Nisida

Nisida

giovedì 30 settembre 2010

L'AMORE E' ........

.... svegliare amorevolmente il Capo che ronfa al Senato, sussurrandogli un haiku.
SMS DA MONTECITORIO

La fiducia in diretta da Aldo Cazzullo

ORE 19:45 - B guadagna Palazzo Grazioli dove ha invitato le parlamentari preferite alla cena di compleanno. Grandi chiacchiere sull'assenza di Nunzia di Girolamo, data in disgrazia. E oggi era il giorno in cui si volava alto. Domani si ricomincia, giù in picchiata.

ORE 19:39 - Calderoli euforico giura di avere le prove di aver previsto i 342 sì. Ma aggiunge: «Il vero voto di fiducia sarà giorno per giorno nelle commissioni».

ORE 19:36 - Simone Baldelli vince la gara di piaggeria interna al Pdl e chiede a F di punire Di Pietro per il suo intervento (oggettivamente scomposto).

ORE 19:34 - Vendola con orecchino da pirata dopo Tremonti e Casini si apparta con Cota e Calderoli.

ORE 19:30 - Verdetto finale: 342 sì, 275 no, 3 astenuti, 10 assenti. Lusetti ha sbagliato di uno.

ORE 19:13 - Prove di disgelo tra berlusconiani e finiani: Renato Farina cade rovinosamente di nuca, Raisi lo afferra e gli salva la vita.

ORE 19:11 - Passa anche Marzullo, molto congratulato dai peones che gli chiedono profezie. Lui delude: «Parlo solo di cinema».

ORE 19:05 - E Bocchino ha applaudito Bersani che rimproverava a B la caccia a F.

ORE 19:02 - Granata ha votato no.

ORE 18:59 - Pomicino, che se ne intende, prevede: «B non vuole votare. Ma si voterà presto, e sarà F a far saltare tutto non appena avrà radicato il partito e si sentirà pronto».

ORE 18:56 - Dopo Calearo, Veltroni affronta e inchioda la Madia, costretta a smentire: «Semmai era D'Alema che guardava incantato me».

ORE 18:48 - Calearo alla fine si astiene «per amore di Veltroni». Lusetti calcola ora 310 sì più 33 finiani.

ORE 18:34 - Impazza il totovoto. Lusetti prevede 346 sì di cui 33 finiani (Tremaglia vota no,  F si astiene, in dubbio Barbareschi).

ORE 18:24 - Si comincia a votare dalla lettera V. Boato di protesta. Sono i deputati con le lettere R, S e T, costretti a rinviare l'aperitivo di un'ora e mezza.

ORE 18:22 - Le mozioni per dare la fiducia a B sono 4, una per partito, compresi lombardiani e finiani.

ORE 18:20 - Saverio Romano, ex udc da oggi con B, acclamato quando cita il «gigantesco ribaltone siciliano». Casini litiga a distanza con La Russa.

ORE 18:18 - La Malfa figlio tenta di non essere da meno: «Lei è costretto a promettere strade provinciali per accontentare quel parlamentare o quell'altro...io non mi sento di dare la fiducia». Altre grida da destra: «E chi se ne frega!».

ORE 18:15 - Intervento cult di Guzzanti padre «in qualità di vicesegretario del glorioso partito liberale» contro B e «il satrapo russo con cui ama fare bisboccia...». Urla da destra: «Buffone!»

ORE 18:11 - F riprende il solitamente mite Antonio Martino che inveisce contro la sinistra. Micaela Biancofiore la bionda di Bolzano lo consola accarezzandogli teneramente la testa canuta.

ORE 18:02 - B scuote la testa pare sinceramente amareggiato. Tripudio dei suoi per Bersani.

ORE 18:00 - Bersani, che oggi festeggia come B il compleanno: «Mo vuoi venire con me a Napoli? Mo vogliamo andare insieme all'Aquila?». Da destra una deputata bionda: «Bersani, ma vaff...».

ORE 17:57 - Bersani sempre più identico al comico Ferrini, il romagnolo di Quelli della notte che vendeva i pedalò in unione sovietica: «Noi c'abbiamo una proposta...».

ORE 17:51 - In realtà il vero obiettivo dell'intervento scomposto di Di Pietro era Fini, costretto a difendere B.

ORE 17:49 - B è esausto. Non faceva un giorno alla Camera dal maggio 2008. Recita una parte che detesta.

ORE 17:41 - Casini: «Se nascono pure le leghe sud è la fine dell'unità nazionale». Purtroppo il rischio è reale.

ORE 17:39 - Casini: «Presidente, io le voglio bene, sono buono come lei...». B sorride sornione.

ORE 17:32 - Casini definisce con sospetta solidarietà F «uomo colpito nei suoi affetti più intimi».

