Nisida

Nisida

sabato 30 gennaio 2010

HO VISTO COSE CHE VOI UMANI....

Questa immagine rappresenta quello che ho visto stamane sul tavolo: tutti i tasti della tastiera uno per uno, smontati e messi ad asciugare. Ho poi saputo che li aveva pure lavati col Nelsen piatti.
Chi? Ma l'ingegnere, chi sennò?
Tutto è iniziato perchè io ho cambiato la tastiera. Le lettere non si vedevano più, pigiavo a caso.
Mio figlio ha pensato bene di utilizzarla, ma prima ha deciso di lavarla e sterilizzarla, staccando i tasti uno per uno e mettendoli a mollo in una bacinella. Lo scheletro della tastiera è stato poi appositamente trattato con la pennellessa. E questa mattina, al risveglio, la D.M. ha creduto che io stessi preparando le melanzane a funghetti.
Ma il bello è ancora da venire. Sia io che la D.M. ci chiedevamo quanto ci avrebbe messo a risistemare i tasti al loro posto e al ritorno a casa c'erano sul tavolo due tastiere, la mia e la smontata, più tutti i tasti di contorno.
L'ing stava usando la mia come guida, come si fa col coperchio di un puzzle e con aria assorta stava cristonando a tutto andare perchè a suo dire c'erano dei doppioni.
E pensare che, nella mia paranoia, mai mi sarebbe venuto in mente di fare questo. Al massimo in ufficio passavo sui tasti il fazzolettino di Citrosil.
Se continua così, va a disinfettare pure la pagina di Facebook.
Aiutatemi!!!!

venerdì 29 gennaio 2010

SMS RICEVUTO OGGI

Ciao, sono Simona, 29enne, sposata ma libera dentro, molto passionale e amante dei tacchi a spillo.
E tu? Vieni con me 899.XX.XX.XX
Bassissimo costo.


Praticamente una puttana, che manda SMS in giro, ovviamente mittente sconosciuto. E neanche capisco come.
Vi risulta che pure le signorine facciano i saldi (oltre che i soldi)?

martedì 26 gennaio 2010

I BUONI ESEMPI

Truffa dei dipendenti della Camera, lasciavano gli uffici col badge non loro
Scoperte anomalie nelle timbrature: uscivano durante l'orario di lavoro

E' triste scoprire che i dipendenti di Montecitorio si comportino come i peggiori dei lavoratori statali (tanto invisi a Brunetta)  o dipendenti delle ASL che si fanno beccare dai Carabinieri in giro per mercatini durante l'orario di lavoro.
Ma perchè nessuno ha detto o fatto nulla quando gli stessi parlamentari si esercitavano come "pianisti" votando al posto del collega assente?
Ancora una volta ci sono gli "intoccabili" e i non ?

Resta il fatto che in un Paese in crisi con forte aumento della disoccupazione, dove se alziamo gli occhi non vediamo stelle ma operai e ricercatori accampati sui tetti, in difesa del posto di lavoro, esistono categorie di privilegiati, col posto sicuro e ben pagato, che si consentono il lusso persino di andarsene in giro a fare shopping, in barba a tornelli e dispositivi vari, che oltretutto costano anche cari al contribuente.

