Nisida

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domenica 10 dicembre 2006

DIAMOCI UN TAGLIO

La Finanziaria taglia un po’ di miliardi alle industrie farmaceutiche e Farmindustra decide di bloccare le sponsorizzazioni ai corsi di formazione per i medici, dal 1° gennaio 2007.
Vediamo di capire che significa.
I medici che lavorano per la sanità pubblica devono totalizzare nel corso di 5 anni 120 crediti per ECM (educazione continua in medicina), che sarebbe il vecchio aggiornamento professionale.
La partecipazione ad un convegno o ad un seminario dà diritto a 10 crediti, quindi in 5 anni abbiamo 12 giornate.
Ogni anno in Italia si svolgono decine di migliaia di corsi e convegni scientifici proposti da migliaia di enti, che rappresentano il principale strumento di aggiornamento medico, in località piu’ o meno turistiche, a volte persino all’estero.
Finora 7 corsi su 10 sono stati finanziati da case farmaceutiche e di cui si ignora il costo reale; si stima che superi i 300 milioni di euro l’anno. Il turismo scientifico costa caro.
Qualcuno vede in questa decisione un modo di fare finalmente chiarezza, con conseguente zappa sui piedi di Farmindustria, che una volta fatta questa dichiarazione difficilmente potrà ripensarci senza rimetterci la faccia.
La sponsorizzazione in realtà non è una forma occulta di propaganda per le aziende stesse?
Non sarebbe meglio che a provvedere alla formazione dei medici ci pensassero gli enti pubblici, magari con un ticket di partecipazione a carico degli stessi medici?
In questo caso l’aggiornamento si svolgerebbe in ospedale e non tra le nevi di Cortina o Madonna di Campiglio, dove, secondo indiscrezioni, ci sarebbe stato il 5-10% degli iscritti in aula e il restante 90-95% tranquillamente sulle piste da sci, moglie inclusa.
Ho partecipato spesso a convegni scientifici, talvolta ne ho pure organizzati (sempre con gli sponsor) e ricordo sempre la fila di persone alla fine a ritirare gli attestati di partecipazione del convegno a cui avevano partecipato in minima parte o per nulla.. Perchè quasi mai è previsto un esame finale.

5 commenti:

  1. e chissà per quale meccanismo di empatia subito dopo "il corso" i prodotti di quella particolare casa farmaceutica subivano un incremento delle vendite ...
    mah che stranezza!

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  2. ihihih... mi fai venire in mente i miei cattoecumenici, quelli sono serissimi, firma e controfirma dei singoli fogli di presenza prima di rilasciare gli attestati... a persone come studenti della Cattolica, prof. di religione, ... adesso non che non sia meglio averne di un po' preparati sul resto del mondo e non razzisti, ma non hanno proprio il livello di responsabilità dei medici...
    Carolina

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  3. Pensa che una collega auspicava per gli insegnanti "obbligati", oggi, a seguire corsi di perfezionamento, una situazione come quella descritta da te. Noi paghiamo i nostri corsi di perfezionamento con obbligo di presenza (una percentuale del 20 per cento di assenze) e sosteniamo un esame finale. E i corsi, quelli seri, sono all'università.
    I medici, invece, sono figli della gallina bianca.

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  4. prima era anche peggio, meriggio.
    Bastava che un medico ospedaliero facesse una specie di autocertificazione, di essere andato a studiare presso una biblioteca e magari quel giorno era andato in barca. Aggiornamento professionale luminoso.

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  5. Certo come sono diversi dai congressi che ho sempre fatto io, me lo diceva mammà che era meglio se facevo il dottore ; )

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