo fa (qui una bella recensione fatta da Peter, io non ne sono capace).
Mi piace quello che scrive e i paesaggi che disegna con le sue parole. 
E adesso mi piacerebbe essere là, come l'uomo blu.
E dormire sulla sabbia del deserto sotto un cielo trapunto di stelle.

QUALE PALLACANESTRO?


La Carpisa Napoli ha perso con la Climamio Bologna la possibilità di andare in finale a disputare lo scudetto. È stato l'anno più bello della pallacanestro napoletana: la Coppa Italia, la conquista di un posto in Eurolega, le prime semifinali della storia dei cesti partenopei.
Tutto regolare se non fosse che per un particolare. Nella civilissima Bologna la Carpisa ha subito tentativi di aggressione, assedio in albergo, impossibilità ad allenarsi, violenza degna del peggiore calcio.
Questa semifinale ha messo in luce il peggio che la pallacanestro puo' esprimere.
Il tutto nel salotto buono della pallacanestro italiana: Bologna.

lunedì 12 giugno 2006

NINI' TIRABUSCIO'


Mi era piaciuta Vladimir Luxuria così composta nei suoti taierini scuri. Mi era piaciuta anche quando aveva tenuto testa ai lanci di finocchi, uscendone vincitrice, sempre superiore a quei personaggi squallidi.
Mi era piaciuta nelle varie interviste quando rispondeva con sincerità e senso della misura a domande personali.
Mi era piaciuta un po' meno quando, sfidata dalla Santanchè (quella del dito medio) aveva esibito le sue cosce in una minigonna striminzita, facendo esclamare alla Daniela: siamo le 2 cosce piu' lunghe del Parlamento (due? magari quattro).
Ma non mi è piaciuta affatto quando domenica pomeriggio nella trasmissione "Grimilde" su Italia 1 ha baciato appassionatamente sulla bocca la Parietti.
Non per scandalizzarsi, ma non mi sembra opportuno che un parlamentare eletto in Rifondazione comunista vada in giro per tv facendo la sciantosa transgender.
Lasci questo ruolo alle Parietti, che ne hanno bisogno per sopravvivere.

domenica 11 giugno 2006

SONO UN DIRETTORE DI TESTATA


(ANSA) - AOSTA, 9GIU-
Il gestore di un blog e' equiparabile giuridicamente al direttore di una testata giornalistica.
Lo sostiene un giudice monocratico di Aosta.La sentenza per diffamazione coinvolge un giornalista, Roberto Mancini, accusato di essere il titolare del blog 'Il bolscevico stanco'.
Il gestore di un blog - si legge -altro non e' che il direttore responsabile dello stesso, pur se non viene formalmente utilizzata tale forma semantica per indicare la figura del gestore e proprietario di un sito internet".
Qui c'è la sentenza.


Ora attendo di avere il tesserino dell'ordine, così vado ai concerti gratis.

sabato 10 giugno 2006

RAFFAELLO IMPOSSIBILE

la FornarinaStamattina ho visitato la mostra “Raffaello per antologia – una mostra impossibile”, allestita nelle ex scuderie di Palazzo Reale.
Sottotitolo della mostra era “L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità digitale".
Devo dire che l’ho trovata notevole, molto meglio di quella analoga sul Caravaggio a Castel Sant'Elmo..
Le opere riprodotte in misura uguale all’originale, sono state stampate su una tela speciale che è stata poi tesa perfettamente su un telaio. Sul retro dell’opera è stata costruita un’incastellatura con illuminazione indiretta, regolata con potenziometri, in modo da illuminare il quadro in maniera uniforme e dare l’impressione di trovarsi di fronte all’originale.
In questo sito ci sono tutte le informazioni inerenti la mostra. Se non l’avete ancora vista andateci. Chiude il 30 giugno 2006 e parte per Bruxelles.

VIA DALL'IRAQ


Per andare in Afghanistan?
Il segretario generale della Nato (qui l'intervista) Jaap de Hoop Scheffer è stato ieri da Romano Prodi e Massimo D'Alema.
Una visita dovuta, dopo un cambio di governo in uno Stato membro dell'Alleanza. Ma il ritiro italiano dall'Iraq e la nuova fase della missione atlantica nel Sud afghano, controllato dai talebani e dai signori della guerra, hanno reso i colloqui tutt'altro che di routine.

