Nisida

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sabato 23 dicembre 2006

IL PRANZO DI NATALE

La fatica piu' grande a Natale nella nostra famiglia è quella di riuscire a far sedere contemporaneamente tutti e tredici i convitati, ce n'è sempre qualcuno che, a turno, ha qualcosa di impellente da fare..
Sì, perchè ogni anno finisce sempre che siamo in tredici a tavola.
Quest'anno c'è anche l'ultima arrivata, Annamaria, un angioletto biondo friccecariello.
Crescita zero in famiglia; qualcuno muore e un altro nasce, in un avvicendarsi costante. Sempre in tredici.
Quest'anno ad esempio i bambini sono cinque, a scalare, da un anno e mezzo a undici. E schizzano da tutte le parti, con la cana Nigra che abbaia da turarsi le orecchie. Lei piu' casino c'è e piu' è felice.
Nella casa di campagna che si trova nella Tuscia gli spazi sono piu' angusti e se piove è una tragedia.
Un anno poi i cani erano tre, uscivano appena si apriva una porta, si infangavano per bene e poi rientravano. Avevamo tappetini sparsi ovunque ma quella pioggia non finiva mai.
Sarebbe meglio la neve, ma quella di solito la becchiamo a Pasqua.
L’anno scorso faceva un freddo da polo nord, ho fotografato un mare di ghiaccio e meno male che arrivo’ subito lo spazzaneve.
Oddio la fotografia, come farò senza la mia Canon?
Ora davanti casa ci sono gli alberi illuminati con le lucette di Natale e il ficodindia col preservativo. Lo stesso anche alla pianta di limoni, altrimenti il freddo li fa secchi.
Poi in campagna c’è il camino dove di solito collochiamo un paio di pigne che spandono il profumo di incenso per tutta la casa, mica come i bastoncini indiani..
Dopo qualcuno deve recuperare i pinoli, un lavoro certosino che non faccio io.
Un sacchetto di caldarroste fa passare il pomeriggio guardando la fiamma che saltella. Qualcuno getta nel fuoco bucce di mandarini e l’odore acre ci ricorda i mandarini di tanti Natali fa.
Ma ci avete fatto caso che i mandarini non hanno piu’ quell’odore penetrante? Rimaneva attaccato alle mani per ore.
Ora poi si usano i mandaranci o clementine e con la scusa che non ci sono i semi (spesso ci sono lo stesso) i mandarini sono quasi scomparsi.
Da qualche anno è comparso un altro strano agrume, il mapo, un coso verde schiacciato ai poli e moscio, un incrocio forse tra mandarino e pompelmo.
Ma io ricordo il Natale di tanti anni fa, con i bambini che rubavano gli struffoli dal vassoio ad ogni passaggio, il nonno che trafficava col presepe e con le luci che si spegnevano sul piu’ bello ed era l’unico a ricordarsi, verso l’una, di mettere il bambino nella mangiatoia, le letterine sotto il piatto del papà e tutte le balle che scrivevamo come promesse e che ci guardavamo bene dal mantenere.
E bastava così poco per sorridere, grandi e piccini.


Un sereno Natale a tutti quelli che leggono.


3 commenti:

  1. Anche a te, un buon Natale... mi sa ci devo fare un post nei prossimi giorni.

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  2. che bella questa letterina... mi ricorda l'infanzia! un bacione grande jené!

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