Nisida

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mercoledì 25 giugno 2008

LA COMPAGNA FABRIZIA

L'avevo conosciuta in sezione, avevo 16 anni e fu lei a farmi conoscere la mia D.M.
Era sposata allora, poi lei e il marito si separarono di comune accordo. Vivevano allora in una vecchia casa nobiliare tra i Camaldoli e Marano.
Ci invitò a pranzo e ci preparò la piu' orrenda torta di mele che abbia mai assaggiato, subito ribattezzata "mele in crosta". La casa era gelida, nu' friddo 'e pazze.
Era un'insegnante, molto impegnata politicamente e nel sociale.
Poi ci perdemmo di vista, la politica ci portò per strade diverse. Lei scrisse Althenopis, un libro in cui parlava di Napoli e della sua infanzia e poi altri libri ancora, anche un libro di poesie.
Proprio oggi è arrivato in libreria "La via", il suo ultimo libro e lei non lo vedrà perchè è morta ieri pomeriggio su una spiaggia nei pressi di Gaeta.
Viveva a Itri, il suo buen retiro, dove vedevano la luce i suoi racconti.
Lei era Fabrizia Ramondino.

18 commenti:

  1. dal mio necrologio vorrei che tu stralciassi il goulash con gli gnocchetti. Solo annotazioni spirituali.Grazie.

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  2. è evidente che non hai colto le annotazioni spirituali della torta di mele. E pure gli gnocchetti avevano una loro valenza.
    Ultimamente con i necrologi è un vero disastro.
    Stasera quando ho sentito il tg ho provato un senso di solitudine.
    L'ultima volta l'avevo incontrata 3 anni fa a Galassia Gutenberg, dove lei teneva una conferenza.

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  3. è evidente che non hai colto le annotazioni spirituali della torta di mele. E pure gli gnocchetti avevano una loro valenza.
    Ultimamente con i necrologi è un vero disastro.
    Stasera quando ho sentito il tg ho provato un senso di solitudine.
    L'ultima volta l'avevo incontrata 3 anni fa a Galassia Gutenberg, dove lei teneva una conferenza.

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  4. No per carità, era solo un mettere le mani avanti.Tra i tanti "ritorni" quello alla "cucina di mamma" più che presentare rischi ( casomai per il fegato) procura sbadigli. In effetti all'epoca dei fatti c'erano ragazze che non sapevano cucinare e non se ne curavano minimamente. La buona cucina, del resto, richiede tempo e forti dosi d'insoddisfazione. Evidentemente tra la co-sceneggiatrice del film di Martone e la torta di mele c'era una felice incompatibilità.

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  5. No per carità, era solo un mettere le mani avanti.Tra i tanti "ritorni" quello alla "cucina di mamma" più che presentare rischi ( casomai per il fegato) procura sbadigli. In effetti all'epoca dei fatti c'erano ragazze che non sapevano cucinare e non se ne curavano minimamente. La buona cucina, del resto, richiede tempo e forti dosi d'insoddisfazione. Evidentemente tra la co-sceneggiatrice del film di Martone e la torta di mele c'era una felice incompatibilità.

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  6. ricordo anche io una conferenza a Galassia Gutenberg poco affollata, ma davanti a persone molto interessate...forse è la stessa

    ho ammirato il suo rigore

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  7. ricordo anche io una conferenza a Galassia Gutenberg poco affollata, ma davanti a persone molto interessate...forse è la stessa

    ho ammirato il suo rigore

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  8. Jenè...cercavo una sua recensione, e ho letto lì che era morta!
    M'è scoppiato mal e cap...
    Di lei ho letto tutto, e riletto tante volte "L'isola riflessa".
    Un altro solo libro non mi basterà.
    Aaaaah...che jurnata...

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  9. Jenè...cercavo una sua recensione, e ho letto lì che era morta!
    M'è scoppiato mal e cap...
    Di lei ho letto tutto, e riletto tante volte "L'isola riflessa".
    Un altro solo libro non mi basterà.
    Aaaaah...che jurnata...

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  10. hai detto bene, sed
    all'epoca dei fatti la cucina era l'ultimo dei nostri pensieri. Erano tempi piuttosto spartani e tenevamo altro da fare. In seguito qualcuna di noi ha recuperato, bisognava pure sfamare la famiglia e tanto valeva farlo bene. Altre no, hanno continuato ad occuparsi di altro ed è stato meglio.
    Anche in quella torta però c'era accoglienza e desiderio di far piacere, di passare una giornata tra amici, senza troppi convenevoli. Ed è quello che conta. A questo mi riferivo.