«Abbiamo discusso di cosa il vostro governo potrebbe fare in più rispetto ad ora. Se parliamo di aerei, ce ne servono di più. Sempre. L'Italia, comunque, ha già una presenza importante in Afghanistan. Se mi domandate se voglio più truppe e forze speciali, come segretario generale dico: sì, certo. Ma mi tengo fuori dal dibattito italiano».

PASSERI E PASSERE

Spesso parlo della coppia di passeri che vive sul mio balcone che di tanto in tanto entrano anche in casa. L’ultima volta ne ho visto uno volare via dalla cucina trascinando un’alice fritta.
L’anno scorso dal nido che fanno ogni anno in un buco del muro, è nato un passerotto che adesso è grande, ma continua a vivere con i genitori.
Infatti stanno tutto il giorno sul mio balcone tutti e tre. Come quei figli ormai grandi che non se ne vogliono andare.
Facevo queste considerazioni oggi in cucina parlando con mio figlio e lui mi ha risposto: mamma, forse anche lui è precario, sarà un passero a progetto, che deve fare, povera bestia? Eh, la legge Biagi anche per gli animali.

Ieri sera, a proposito di passere, facendo zapping con il telecomando, ho beccato Mike Bongiorno che faceva domande a quiz a tre sacerdoti (non so neanche che programma fosse) e sono rimasta di sale a sentire questa domanda: mi dica l’altro nome con cui è conosciuta “la passera di mare”.
La passera? Ad un prete? Ohmmadonna, ma davvero non c’è piu’ religione!!!!!

giovedì 8 giugno 2006

L'ANTICRISTO


E pure la bufala del 6-6-06 è passata.
Anzi qualcuno dice che poichè si è sbagliato nella conta degli anni incorporando il calendario romano (Dionysius Exiguus), la data incriminata sarebbe già passata il 6-6-02.
E comunque anche stavolta l'abbiamo scampata.
Peccato che quelle creature che dovevano nascere ieri siano rimaste un giorno in piu' nella pancia delle mamme, preoccupate di mettere al mondo il loro bambino sotto il segno dell'Anticristo.
La data e' stata sfruttata anche dagli allibratori che davano per uno a 100 mila la fine del mondo.
Sono molto perplessa su questa scommessa.
Credo che il vincitore avrebbe avuto qualche problema ad incassare in caso di vittoria.

ORRORE

Questo è un post che mai avrei voluto scrivere.
E’ l’orrore. Un orrore fatto di persone insospettabili, in piazze e strade pulite, il salotto buono della Napoli bene, a pochi passi dalla sede del Comune, sporcato da uno dei piu’ ignobili misfatti che essere umano possa compiere: approfittare di un bambino per soddisfare le voglie piu’ basse e abiette.
Rapporti sessuali consumati in piedi, dietro a un portone, in garage dismessi o addirittura, di sera, per strada.
12 bambini rom rumeni, maschi e femmine, comprati e deportati nella nostra città per prostituirli, venderli per 20 – 30 euro ad uomini di una certa età, tutti al di sopra dei cinquanta, tra cui un paio di professionisti. Persone insospettabili, che magari hanno anche moglie e figli ed una vita agiata.
Due sono già dietro le sbarre, arrestati un mese fa per violenza sessuale, gli altri saranno presi presto. Le manette verranno strette ai polsi anche di chi ha organizzato il mercato. Gli organizzatori della vergognosa tratta non sono napoletani, sono di Calarasi, città della Romania. È lì che avviene la vendita degli schiavi.
L’Ufficio Minori della Polizia Giudiziaria ha provveduto ad inserire i bambini coinvolti in apposite strutture protette. Ma chi restituirà a queste creature la loro infanzia brutalizzata e calpestata?
La cosa piu’ orrenda di questi crimini è che persone così insospettabili possano vivere accanto a noi, magari è il vicino di casa o un parente, un professionista che frequentiamo abitualmente e che mai avremmo sospettato dedito a tali turpi traffici.
Se li prendete, chiudeteli e buttate la chiave. E fate attenzione quando scrivete gli atti processuali a non sbagliare, che schiere di avvocati stanno a pesare le virgole per far scarcerare i loro clienti per vizio di forma, come accaduto al giovane erede del clan Di Lauro, ora ovviamente uccel di bosco.

mercoledì 7 giugno 2006

NON BASTAVANO GLI SCIPPATORI


Ora pure la Guardia di Finanza è interessata ai Rolex, due, indossati uno per braccio da Diego Armando Maradona.
E così, in un pomeriggio di pioggia intensa, di tuoni e fulmini, Maradona era atteso dagli agenti della GdF che gli hanno notificato il provvedimento di sequestro di qualsiasi oggetto di valore "a vista".
Le autorità italiane metteranno all'asta i due orologi sequestrati come pegno del suo debito di 31 milioni di euro con il fisco.
Non è la prima volta che il "Pibe de Oro" se la vede con il fisco italiano. L'anno scorso, la Gdf ha pignorato il suo ricompenso per la partecipazione allo spettacolo televisivo "Ballando con le stelle".
Nel 2001, è stato accolto da 20 agenti di polizia appena scese dall'aereo a Roma.
Cara gli costa questa partitella di beneficenza a Giugliano (pare che non si sia neanche fatta).