ORE 17:31 - Montecarlo è la grande assente della giornata. Il Pdl non tira fuori la storia della casa neppure in risposta a Bocchino che invoca legalità e nuova etica pubblica.

ORE 17:28 - Bocchino sta esponendo il programma elettorale del nuovo partito finiano.

ORE 17:26 - Di Pietro ha coperto B di improperi. Il premier a malincuore ha chiesto più volte l'intervento di Fini. Il discorso di Bocchino, annunciato come durissimo, appare la quiete dopo la tempesta.

ORE 17:19 - B è caduto nelle provocazioni di Di Pietro.

ORE 17:17 - Ora Di Pietro lo chiama «imputato Berlusconi». B protesta e F lo richiama.

ORE 17:16 - Di Pietro conia il reato di «stupro della democrazia» e lo imputa ovviamente a B. Persino F è costretto a riprenderlo.

ORE 17:14 - Di Pietro ha le vene del collo molto gonfie, gli tremano le mani perché B ride.

ORE 17:01 - I voti sicuri dell'Mpa sono scesi a tre.

ORE 16:58 - Il deputato della Svp chiede garanzie sulla segnaletica alpina.

ORE 16:57 - (Pionati usava il plurale maiestatis: in realtà è l'unico deputato del suo partito).

ORE 16:56 - Pionati: «Presidente, il suo discorso ci ha convinto...».

ORE 16:51 - Polemicamente i deputati Pdl continuano ad applaudire B mentre parla F.

ORE 16:50 - «Ho passato agosto a lavorare come ministro dello sviluppo economico!».

ORE 16:49 - Applauso corale della destra ai 5 transfughi dell'Udc. B finalmente alza la voce: «Ho fatto una sola telefonata a una parlamentare che stava partendo per la Russia e non mi ha risposto, e non l'ho reiterata!».

ORE 16:43 - L'effetto del valium sta svanendo: «Abbiamo fatto la migliore riforma delle pensioni d'Europa!».

ORE 16:41 - Battuta inedita: «Non abbiamo mai messo le mani nelle tasche degli italiani...». Fassino, le cui tasche della giacca sono lunghe come sacchi, grida: «Non è vero!».

ORE 16:37 - «Le famiglie italiane sono in gran parte benestanti...».

ORE 16:37 - B: «Ho ascoltato con attenzione tutti gli interventi...».

ORE 16:14 - Tremaglia faticosamente mormora le ragioni del suo no. B telefona.

ORE 16:13 - La radicale Bernardini imputa a B pure i 27 suicidi nelle carceri.

ORE 16:04 - Verdini spiega che i sondaggi negativi non vanno presi sul serio: «Sì, magari sono arrabbiati con noi, ma non voteranno mai quegli altri».

ORE 16:02 - F invece si apparta con Verdini e ne esce imprevedibilmente vivo e integro.

ORE 15:55 - L'on. Angelucci, editore di Libero, controcorrente: «Le elezioni non ci saranno perché non convengono a nessuno». I sondaggi che ha in mano B devono essere davvero disastrosi.

ORE 15:52 - Molto in vista Mariarosaria Rossi, l'anfitriona delle feste estive nella villa di Tor Crescenza, delegata durante il discorso di B a chiamare l'applauso.

ORE 15:37 - Follini su B: «Pare che gli abbiano dato 50 gocce di valium. Vediamo se per la replica del pomeriggio gli sarà passato l'effetto».

ORE 15:35 - Chiarito l'arcano: il «dura minga» è di Bossi.

ORE 15:14 - Ricevo una mail firmata Bruce Chatwin: sono, o dicono di essere, i deputati Mpa che fanno sapere con tono da cospiratori che voteranno la fiducia. «Ci perdoni l'incognito ma dobbiamo essere prudenti»

ORE 14:51 - Fini fa sapere informalmente che il processo che porta al partito è di fatto avviato ma questo non implica affatto le sue dimissioni da presidente della Camera, anzi.

ORE 14:49 - Tremaglia dice che lui la fiducia a B non la vota manco morto.

ORE 14:37 - È ufficiale: la voce che girava è falsa. Tremonti, entrando in aula, non ha detto: «Dura minga».

ORE 14:14 - La Bindi presiede l'aula e annuncia una «risoluzione Bocconi». Voleva dire Bocchino ma non riesce a pronunciare il vocabolo.

ORE 14:02 - Fini è ancora riunito con i suoi. Potrebbe annunciare già oggi o domani il nuovo partito. Lascerebbe così la presidenza della Camera per guidare i futuristi e tenerli insieme.

ORE 13:55 - Calearo struggente: «Se non vado a destra è solo per Veltroni».

ORE 13:52 - L'on. Melchiorre, la deputata più sexy secondo gli autotrasportatori, che se ne intendono, demolisce il discorso di B: «Libro dei sogni, programma elettorale...». Non deve aver avuto il posto da sottosegretaria.