    Raffaele, credo che sia la stessa a cui mi riferivo io. Lei è sempre stata molto rigoroso, a costo di apparire antipatica ai piu'.

    Polly, a volte ci sono persone che quando scompaiono si portano appresso pezzi della nostra vita, ma poi in seguito è come se non se ne fossero mai andate.
    Fabrizia ci lascia i suoi libri, che parlano tanto di noi e di lei.

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  11. hai detto bene, sed
    all'epoca dei fatti la cucina era l'ultimo dei nostri pensieri. Erano tempi piuttosto spartani e tenevamo altro da fare. In seguito qualcuna di noi ha recuperato, bisognava pure sfamare la famiglia e tanto valeva farlo bene. Altre no, hanno continuato ad occuparsi di altro ed è stato meglio.
    Anche in quella torta però c'era accoglienza e desiderio di far piacere, di passare una giornata tra amici, senza troppi convenevoli. Ed è quello che conta. A questo mi riferivo.

    Raffaele, credo che sia la stessa a cui mi riferivo io. Lei è sempre stata molto rigoroso, a costo di apparire antipatica ai piu'.

    Polly, a volte ci sono persone che quando scompaiono si portano appresso pezzi della nostra vita, ma poi in seguito è come se non se ne fossero mai andate.
    Fabrizia ci lascia i suoi libri, che parlano tanto di noi e di lei.

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  12. Caccioppoli indica al sacerdote il palmo della mano :

    " Questa è la parola"

    Poi il polso:

    "Questa è la vita.
    Ma se torci le tue dita verso il polso vedi che la parola sfiora appena la vita"

    Non era un dialogo semplice per il cinema eppure guarda qui che capolavoro.
    E anche l'episodio dei Vesuviani che ha curato, era pieno di trovate intelligenti.

    Per la cucina non s'intendeva il fatto quotidiano di nutrire la famiglia ma un atteggiamento differente : sono colta ed emancipata ma so fare il Tournedos Rossini.
    Chissene frega. Asor Rosa forse dice la stessa cosa?

    Bene hai fatto comunque a mettere in luce il vero senso dell'ospitalità e dell'amicizia.

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  13. Caccioppoli indica al sacerdote il palmo della mano :

    " Questa è la parola"

    Poi il polso:

    "Questa è la vita.
    Ma se torci le tue dita verso il polso vedi che la parola sfiora appena la vita"

    Non era un dialogo semplice per il cinema eppure guarda qui che capolavoro.
    E anche l'episodio dei Vesuviani che ha curato, era pieno di trovate intelligenti.

    Per la cucina non s'intendeva il fatto quotidiano di nutrire la famiglia ma un atteggiamento differente : sono colta ed emancipata ma so fare il Tournedos Rossini.
    Chissene frega. Asor Rosa forse dice la stessa cosa?

    Bene hai fatto comunque a mettere in luce il vero senso dell'ospitalità e dell'amicizia.

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  14. Morte di un matematico è un film importante e va assolutamente visto. Lo vidi appena uscito ed ero curiosissima, avevo sempre sentito parlare di Caccioppoli. Era stato insegnante all'università del mio capo quando lavoravo al Centro di Documentazione e lui disse che nel film era stato colto benissimo lo spirito dell'uomo.

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  15. Morte di un matematico è un film importante e va assolutamente visto. Lo vidi appena uscito ed ero curiosissima, avevo sempre sentito parlare di Caccioppoli. Era stato insegnante all'università del mio capo quando lavoravo al Centro di Documentazione e lui disse che nel film era stato colto benissimo lo spirito dell'uomo.

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  16. un necrologio letto sul Mattino per Fabrizia e il passato ritorna prepotente con i ricordi dei vent'anni.
    La Torre, Francesco Alberto, il partito, le attività sul territorio, la mensa dei bambini proletari, il femminismo. Un turbine, avvenimenti che credevo dimenticati e invece ci sono tutti.

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  17. un necrologio letto sul Mattino per Fabrizia e il passato ritorna prepotente con i ricordi dei vent'anni.
    La Torre, Francesco Alberto, il partito, le attività sul territorio, la mensa dei bambini proletari, il femminismo. Un turbine, avvenimenti che credevo dimenticati e invece ci sono tutti.

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  18. Però, potendo sceglierei anche io di morire su una bella spiaggia in un'inizio estate... Morte poetica per una scrittrice.

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