mercoledì 20 gennaio 2010

CAMPAGNA-RICATTO PER I BENI CULTURALI

"Se non lo visiti lo portiamo via".
E' questo lo slogan utilizzato nell'ultima campagna del ministero dei beni e delle attività culturali, criticata dal movimento Fare Ambiente per il suo carattere "punitivo".
La scritta si riferisce al Colosseo in fase di montaggio, o all'Ultima Cena di Leonardo trasportata in una strada di New York. Il significato è abbastanza chiaro: un invito a visitare il patrimonio culturale italiano, così da valorizzarlo al massimo. A Roma un grande cartellone è stato affisso a Piazza del Popolo, mentre per Milano è stata scelta Piazza Duomo.
La campagna è stata criticata dal movimento ecologista europeo Fare Ambiente.
"Lo slogan ci sembra veramente inadeguato", ha detto il coordinatore per il Lazio, Piergiorgio Benvenuti. "E' un messaggio pedagogicamente errato, diseducativo soprattutto per i giovanissimi, che raffigura il 'ricatto morale' di chi chiede maggiori visite al Colosseo altrimenti verrà smontato e portato via dal luogo in cui è presente da sempre".
"Le istituzioni - ha proseguito Benvenuti - sono rappresentate come qualcuno che ti punisce, che potrebbe chiudere musei, archivi, biblioteche se non vi sarà un ampio numero di visitatori". Per questo l'associazione ha chiesto al ministero di ritirare gli striscioni, "che potrebbero avere ritorni negativi anche fuori dal nostro paese"

Qui la FotoGallery

Vien da pensare che qualcuno stia meditando di venderli, come Totò con la Fontana di Trevi.


Poi c'è anche il big spot della Brambilla, che offre buoni vacanza alle famiglie con basso reddito.
L'operazione maschera alla grande aiuti agli imprenditori del settore alberghiero, visto che i buoni non si possono utilizzare nei mesi di luglio e agosto.

lunedì 18 gennaio 2010

E POI DICONO CHE LE MODELLE SI CIACCANO

Ma che, sono scarpe queste?
Tempo fa avevo saputo che le modelle volevano scioperare a causa delle cadute dai tacchi.

domenica 17 gennaio 2010

LA SAI L'ULTIMA DI BRUNETTA?




(AGI) - Roma, 17 gen. - Una legge per far uscire di casa i ragazzi a 18 anni. E' l'idea lanciata dal ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, commentando la condanna di un padre costretto dal giudice a pagare gli alimenti alla figlia ultra trentenne ancora fuori corso all'Universita'.
Secondo il ministro, i 'bamboccioni' "sono vittime di un sistema di cui devono fare il 'mea culpa' i genitori. Ho apprezzato Padoa-Schioppa quando ha criticato questa figura anche se in quel caso mancava l'analisi. I 'bamboccioni' ci sono perche' si danno garanzie solo ai padri, perche' le universita' funzionano in un certo modo, perche' i genitori si tengono i privilegi e scaricano i rischi sui figli. La colpa e' dei padri che hanno costruito questa societa'". Il ministro, nel suo intervento domenicale su Rtl, ha ammesso di essere stato un 'bamboccione': "A 30 anni non ero capace di farmi il letto. Fino a quando non sono andato a vivere da solo era mia madre che mi faceva il letto". (AGI)

Porello, c'ha ragione. Come faceva a farsi il letto se non c'arrivava?
Magari un bel tatami e si risolveva il problema, no?

