Nisida

Nisida

lunedì 30 agosto 2010

DI RICARICHE ED ALTRE SCIOCCHEZZE

Si lo ammetto, mi sono rincoglionita. Ho dimenticato di fare la ricarica e mi hanno disattivato la Sim Wind.
Ormai rassegnata ad aver perso il credito che avevo, ho chiamato il call center, dove mi hanno detto che per riavere il numero dovevo comperare una nuova Sim, fare una raccomandata e nell'arco di un mese avrei riavuto numero e credito.
Ovviamente non era un'impresa di poco conto trovare una Sim nuova, visto che tutti i negozi Wind erano chiusi per ferie. Fortunatamente uno di questi ha riaperto sabato mattina ed io mi sono fiondata a comprare la Sim.
Tutto bene, solo che le Sim da 10 € erano finite, c'erano quelle da € 20. Obtorto collo, ho preso quella, me l'hanno attivata e mi hanno detto che i 15 € mi sarebbero stati caricati nell'arco di 24 ore.
Nulla di tutto questo. nel tardo pomeriggio trovo un messaggio di ricarica di 5 € e degli altri 10 nessuna notizia.
Stamattina mi precipito al negozio e faccio presente che mi mancavano 10 €. Va bene, mi dice il giovanotto, adesso controlliamo, la Sim la ha nel telefono? (E chissà dove mai potevo averla, mah...)
Sa, mi dice, la ricarica viene effettuata nell'arco di 24 ore. Si lo so, ripeto, ma perchè solo 5 €? Beh la Wind la domenica non opera. Davvero? A me non risulta.
Comunque il dabbengiovine smanetta un po' sul suo pc e dopo 20 secondi esatti mi arriva il messaggio di ricarica sul cell. A suo dire i 10 € erano rimasti sospesi. Dove non si sa. Inoltre, leggendo nella cartellina della Sim scopro che era quella da 10€ con credito di 5, proprio quella che volevo e che il giovane sosteneva essere terminata.
Io invece penso che ci hanno provato a fregarmi 10 €, siete d'accordo?Se volete referenze sul negozio Wind che opera in siffatto modo ve le fornirò privatamente.
Ah giusto per ricordare: le Sim continuano a scadere dopo un anno, anche le nuove, in barba alla legge Bersani.

mercoledì 25 agosto 2010

VACANZE ROMANE - 2


La scalinata di Trinità dei Monti


L'ombrellino giapponese

Folla alla barcaccia, molti tentativi di entrare nella fontana, ma i vigili vigilano.

Nonno e nipote alla fontana della Barcaccia

Carrozzelle e cavalli in paziente attesa

Hotel de Russie

Una rigogliosa pianta di cappero su una grondaia a Via Crispi

VACANZE ROMANE

Nella giornata più calda ci è saltato in testa di sperimentare i bus che passano sotto casa del figlio e così, 'ndo cojo cojo, abbiamo preso a volo un 80 che ci ha portati a piazza Barberini. Da lì, come i migliaia di turisti che facevano lo stesso percorso siamo andati a piazza di Spagna e attraverso via Condotti, all'Ara Pacis, sì, quella che Alemanno vuole buttare giù assieme a Torbellamonaca.
All'Ara Pacis gli stranieri si divertono a fare slalom tra gli zampilli della fontana, complice il gran caldo.
Una riedizione della Dolce Vita, manca solo Anita Ekberg che dice : Marcelloooooo... come here.

martedì 24 agosto 2010

BYE BYE TELEPASS

In questi ultimi due mesi che abbiamo fatto su e giù per la penisola ci siamo accorti che le file ai caselli sono quasi sparite, tranne ovviamente nei giorni neri che lì a momenti c'è fila anche al Telepass.
Noi di solito si viaggia lungo le autostrade con la Viacard prepagata, dato che non siamo grandi viaggiatori e non usiamo molto l'auto. E proprio mentre stavamo prendendo in considerazione il Telepass stiamo sentendo un coro di lamentele. Un amico si è trovate scaricate tre entrate alla stessa ora (senza alcuna uscita) sulla Napoli-Salerno senza riuscire ancora a comprenderne le modalità. Altri hanno avute esperienze schoccanti contattando i servizi telefonici per gli utenti. Quindi, poichè ci bastano le rogne che ci procurano quotidianamente tutte le nostre "comodità", dal Bancomat alle carte di credito, dal Bancoposta online che si mette in standby senza una comprensibile ragione al digitale terrestre che si sfascia dopo un mese dall'acquisto, abbiamo deciso di soprassedere, almeno per ora, ad avvalerci del potente mezzo Telepass.
Continueremo a viaggiare con la nostra prepagata Viacard, visto che nel frattempo il resto degli italiani in coda è passato al Telepass lasciandoci sempre libero il varco. Unico fastidio, fermarsi a ritirare il biglietto.