Lo so che rochentèn si dispiacerà, ma questa disavventura mi ha fatto davvero ridere. Così impara a fare lo "sborone" con un Rolex per braccio.
Tanto, pensava, a Napoli chi vuoi che scippi il rolex a Maradona?
Ah... ha detto anche che Moggi è una persona squisita.

L'ECLISSE DI DIO


"E' l'eclissi di Dio" alla radice della "profonda crisi attuale della verita" ad ispirare leggi che tendono a riconoscere "coppie insolite" formate "da omosessuali che rivendicano gli stessi diritti riservati a marito e moglie".

In un documento intitolato "Famiglia e procreazione umana" il Pontificio Consiglio per la Famiglia diretto dal cardinale Lopez Truillo torna a scagliarsi sui pacs. "Mai come ora l'istituzione naturale del matrimonio e della famiglia è vittima di attacchi tanto violenti".

Nel documento del cardinale Truillo - una cinquantina di pagine in tutto - si esaminano questioni bioetiche e biomediche e, in questo contesto, viene sottolineata "come idea centrale che la procreazione umana ha il suo luogo adeguato nel matrimonio che fonda la famiglia all'interno del matrimonio, nell'amore coniugale, donazione reciproca degli sposi che formano una carne, diventando nell'amore fecondo, padri e madri".

Soltanto una famiglia formata da un uomo e una donna, dunque, "costituisce l'ambiente adeguato perché venga alla vita un nuovo essere umano, cioé un essere dotato di dignità e chiamato ad essere amato". Da questo segue, si legge, che "la procreazione "deve sempre avere luogo all'interno della famiglia".

La Chiesa cattolica continua ad interferire con le decisioni di uno stato laico e indipendente e sconfessa con questo documento anche l'apertura fatta dal cardinale Martini nello scorso aprile.
Ed entra addirittura nel merito delle scelte delle famiglie sul numero di figli da generare.
La maggior parte dei coniugi sceglie di fare un figlio, due al massimo, il che significa che l'atto procreativo non è più al centro della vita della coppia sposata, che, anzi, preferisce una vita coniugale ''volutamente resa sterile''.

Solo pochi giorni fa il presidente americano George W. Bush aveva esortato il Senato ad approvare una legge costituzionale che vieti il matrimonio tra persone dello stesso sesso.

martedì 6 giugno 2006

ANCORA SANGUE


Un altro attentato a Nassirya. Un militare morto, uno grave e tre feriti.
Cosa aspettiamo a chiedere il ritiro delle truppe? Che ne muoiano ancora altri?

lunedì 5 giugno 2006

SPLINDER SI VENDE?

Da diversi giorni si legge che Splinder è in vendita. Si parla anche di cifre: 20 milioni di euro.
Per comprare Splinder si sarebbero fatti avanti il gruppo editoriale L'Espresso, ma anche il suo nemico il gruppo Telecom Italia, il gruppo Rcs e Buongiorno Vitaminic. Sia L'Espresso (con KataBlog) che Telecom Italia (con BlogVirgilio) sono gestori di piattaforme per blogger, ma molto meno affollate e ricche: chi pagherà di più e perché?

Un gruppo editoriale tra i maggiori del Paese come L'Espresso-La Repubblica probabilmente mira ad avere a disposizione una miniera di materiali per i propri giornali, radio e Tv: un po' come il Riformista, che pubblica ogni mese un inserto di quattro pagine di post del Cannochiale, la piattaforma arrivata in questi giorni al milionesimo post, e che arricchisce con i suoi videoblog anche il canale satellitare alternativo e sperimentale di Nessuno Tv. L'alternativa è diventare uno dei tanti servizi offerti agli abbonati di Alice Adsl.

Come si combinerà un'esperienza "open e superfree", come è stata finora Splinder, con le logiche di industrie che devono fare profitti a tutti i costi? E' la fine dell'epoca della grande libertà dei blogger e della gratuità dei blog? (Zeus News)

domenica 4 giugno 2006

Ma voi che ne pensate di Shözö Shimamoto?