ORE 13:42 - Lupi controbatte con Nietzsche, purtroppo in italiano.

ORE 13:37 - Il biondo Castagnetti scatenato: «Bossi ha offeso non solo i romani ma pure noi reggiani, pure noi abbiamo nello stemma SPQR!».

ORE 13:33 - Il biondo Castagnetti rimisura l'appartamento di Montecarlo in 60 metri quadri.

ORE 13:30 - Qualche peone preso dall'entusiasmo tenta pure di baciare B sulle guance ma lui evita sconcertandolo con una serie di finte di corpo.

ORE 13:27 - Casini dopo aver demolito il discorso di B, lo va a omaggiare pubblicamente.

ORE 13:23 - B si sta assopendo.

ORE 13:21 - Pezzotta si inginocchia devoto: «Il cardinale Bagnasco, che è persona mite, mansueta, buona...».

ORE 13:18 - Adornato infierisce: «Il suo programma è come la Salerno-Reggio Calabria».

ORE 13:14 - Deborah Bergamini lascia a B una lettera, forse una supplica. Al fianco del premier, defilatisi Tremonti e Bossi, sono rimaste Prestigiacomo e Carfagna, la bionda e la bruna.

ORE 13:11 - Leoluca Orlando parte subito forte citando Goethe in tedesco con forte accento palermitano.

ORE 13:10 - La Lanzillotta dà a B dell'ipocrita ma B le dà le spalle e riceve i peones che sfilano a congratularsi.

ORE 13:07 - Giuliano Cazzola del Pdl ha fatto, senza ironia, un intervento di alto livello, dall'economia al diritto del lavoro. Forse per questo non l'ha ascoltato nessuno.

ORE 13:02 - La voce è che, entrando in aula, Tremonti abbia mormorato: «Dura minga...».

ORE 12:56 - Professor Tremonti che impressione ha avuto? «Io non parlo mai in Transatlantico».

ORE 12:54 - Alla vigilia si temeva un altro scontro a distanza ravvicinata tra F e B. I due si sono completamente ignorati.

ORE 12:50 - Per il Pd parla la Bindi: «Vi critica persino la Chiesa...».

ORE 12:43 - Calearo ancora indeciso: «Voglio vedere cosa dice il Pd». I colleghi lo apostrofano duramente: «Cosa vuoi che dica il Pd?».

ORE 12:39 - La Lega non fa parlare il capogruppo ma Caparini che non delude mai: «Noi siamo nella scia di Cattaneo, Gobetti, don Sturzo, Einaudi..».

ORE 12:35 - Santanché: «Oggi andrà bene. Purtroppo da domani si ricomincia».

ORE 12:34 - D'Alema: «All'estero chi ci vuol bene di Berlusconi ride. Figuratevi gli altri».

ORE 12:24 - Casini: «Pareva il primo giorno di scuola. Qualcuno gli dica che i fondi per la Salerno-Reggio Calabria che lui dà per finita li hanno bocciati in commissione proprio stamattina».

ORE 12:19 - Scettici i finiani. Bocchino: discorso di inizio legislatura. Granata: comizio.

ORE 12:17 - Tremonti si apparta con Vendola. Ricorre più volte la parola Veltroni.

ORE 12:11 - Brunetta: «Discorso alto».

ORE 12:11 - Rotondi vive il discorso di B come una vittoria personale: «Democristiano, democristianissimo».

ORE 12:05 - Piccola folla di deputati Pdl fuori dalla stanza del presidente del consiglio a Montecitorio, in attesa dietro la porta chiusa per congratularsi.

ORE 12:00 - Fa cenno che preferisce non stringere mani. Però si alza e accenna un inchino al pubblico come a teatro.

ORE 11:58 - Fini manda sms. B lancia un appello generico a tutti i deputati che hanno la stessa visione della vita (e sono cinque) e della famiglia.

ORE 11:56 - Nessun riconoscimento ai finiani. Solo un invito, senza nominarli: «Fate uno sforzo». Loro non applaudono mai, come fossero ormai un partito d'opposizione.

ORE 11.54 - In tribuna Bruno Vespa prende appunti.

ORE 11:52 - Ora rivendica la vitalità del Pdl. Bocchino e Menia parlottano e chiudono mandandosi a quel paese.

ORE 11:50 - «La mia stessa indole personale mi porta a cercare l'intesa...». Finalmente risuona in aula la parola proibita: Montecarlo!

ORE 11:47 - «Un paese in cui l'unica materia prima sono i nostri giovani».

ORE 11:46 - Tremonti annuisce quando B cita la sua formula magica per la rivoluzione liberale attesa da 16 anni: «Tutto quel che non è vietato è consentito».