lunedì 16 agosto 2010

POLLO AL CENTRO

Pranzo di ferragosto in campagna e il contadino ci ha omaggiato di un pollo ruspante cotto al forno a legna con le patate e il finocchietto.
Unico particolare inquietante: il volatile è stato cucinato con tutta la testa e ne ignoro il motivo.
Il polletto, fatto a pezzi, è andato rapidamente esaurito, sebbene il primo cognato avesse levato il ruoto dal tavolo, sperando di sottrarne una parte.
Ma i commensali indignati hanno protestato in coro:
Pollo al centro!
Invano i due cani ai lati del tavolo hanno sperato ne cadesse qualche pezzetto, sono rimaste solo le ossa, chirurgicamente ripulite.

venerdì 13 agosto 2010







ANTO’, FA CALDO

Stamattina splendeva il sole, faceva un bel caldo ma ho dovuto tenere porte e finestre chiuse perché il contadino è passato col trattore sotto i noccioleti, alzando un polverone spaventoso, travestito da bandito da far west, con un fazzolettone attorno alla bocca e al naso.
Ovviamente non era cosa rimanere nei paraggi e così sono andata in paese a farmi un giro, visto che oggi era mercato. Ho comprato una borsa carina, stile Mary Poppins, bella leggera che tanto ci penso io a zavorrarla.
Al ritorno trovo i due malefici fratelli che travagliavano nel tinello, dove hanno installato una stufa a legna e fatto il foro di uscita dei fumi in un muro di circa un metro di spessore. Hanno anche sistemato una base di granito su cui ora poggia la stufa.
Mentre sistemavo la spesa fatta, la D.M. mi ha chiamata per farmi vedere il risultato.
Non ci volevo credere, la stufa era in funzione e fiammeggiava a tutto andare, con un bel ciocco di legna infilato nello sportello. Il fumo poi usciva regolarmente dal retro della casa. Tutto questo il 13 agosto, con una bella temperatura di 35°. Presumo che a Natale installeranno la ghiacciaia.
Io almeno quando non tengo che fare faccio crostate e marmellatine. Vediamo fino a lunedì che altro s’inventano.
Sono molto preoccupata, è in arrivo anche il terzo fratello, si salvi chi può.


mercoledì 11 agosto 2010

LA NOTTE DI SAN LORENZO

Ieri sera uscimmo a riveder le stelle. Tale almeno era la nostra intenzione, ma nonostante fossimo rimasti a naso all’aria per un bel po’ in direzione delle Perseidi, non s’è vista neanche una stella cadente.
Stelle tante, che in campagna al buio si vedono benissimo (anche tanti aerei che luccicavano intermittenti) ma niente da fare, non cadeva niente.
Il cielo era tutto limpido, solo a nord una fascia di nuvole biancastre basse, facevano da sipario e quindi se sono cadute noi non le abbiamo viste.
Molti anni fa eravamo a Bomerano, frazione di Agerola. Sdraiati in giardino, occhi verso il cielo, vedemmo una quantità indescrivibile di scie, così veloci da non dare il tempo di esprimere desideri. Il figlio era piccolo allora e faceva una confusione indescrivibile perché ne vedeva molte più di noi.
Riproviamo stasera ma non promette nulla di buono. Il cielo si è coperto di nuvole nere, in lontananza brontola un temporale e fa un caldo che sembra un forno. Per non parlare della cecagna, con la D.M. che si informa in che direzione deve guardare.
 

martedì 10 agosto 2010

IL TASSO DEL TASSO E LA QUERCIA DEL TASSO

Il campo di erba medica, diventato zelloso a causa del caldo agostano, si è rivelato una forma di gruviera, tanti sono i buchi di cui è costellato. Stamattina poi ne abbiamo trovato uno enorme, appena scavato, con tutti i mucchietti di terreno all’esterno e abbiamo pensato fosse stata una volpe, che qui sono frequenti.
Qualcuna ha fatto fuori persino qualche pollo dal pollaio confinante e i cani la notte impazziscono se qualcuna si aggira nei dintorni.
E invece non era una volpe ma un tasso e vicino c’è pure una quercia e così mi sono ricordata del racconto di Achille Campanile, La quercia del Tasso, che tanto mi fece divertire quando lo lessi a suo tempo.
Per chi non conoscesse il racconto e forse neanche Campanile, lo si trova qui.