sabato 16 gennaio 2010

1° MARZO 2010 - Sciopero degli stranieri




«Ieri mattina, saranno state le sette, ho deciso di comprarmi un fucile per sparare ai negri. Ma prima avevo voglia di una spremuta d'arancia. Suina o no, la vitamina C non è mai troppa. Solo che in cucina le arance erano finite. «Peru!», ho chiamato. Zero. Ho cercato la domestica peruviana dappertutto, anche nel sottoscala dove la teniamo. Niente. Mi sono chiesto: che Paola le abbia dato un altro giorno di libertà, dopo quello dello scorso anno? Ma mia moglie dormiva. Non volevo disturbarla. Allora ho deciso di far colazione al caffè. Tanto, mi sono detto, devo andare a comprarmi il fucile. E poi il mercato è dietro l'angolo, prendo pure le arance. Così sono sceso.
Al caffè però mi han detto che le arance erano finite. Vabbé, ho risposto, grazie. Fuori del locale non c'era la solita zingara. A forza di elemosine dovrà ancora tornare dalla settimana bianca, ho pensato. Tutti ricchi sfondati, 'sti zingari. Ma ora che mi compro il fucile, mi sono detto, forse posso sparare anche a loro. O si può sparare solo ai negri? Devo informarmi. Quando sono sbucato nella piazza del mercato, ho puntato dritto verso il banco dove si serve mia moglie. Poi però mi sono bloccato. Strano. Il banco non c'era. E neppure il mercato. Tranne per alcune donne che vi si aggiravano perplesse, la piazza era vuota, come fosse domenica. Eppure era martedì. Ho raggiunto l'edicolante. Scusi, ho buttato lì, ma il mercato? Lui si è stretto nelle spalle: che cosa vuole, in questo paese non funziona più niente, pensi che sto ancora aspettando i giornali. Ho guardato meglio l'edicola. In effetti mancavano i quotidiani. Se li starà leggendo il corriere, ho provato a scherzare. E lui: no, il corriere che me li porta è rumeno, preferisce quelli romeni.
Intanto non mi ero ancora tolto la voglia di spremuta. L'unico bar nei paraggi era quello dove non entro mai perché pullula di marocchini, gli stessi che montano i banchi del mercato. Tra l'altro, ho pensato, chissà se si può sparargli anche se non sono negri. Devo informarmi. Sia come sia, per una volta il bar era deserto. Sono entrato. Il barista si girava i pollici. Gli ho chiesto una spremuta d'arance. E lui: le arance sono finite. A quel punto, mi sono rassegnato. Stavo per andare dritto in armeria, quando mi è partito il cellulare. Mia moglie. E la peru?, mi ha chiesto. Volevo domandarlo a te, ho risposto; le hai mica dato un altro giorno di libertà? Macché, ha esclamato lei: ora guardo che non manchi niente in casa. Mancano le arance, volevo dirle, ma lei ha chiuso.
Non ho fatto in tempo a riporre il cellulare che quello è ripartito. Mia madre. Ho sospirato. Rispondo o fingo di non aver sentito? Massì. Olga non si trova più, mi ha ruggito lei nell'orecchio. Ho esitato. Olga? Vuoi dire...la tua nuova badante russa? E lei: chi, se no? Mamma, le ho ricordato, negli ultimi sei mesi ne hai cambiate dodici. Oggi, ha tagliato corto lei, doveva portarmi al ristorante. Trovamene subito un'altra, o mi ci porti tu, così ti ricordi che esisto: e prenota un tavolo, io ora guardo che non mi manchi niente in casa. Ha chiuso anche lei. Per evitare rogne, ho subito chiamato il suo ristorante preferito. Mi spiace, signore, mi ha risposto il direttore di sala, ma oggi siamo chiusi. E' cambiato il turno di riposo settimanale?, ho indagato. No, è che cuochi e sguatteri africani se ne sono andati. E dove?, ho chiesto. Andati, spariti, puff, si è congedato lui.
Mentre riflettevo sul da farsi, mi è venuta fame. Per fortuna, lì accanto c'era una rivendita di pane. Ci sono entrato. Oggi niente pane, mi ha preceduto la proprietaria. Ma come, l'ha già finito?, le ho chiesto. Non me l'hanno consegnato, è sbottata lei, stanotte i panificatori arabi non si sono presentati. Ho girato i tacchi. Alla fine, ho raggiunto l'armeria. Ma il proprietario, anziché aprirla, la stava chiudendo. Quando mi ha visto un po' interdetto, mi ha chiesto: desidera? Un fucile per sparare ai negri, ho risposto. Lui mi ha indicato le vetrine vuote. Capisco, ho sorriso, quando arrivano quelli nuovi? Lui ha scosso il capo. Vede, mi ha spiegato, il fatto è che stanotte i negri se ne sono andati tutti, e di conseguenza le fabbriche di fucili han chiuso; senza contare che mancando i negri sparare ai negri diventa un'utopia. Be', ho borbottato, senza negri diventa un'utopia anche bersi una spremuta. Però, ho aggiunto, devo informarmi: forse si può sparare a zingari, romeni, marocchini. Non l'ha saputo?, mi ha risposto lui, sono spariti anche loro. Peccato, ho detto io. Peccato, ha detto lui. Bei tempi, quelli in cui si poteva sparare ai negri, ho sospirato io. Bei tempi, ha sospirato lui. Ma, gli ho chiesto io, torneranno? Lui ha allargato le braccia: e chi lo sa? Spariamo! Cioè, speriamo!
Con un certo rammarico, mi sono avviato verso casa. E allora ho avuto un bruttissimo presentimento. Col cellulare ho chiamato Pantera, il mio trans preferito. Ma il numero risultava inesistente. Oh, no, ho mormorato. Allora ho provato a chiamare Alì, il mio pusher di fiducia. Ma non era raggiungibile. Solo in quell'istante ho capito il senso di una frase letta su un muro alcuni anni fa: IMMIGRATI, VI PREGO, NON LASCIATEMI SOLO CON GLI ITALIANI».