Il 27 maggio il maestro giapponese ha tenuto una insolita performance pittorica a piazza Dante dal titolo "Un'arma per la pace".
Sollevato da una gru a un'altezza di 30 metri, sospeso in aria, ha lanciato sfere con bicchieri pieni di colore su una tela di 10 metri per 10 sistemata in piazza. Accompagnava la creazione della nuova opera d'arte di Shimamoto la composizione per pianoforte dal titolo "Rombo di suono scintillante per Dante, Beatrice e Virgilio", eseguita dal compositore Charlemagne Palestine.
E' stato allestito anche un massiccio servizio d'ordine, forse per evitare che bocce di colori centrassero la testa di qualche sprovveduto spettatore.

Morra (della Fondazione Morra che ha organizzato l'evento) ha dichiarato:


"Shimamoto può essere considerato il precursore della pittura postinformale. Negli anni '50, gli artisti hanno avvertito la necessità di far uscire la pittura dalla tela con manifestazioni esterne". Così è nato il movimento Gutai. Gli artisti che si ispirano a questa corrente rifiutano l'utilizzo del pennello e utilizzano strumenti e tecniche alternative per dipingere .


Chissà, magari inconsapevolmente facevo parte anch'io di quella corrente pittorica. Da ragazza dipingevo quadri versandoci su pittura liquida e facendo girare la tavoletta fissata su un trapano.
Non ridete, alcuni non erano niente male. 

venerdì 2 giugno 2006

LA FESTA DELLA REPUBBLICA


IL FESTIVALBAR



Questa era la piazza domenica mattina. Oggi c'è il Festivalbar. Luci e suoni. Jovanotti e Pino Daniele e poi tanti altri che neanche conosco.
E la muraglia di Sol LeWitt sta ancora là.
Sono un po' all'antica io con la musica e Jovanotti poi non mi è mai piaciuto. Sarà per il rap che non considero musica ma solo un disturbo per le orecchie.
Gazzarra tremenda e funicolari fino all'una e trenta. Una di quelle serate da stare chiusi in casa.
Come succede spesso a Napoli, quando il casino è altrove, qui c'è una pace incredibile. Non si sentono i soliti scappamenti e motorini speretanti. Si puo' stare anche con le finestre aperte, col fresco che entra.
Ho visto un film stasera, in DVD: Reinas, il matrimonio che mancava.
E' un film che riguarda il primo matrimonio collettivo di gay dopo la legge del governo di Zapatero. Molto garbato e pulito, esamina con occhio divertito le madri dei gay, le reinas appunto. Gran finale con la giudice, madre di uno dei gay, che unisce tutti in matrimoni.

giovedì 1 giugno 2006

IO FO BUCHI NELLA SABBIA

Bannare in linguaggio web vuol dire cancellare una persona, impedirle di esprimere la sua opinione, giusta o sbagliata che sia. In parola povere “fuori dalle balle”.
Da quando bazzico sul web non ho mai bannato nessuno, neanche minacciato di farlo, mai cancellato un commento anche se sgradito ed ho sempre cercato di rispondere con misura anche se a volte mi è partita la tramontana.
Questo perchè penso che il blog o la chat siano spazi liberi, pubblici, dove ciascuno scrive come e quando gli va, altrimenti uno il blog se lo fa privato ad accessi consentiti e selezionati.
Per questo motivo se qualcuno mi chiede di giustificarmi di cose mai fatte minacciando di bannarmi, io saluto e me ne vado.
Non credo ci possa essere dialogo tra chi minaccia e chi ritiene di non meritarlo.
In questi due giorni mi sono trovata a dover rendere conto di opinioni e comportamenti che sono sotto gli occhi di tutti. I post del mio blog possono essere letti e commentati, mi si puo’ anche dare dell’idiota, ma che me lo si dia almeno in modo chiaro. Perchè io in tutto questo casino non ci ho capito una beata fava e sinceramente non ho alcuna voglia di litigi e di scazzi in un ambiente che ritenevo sereno e scevro da pregiudizi.
Mi sbagliavo. Ne prendo atto e chiudo questo increscioso capitolo.
Non ci tornerò più sopra perchè non ho più nulla da dire.

E come dice Ernesto Ragazzoni

O cogliate la cicoria
o gli allori, o voi, Dio v’abbia
tutti quanti in pace e gloria!
...........
io fo buchi nella sabbia.