sabato 7 agosto 2010

E STAMME N’ATA VOTA CCA’

Dopo un fugace passaggio per Roma, giusto per pagare l’obolo sulla tangenziale Est e a Roma Nord (2 euro con le jastemme), siamo arrivati in campagna, accolti dalla solita nuvolaglia nera, forata da un sole accecante, giusto uno spazietto per il sole e il resto nero.
Al casello dell’autostrada un cartello azzeccato con lo scotch ci avvertiva che, anche se il TAR ha considerato illegittimi gli aumenti per i raccordi, per smettere di pagare si deve attendere il 31 agosto per i tempi tecnici. Chissà perché i tempi tecnici non ci sono mai quando scattano gli aumenti, li fanno di notte. Quindi ritirassimo la ricevuta che poi potremo chiedere il rimborso. A chi e come il cartello non lo dice. La D.M. ovviamente ha iniziato la collezione dei tagliandini., mettendoli sotto il parasole e ci giurerei che la prossima volta infila quello al posto del biglietto autostradale.
Ma il meteo per noi si è messo proprio in cerimonie, dopo pochi minuti che eravamo a casa, giusto per scaricare l’auto e via, una scaricata d’acqua con i fiocchi, che ancora stamattina se ne vedono le tracce. Giardino inzuppato e D.M. che ciancica dappertutto con le ciabatte bagnate e inzaccherate. In compenso c’è un bel sole, anche se la temperatura si mantiene bassina e il bagno nella rediviva piscina si farà dopo aver picconato il ghiaccio che la ricopre. Vabbè, scherzo, ma è gelata davvero.
Nel frattempo il figlio romano si appresta a partire per la Valsolda, il residence tetesco, dove ha in programma attraversamenti di ponti di corde tibetani e discese perigliose di rafting, lungo gli spumeggianti fiumi del luogo. E’ prevista, per i sopravvissuti, la consegna di un dvd dove i nostri eroi compaiono fotografati nei punti salienti a bordo o meno delle canoe, ripresi da apposite fotocamere alla maniera di National Geographic. Gli indiana jones de noantri.
Io avrei un programma più adatto ai pensionati, un giretto a Siena e la visita dell’abbazia di San Galgano, dove trovasi anche una spada nella roccia. E magari troviamo anche Merlino e Re Artù.
Sempre se la piscina ce lo fa fare.


domenica 1 agosto 2010

DI MARMELLATE ED ALTRE STORIE

E rieccoci con le marmellatine.
Questa volta tocca alle prugne gialle o susine, che in alcune zone si chiamano mirabelle ed in altre maribulan.
Noi le si chiama pisciazzelle, per l'abbondante quantità di acqua che contengono e che difficoltosamente si riduce durante la cottura, tant'è che bisogna aggiungere una bella mela grattugiata per far sì che la pectina le addensi.
L'uvetta, la cannella e la buccia di limone servono a conferire sapore alla marmellata, che altrimenti sa di nulla o quasi.

PISCIAZZELLE UVETTA E CANNELLA

1 kg di prugne lavate e tagliate a pezzettini (con la buccia)
400 gr di zucchero
1 mela grattugiata
200 gr di uvetta
1 limone spremuto e relativa buccia grattugiata
1 cucchiaino di cannella in polvere

Le metodiche sono le stesse di ogni marmellata.
L'unica differenza consiste nel fare riposare una notte dopo una prima cottura di 30 minuti e rimettere sul fuoco il mattino dopo per 50 minuti. In questo modo lo zucchero caramella un po' e la marmellata diventa più scura.

P.S. Per Sedlex. Quando torno vado a comprare la stoffa a quadretti per i barattoli. La preferisci rossa o blu?

IL SALICE NON PIANGE PIU'

Dopo quasi un anno passato a combattere certi vermacci che si erano infiltrati nel tronco e nei rami del povero salice siamo riusciti a salvarlo, almeno così sembra e dopo la potatura dei rami che erano seccati, ecco come appare.
Solo che adesso il nostro salice non piange più.


E qui com'era ai tempi del suo splendore