(Giuseppe Culicchia, su La Stampa del 14 gennaio 2010)

giovedì 14 gennaio 2010

IL SAMURCHIO C'E' (e vive a Torino)

Qualche volta in questo blog, al tempo dei capitoni, si parlava anche di cibarie scomparse e una di queste era appunto il samurchio.
Era un insaccato con budello di bue, contenente sangue, pezzi di polmone e molte spezie, onde rendere commestibile il tutto.
Veniva bollito per strada in grandi calderoni in alcune zone della provincia di Napoli: Casandrino e Sant'Antimo.
Io l'ho conosciuto perchè la suocera ne era ghiotta, ma non ho mai avuto il coraggio di assaggiarlo.
Già all'epoca l'igiene era quello che era, poi mettici pure il sangue, che è un terreno di coltura ideale e ci si chiede come siano sopravvissute intere generazioni di casandrinesi.

Il samurchio aveva più o meno questo aspetto:


fa un pò senso, vero?
Ulteriori informazioni si possono trovare qui.

Ho ricordato uno degli antichi sapori perchè ho letto sul blog di mammazan (che ringrazio per la cortesia) di un salume analogo, la mustardela, di cui ignoravo l'esistenza.



E qui ci sono gli ingredienti.



Mai avrei pensato di ritrovare nel profondo nord un piatto che le generazioni successive avevano tanto irriso.
Perchè noialtri si prendeva allegramente in giro la suocera quando l'accompagnavamo in giro per la provincia a procurarsi il samurchio, con tanto di pentola al seguito.
Bisogna precisare che allora il sangue del maiale era molto usato, sia cotto a pezzi con la cipolla dopo che si era rappreso, sia per preparazioni dolci.
Il più famoso era il sanguinaccio, che si preparava in occasione del carnevale e veniva servito con savoiardi e chiacchiere.
Il sanguinaccio era una crema di cioccolato cui venivano aggiunti pezzetti di canditi e gocce di cacao fondente, mescolato (non ricordo le proporzioni) con il sangue di maiale che il macellaio forniva dentro una bottiglia.
Ovviamente il moderno sanguinaccio del sangue suino non ha memoria, ed è vietato anche ai macellai di venderlo.

lunedì 11 gennaio 2010

E SONO GIA' PASSATI UNDICI ANNI

Sembra ieri


"non ci lasceremo mai,
mai e poi mai"

venerdì 8 gennaio 2010

PROCESSI IRREVERSIBILI

E' come l'influenza, ci si infetta l'un l'altro regolarmente.
Questo per dire che Annozero si sta portapportizzando. E' un virus che non perdona questo.
E poichè la Bonino ha dato buca a Santoro, chi arriva? Ma la Parietti, ovvio, grande opinionista di vaglia.
Meno male che Vauro c'è.