Nisida

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sabato 2 giugno 2007

PEPERONI RIPIENI


Anche se è uno dei miei piatti favoriti, in questo post non si parlerà di ricette bensì di materie prime.
Le verdure che consumiamo ogni giorno sulla nostra tavola rischiano di creare problemi alla salute, a causa delle massicce dosi di pesticidi con cui sono irrorati.
I sovraddosaggi di quelli consentiti e la presenza di alcuni altri che non sono ammessi dalle leggi italiane stanno creando allarme tra i consumatori, a seguito delle denunce delle ARPA.
La globalizzazione dei mercati sta portando diversi disagi e a questo si aggiunge l'abitudine di consumare ortaggi non di stagione, coltivati in serra senza risparmio di fitofarmaci.
Ultimamente si è parlato di fagioli e carciofi provenienti dall'Egitto contaminati da pesticidi e ora sono sotto esame peperoni, pomodori e  cetrioli provenienti da Spagna, Turchia e Marocco.
L'unico modo per difendersi è comperare merce di provenienza certificata, leggere le etichette dei supermercati (pregando che scrivano la verità) e non acquistare verdura, specialmente quella a foglie larghe, dai carrettini degli ambulanti che non possono dimostrarne l'origine.
Oltretutto potrebbero provenire dai campi contaminati dalla diossina, dove dovrebbe essere interdetta ogni coltivazione e pascolo di animali.
Qualcuno consiglia le colture biologiche ma io sono piuttosto scettica sull'argomento. Si tratta di fare atto di fede e a me non riesce naturale.
Resta da dire che la legislazione italiana in merito all'uso dei pesticidi è certamente piu' severa di altri Stati, anche di alcuni che appartengono alla CE, come la Spagna, che devono adeguarsi alle nostre tabelle se vogliono vendere nel nostro mercato.
Ma è molto difficile sottoporre ad analisi tutta la merce che entra in Italia, specialmente dopo il trattato di Schenghen. I controlli alle dogane assomigliano ad un grosso colabrodo a fori larghi: fa passare di tutto.

12 commenti:

  1. non avevo molta voglia di esser volgare

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  2. fa niente... capitano a tutti momenti di defaillance
    :-D

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  3. Pure i peperoni ripieni ci hanno tolto ormai...

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  4. Anch'io sono scettico nei confronti dei prodotti biologici. Senza considerare che hanno un costo molto elevato.

    Per quanto riguarda la frutta e la verdura, altra conseguenza della massiccia coltivazione in serre è la riduzione nel contenuto di sali minerali e di vitamine. La frutta e la verdura, oggi, hanno il 30% in meno di vitamine e di sali minerali rispetto a 20 anni fa.

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  5. Secondo me i prodotti biologici sono una truffa.
    Lo dico partendo dalla mia esperienza personale.
    Con Lolò andiamo spesso giù in Cilento, sugli Alburni.
    Lorenza ha un modesto uliveto e anche qualche albero da frutta.
    Siccome di mestiere non facciamo gli agricoltori e siccome per un po' la terra se l'è dovuta cavare da sola, l'unico intervento che viene fatto è il dissodamento del terreno e la fertilizzazione con il letame una volta all'anno. Stop.
    Ninte anticrittogamici, fertilizzanti chimici, diserbanti ecc.

    Ovviamente in un primo momento le piante stavano andando in malora. poi dopo un paio di anni si sono riprese, come se avessero riimparato a difendersi da se da parassiti e malattie. va anche detto che nella terra c'è anche un boschetto di querce e che non usando veleni la zona si è riempita di nuovo di insetti e quindi di uccellini (d'estate abbiamo pure le lucciole).

    Premesso tutto questo, va anche detto che la frutta che raccogliamo non è come quella che si vende (anche se tenuta in frigo marcisce dopo due o tre giorni) e che buona parte della produzione viene mangiata dagli uccelli e dagli insetti. Quindi se volessimo fare gli agricoltori di mestiere questo metodo sarebbe veramente improduttivo. A meno di non vendere la frutta a prezzi proibitivi (molto più della cosidetta frutta biologica).
    Idem per l'olio. Produciamo un extravergine "vero" che a volerlo vendere costerebbe almeno trenta euro la bottiglia.

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  6. Insomma dai da mangiare agli uccelli Marassi, bravo :D Ci verrei volentieri a vedere questo terreno, conosco abbastanza a fondo il cilento.

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  7. analoga situazione c'è nella casa in campagna, Tra tutti gli alberi da frutto riusciamo a mangiare solo prugne e fichi, il resto se lo mangiano gli insetti.
    Quindi mi chiedo che vuol dire coltura biologica. Se non usassero pesticidi non produrrebbero niente e allora magari si affidano alla lotta biologica?
    Dalle analisi che venivano fatte presso l'Arpac fu riscontrata una cosa curiosa. Una mela aveva dentro un insetto ma era piena di pesticidi. L'aspetto però era quello di una mela cresciuta al naturale.
    Insomma per ingannare i consumatori avevano usato fitofarmaci che risparmiavano quel solo insetto.
    Le frodi alimentari hanno mille facce.

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  8. insomma il puparuolo ...no
    la molignana non è parliamo
    il ruoccolo ...ehh

    di sicuro (ma a prezzo alto) è rimasto solo l'erba non di casa mia ...
    o manco quella

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  9. a tutt'oggi non ho notizie certe sull'uso di pesticidi sulla mariagiovanna.
    Noi esaminavamo solo ortaggi commestibili.
    Chissà che succede se si fumano i ditiocarbammati.

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  10. ditiocarbammati.

    il nome non promette nulla di buono ...

    hanno il suon di carro armato

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  11. Io credo che bisognerebbe capire quali sono gli standard per far rientrare un prodotto nella categoria "coltura biologica".
    Perché i prezzi, per quanto alti, non sono assolutamente congrui.

    Sicuramente è vero , come dice jené, che è possibile utilizzare metodi biologici di controllo, ad esempio l'utilizzo di coccinelle contro i parassiti e un sistema per allontanare i volatili golosi.
    Ma anche così vi assicuro che la frutta non ha quel bell'aspetto intonso che ha quella dei banchi dei supermercati.

    Anche se quando cogli le pesche (ad esempio) sono perfette e senza macchie, se le lasci nella cassetta per un solo giorno, nei punti in cui la frutta si tocca, si ammacca e si "scurisce".
    Eppoi sinceramente il sapore è tutta un altra cosa, anche rispetto alla cosiddetta frutta biologica.

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  12. che dire delle signore che preferiscono i peperone olandesi per la farcitura (perché più quadrati di quello italiani)...un peperone cresciuto tramite energia elettrica nella serra, concimato a gocce e responsabile di tante quelle emissioni col il suo trasporto magari fino all'italia del sud...se questo non è un paradosso della globalizzazione !!!

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