Nisida

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sabato 5 giugno 2010

IL DESTINO SIAMO NOI

Dalla rubrica di Massimo Gramellini su La Stampa di oggi.

Nelle guerre moderne, ciò che fa più paura al potere sono le immagini. Non le parole, slombate dall’uso: «marea nera», «disastro ecologico». Le immagini. Non per niente la Bp ha fatto di tutto perché non fossero diffuse. L’uccello marino che galleggia ricoperto di un liquame fondente che sembra cioccolato, ma un cioccolato che uccide. La tartaruga di mare che si trascina esausta sulla sabbia con lo stomaco intasato di «super».

Il pellicano incatramato che risiede in Louisiana da molto prima che ci arrivassero i petrolieri e si dibatte condannato a morte dallo stress che gli ha distrutto il sistema immunitario per sempre. Lo squalo spiaggiato, così feroce e nobile anche nella sventura. Il paguro che osserva sospettoso una goccia marrone. E il pesce tamburo che nel marrone ci sguazza senza speranza. Derive di un’apocalisse. Poi l’occhio casca inesorabilmente sui due pulcini d’airone abbandonati nel nido in mezzo alle sterpaglie. Aspettano qualcuno che non torna.

Li guardo e vengo assalito da pensieri vendicativi che non condivido e che potrei rozzamente riassumere come un acuto desiderio di incatramare personalmente tutti gli esseri umani che per avidità hanno costruito le condizioni di questo scempio. Stavolta nessuno può dare la colpa al destino o alla natura matrigna. Stavolta il destino siamo noi. Domani l’emozione evaporerà e nuove immagini irromperanno nel luna park dei media. Ma io quei due pulcini non li lascerò volare via dalla mia testa. Me li incollo sul cuore, come una promessa.

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