Nisida

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sabato 7 ottobre 2006

 DIE ZAUBERFLÖTE (IL FLAUTO MAGICO)




La luce della notte di Pietro Citati

Il Flauto Magico è una favola per bambini, e una parabola destinata
alle creature angeliche, che attraversano l’oscurità e la luce tenendo
nella mano un ramo di palma. Alle favole e alle parabole non si pongono
domande, nè da loro si hanno risposte; o si ricevono tutte le domande
e tutte le risposte.

E’ la chiusura della stagione del San Carlo. Il Flauto magico con la regia di William Kentridge.
Un’opera superba, una regia sapiente e innovativa con proiezioni di immagini in bianco e nero, tapis roulant e grandi lavagne su cui appaiono disegni e formule a gessetto.
Gli interpreti bravissimi. Una soprano orientale dal nome impronunciabile che ha cantato l’aria della regina della notte in modo assolutamente perfetto e un bravissimo Papageno, un po’ scavezzacollo. Belle le voci di Tamino e Pamina.
Piccola considerazione sul pubblico del San Carlo.
Questa volta abbiamo trovato posto nella barcaccia, secondo piano a sinistra e dall’alto avevamo una panoramica della platea e del golfo mistico dell’orchestra.
C’erano molti stranieri, in particolare tedeschi e giapponesi (turismo d’elite) ma colpiva l’età media degli spettatori. Praticamente una platea tutta di vecchi, i giovani non possono permettersi la lirica, visto l’alto costo dei biglietti.
Certo, io da ragazza andavo in piccionaia e ci andrei ancora ma credo che in massima parte manchi ai giovani una cultura musicale classica. Anche se io sospetto che tante persone vadano a sentire le opere non tanto per piacere ma per esserci, per partecipare all’evento.
E quello di ieri sera lo era certamente.
Questo non ha impedito al pubblico in sala di alzarsi e schizzare via non appena è risuonata l’ultima nota. Neanche il tempo di fare un misero applauso ad un cast che si è spolmonato per 3 ore circa e mentre gli interpreti ringraziavano il pubblico plaudente e sul palcoscenico compariva anche il regista che si tirava dietro tutti i collaboratori, all'accendersi delle luci si poteva notare che tre quarti della platea era ormai andata. A cercarsi un taxi o alla cena del dopo teatro dove discutere del piacere della musica.
All'indirizzo del
Teatro San Carlo si possono trovare ulteriori informazioni ed anche una sezione dedicata alla gastronomia nel Flauto magico.

11 commenti:

  1. andare in teatro presuppone uno stile che non tutti hanno ....
    quando si arriva, come si prende posto, come si assiste allo spettacolo ed alla fine quando si va via .... e come si applaude
    questione di stile e di rispetto del lavoro altrui ...
    non è come i titoli di coda al cinema
    tanto i taxi e i ristoranti non se ne fujene

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  2. Io sono una che legge pure i titoli di coda dei film, figuriamoci al San Carlo. Però ci sono stata solo tre volte, due con la scuola alle medie e l'ultima tre anni fa a vedere Roberto Bolle.Cmq credo che l'uscita alla ribalta degli interpreti alla fine dello spettacolo possa essere, quando lo spettacolo è ben riusciro, il momento più bello dello spettacolo stesso.

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  3. guarda, io sono abbonata al Mercadante da quasi 10 anni ormai. E ti assicuro che il pubblico del Mercadante questo non lo fa mai. Solo in caso di contestazione e accade di rado, perchè si rispetta il lavoro dell'attore, anche se non ci piace il lavoro. Al San Carlo no, c'è sempre questa maleducazione e l'ho notata moltissime volte.

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  4. Jenè per accedere in certi luoghi cose ci vorrebbe l'esame di ammissione ed il mio non è un discorso antidemocratico ...
    il San Carlo è un tempio ...ma certe persone non hanno manco rispetto in chiesa (e parlo da non credente) che te vuò aspettà

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  5. ps
    ho saputo che allo spettacolo c'era anche una chietta di 'mbreditori di mia conoscenza...e ovviamente nun hanno capito niente e di sicuro sono usciti di corsa perchè dovevano andare ad abboffarsi da qualche parte

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  6. Forse dipende proprio dal fatto che andare al San Carlo fa tanto status, mentre il genuino interesse per l'opera è scarso. I veri melomani non possono permetterselo. Mio padre è stato loggionista, da giovane. Poi gli riuscì di fare la comparsa, e lo raccontava come di un'impresa epica. Ma lui amava l'opera, davvero...

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  7. io ci andavo da bambina al San Carlo, assieme a quel nonno di cui parlo sempre. Lui le sapeva a memoria le arie delle opere. E così piano piano la musica entro' nel mio cuore.
    Ma una cosa che mi fa incazzare è questo enorme serpente che si morde la coda. Noi contribuenti paghiamo per il FUS, il fondo per gli spettacoli. La lirica assorbe la maggior parte di questi fondi ma la lirica se la possono permettere in pochi. Il biglietto ieri sera costava 90 euro e a teatro ci vanno gli 'mbrenditori di cui parla mianonna con i soldi delle NOSTRE tasse.

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  8. 90 euro... Azz, avrei dovuto fare un mutuo.... :O

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  9. quegli stessi 'mbrenditori dichiarano 14.000 € all'anno di Irpef
    allegria ...siamo su scherzi a parte !

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  10. appunto... è come se il biglietto ieri sera glielo avessimo pagato noi tutti.

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  11. come hai detto tu, quella gente va al san carlo solo per ostentare un certo livello di reddito e non per amore della musica classica o dell'opera...possono permettersi quel biglietto ma restano buzzurri dentro. abbracci.

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