Nisida

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venerdì 2 febbraio 2007

DAGHERROTIPI E FOTOGRAFIA DIGITALE

Qualche anno fa si temeva che la diffusione di Internet uccidesse il libro e che non ci sarebbe stata piu’ necessità di stampare carte.
Mai previsione fu piu’ sbagliata: le carte sono raddoppiate e i libri si continuano a stampare (anche troppo, se leggiamo certi titoli). Anzi, nuovi autori provengono sempre piu’ spesso dal web e i giornali assieme al quotidiano ci danno quintalate di riviste patinate, volumi di enciclopedie e persino la Bibbia non è sfuggita a questo mercato.
Qualcosa di analogo è accaduto nel campo fotografico.
Col diffondersi delle macchinette digitali ci si è precipitati a fare il funerale alle foto stampate.
Anche qui previsioni sbagliate. Adesso si vendono delle ministampantine che stampano all’istante e molto meglio di una Polaroid, foto 10x15 e logicamente bisogna comprare inchiostri a sublimazione e carte fotografiche.
E mentre la Kodak annuncia l’uscita di produzione della carta B/N, gettando nello sconforto chi lavora col bianco nero, sono spuntati come funghi enormi fotolaboratori, che hanno fatto notevoli investimenti in attrezzature con cicli di lavorazione continui.
Si inviano le foto via Internet, si paga con carta di credito e ce le spediscono con posta prioritaria al domicilio del cliente. Stanno anche diversificando l’offerta che va da poster giganteschi a libri rilegati con foto e testo a t-shirt con immagini del cliente a quadri su tela ricavati da una foto.
Dal sito di queste aziende si possono scaricare appositi programmi per rimaneggiare le foto e comporre album.
Forniscono anche i parametri per calibrare gli schermi in modo che si stampino le foto esattamente (o quasi) come si vedono al monitor.
I prezzi sono abbastanza decenti e spesso fanno offerte speciali; in molti casi il prezzo è proporzionato al numero di stampe ordinate. Piu’ stampi meno costa.
E in questo modo le nostre foto digitali stanno uscendo dai pc per finire negli album o nelle cornici.

Oggi, incuriosita dalla vetrina di un negozio di fotografia che esponeva album, mi sono fermata a chiedere informazioni su prezzi e metodi.
C’era un simpatico signore che dopo un paio di domande circostanziate mi ha chiesto di ripassare il giorno dopo che c’era il figlio e mi avrebbe dato tutti i ragguagli. Il signore, come ho poi avuto modo di sapere, era un vecchio fotografo del Roma, quotidiano napoletano, con una notevole esperienza nel campo, ma che rifiuta con sommo schifo l’avvento della digitale.
Mi ha detto che possiede tutti i tipi di macchine fotografiche, dalla Rolleiflex alla Hasselblad e una chicca unica, la Rolleiflex grandangolare che io non ho mai visto.
E così abbiamo iniziato una bella diatriba, perchè lui dice che siamo tutti fotoscioppisti ed io gli ho contestato che le elaborazioni un tempo si facevano in camera oscura.
Ovviamente queste erano piccole cose, con photoshop si fanno robe incredibili. Tanto che ora si cerca un sistema per certificare le foto digitali. Ad esempio se presentiamo le foto di un incidente all’assicurazione.
Una buona mezz’ora a scaldarsi su un argomento che piaceva ad entrambi.
Ci siamo salutati, ma prima che andassi via il fotografo ha tirato fuori un libro da dietro il bancone e me lo ha regalato.

Giuseppe Turroni
Guida all’estetica della fotografia a colori
Un vecchio libro del 1963 con illustrazioni a colori.
Prezzo del volume Lire 2.600 (di cui 500 di legatura)

7 commenti:

  1. Acc... Non ce l'ho!!!

    Io non sono un fotoscioppista (uso Paint Shop Pro :-))

    In linea di principio, il file originale prodotto dalla fotocamera in formato JPG o RAW completo dei dati Exif corrisponde al negativo dei tempi (non ancora) andati. Ma sempre di un file si tratta, editabile con gli strumenti opportuni, magari non esattamente legali.

    Per quanto si sia abili, la maggior parte delle elaborazioni ha le gambe corte. Possono ingannare dopo che la copia di lavoro è stata rimpicciolita, riquadrata, rimessa a fuoco... ma se l'intervento non si limita alla spuntinatura o alla rimozione di un rametto fastidioso che spunta contro il cielo dietro la capigliatura del soggetto, in genere si vede.

    Dopo il mio ultimo incidente stradale, quasi due anni fa, ho fotografato i danni su pellicola diapositiva di medio formato: volevo vedere se qualcuno aveva il coraggio di dire che avevo truccato le foto! Però nessuno le ha volute vedere, e l'assicurazione mi ha declassato lo stesso, sebbene avessi spiegato chiaramente che lo sterzo si era rotto e che non avrei potuto tenere in strada la macchina nemmeno fossi stato Harry Potter. Per fortuna andavo piano ed ero praticamente dietro casa.

    La prossima volta, foto digitali - e poi qualche piccola elaborazione per dimostrare che non sono stato io a tamponare, è stato quello davanti che è arrivato a gran velocità in retromarcia :-))

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  2. photoshop viene usato anche nei laboratori fotografici e si possono davvero fare cose incredibili, soprattutto lavorando sui livelli e in formato RAW. Con adeguata preparazione professionale si possono davvero modificare foto in maniera impercettibile anche alla stampa e ti assicuro che le ho viste.
    I dati exif si possono modificare, per cui bisognerà trovare qualcosa che si fissi sulla foto e che risulti immodificabile, almeno per testimoniare luogo e ora della ripresa.

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  3. PRIMA VISITA: commento alla foto
    è merito mio se sono napoletano?

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  4. Ma... digitale, analogico, l'importante è l'immagine, che dia un messaggio, che comunichi un sentimento, il mezzo non è importante, almeno secondo me.

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  5. Io uso paint shop pro, non so se sia meglio o peggio di photoshop. Beh, dire che lo uso forse è eccessivo, mi limito a fargli levare gli occhi rossi. Non ho attitudine per le arti figurative;-)

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  6. Da parte mia, figurati che, pur amando fare fotografie, mi rifiuto sistematicamente di leggere anche i libretti di istruzioni, e così sottoutilizzo sistematicamente le digitali......
    Mio marito, vero cultore dei manuali, ha perso ormai la speranza di convertirmi al libretto di istruzione !!!;-)))

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  7. NCP, anche io per un periodo ho usato Paintshop perchè era gratis.
    Poi sono passata a Photoshop che è piu' completo ma anche io lo uso ai minimi termini. Per gli occhi rossi molte fotocamere risolvono in fase di ripresa.

    Lilas, basta fare il sacrificio la prima volta, tanto le fotocamere digitali in fondo si somigliano tutte, a meno di non comperare una reflex , ma si presume che se ne capisca qualcosina in piu'.
    Molte funzioni pero' sono intuitive e il libretto serve a migliorare le riprese.

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