ORE 11:43 - D'Alema fa origami. La Madia lo guarda incantata.

ORE 11:41 - Bonaiuti ha sotto mano il testo e lo rilegge a fior di labbra all'unisono con B.

ORE 11:40 - Anche la Battipaglia-Reggio avanza.

ORE 11:39 - «Entro dicembre pronto il progetto del Ponte sullo Stretto!». Boato.

ORE 11:38 - Sul «completamento della Salerno-Reggio Calabria» la risata è generale. B; «Va be', ci sono lavori in corso...»

ORE 11:38 - Sull'«aumento della sicurezza percepita» Enrico Letta e la Bindi scoppiano a ridere .

ORE 11:37 - F si appalesa richiamando Furio Colombo alla calma.

ORE 11:36 - «Una grande squadra che si chiama finalmente Stato!». Tutti in piedi anche i leghisti. Restano seduti solo i finiani.

ORE 11:34 - Sulla lotta alla mafia grida inevitabili: «Dell'Utri!».

ORE 11:33 - Più soldi per la giustizia e per le carceri. Nessun accenno al processo breve ma un vago richiamo alla «ragionevole durata».

ORE 11:31 - Stefania Craxi entusiasta del passaggio sull'uso politico della giustizia.

ORE 11:30 - Due Csm, separazione delle carriere, responsabilità dei magistrati: finalmente si scatena l'entusiasmo da destra.

ORE 11:29 - È la quarta volta che B cita la difesa della vita. Il Papa non avrà divisioni ma qualche voto sì, e pure qualche parlamentare.

ORE 11:28 - Casini non applaude neppure quando B indica l'obiettivo del quoziente familiare, da lui richiesto. Tremonti, che non lo vuole, a braccia conserte. Bossi applaude battendo la mano destra sul tavolo

ORE 11:20 - B rivendica ora di essersi battuto per i diritti delle donne. Si ode un sibilo da sinistra:«E delle veline!».

ORE 11:19 - Sull' «Italia che finalmente svolge un ruolo da protagonista sulla scena internazionale» primi brusii indignati da sinistra. B imperterrito ripete di aver fatto fare la pace a russi e americani.

ORE: 11:14 - I deputati leghisti ostentano sui banchi La Padania di oggi dal sobrio titolo, tipo poliziesco anni 70: «Il Nord si incazza».

ORE 11:11 - Finalmente un attacco, a Di Pietro - non nominato -: «Il linguaggio di odio genera eversione». Applausi anche da sinistra per l'elogio dei militari e del trentesimo caduto in Afghanistan.

ORE 11:08 - Attacco alato. Stile sobrio. Evocazione di Napolitano. E pure l'attesa citazione di Veltroni che citava Calamandrei. Pare un docente emerito di diritto costituzionale.

ORE 11.04 - Bossi, ovviamente, accanto a Tremonti. Il Senatur è particolarmente temuto dalle deputate per il vizietto, ovviamente involontario, della mano morta. L'altro giorno è toccato alla Meloni che ha reagito con una gomitata d'istinto.

ORE 11:01 - Fini (d'ora in poi: F) vince la gara su chi arriva in aula per ultimo. Con Berlusconi (d'ora in poi: B) si ignorano completamente.

ORE 11:00 - Tremonti ha occupato il posto alla sinistra di Berlusconi.

ORE 10:59 - Antonio Martino: «Ho consigliato a Berlusconi di individuare un punto forte e, se gli altri non lo seguono, dimettersi. Come il generale de Gaulle». Vasto programma.

ORE 10:52 - Anticipazioni del discorso: Berlusconi evocherà lo spirito del suo insediamento di due anni fa e riconoscerà i meriti sul bipolarismo di Veltroni. Per Veltroni, quasi un colpo di grazia.

ORE 10:32 - Gran viavai di cani a Montecitorio. Insieme con il discorso di Berlusconi e il voto di fiducia, si tiene a Palazzo il 90 anniversario dell'associazione ciechi, guidati da mansueti cani lupo e labrador. Non saranno certo loro i peggiori in campo oggi.

mercoledì 29 settembre 2010

LIBERA NOS A LUAME

Signore, liberaci dalla merda.
Si parla di Vittorio Sgarbi e del suo insultare l'interlocutore, in questo caso Marco Travaglio, dandogli del "pezzo di merda tutto intero".

Ovviamente non è questa la novità, che altrimenti non mette conto parlarne.
L'innovazione è dovuta agli avvocati Giampaolo Cicconi e Fabrizio Maffiodo che dicono che Sgarbi con «la frase "è un pezzo di merda tutto intero" non ha comunque diffamato il dottor Travaglio, atteso che la frase non ha alcuna valenza offensiva».
Infatti i suoi due legali, presumibilmente su ispirazione «artistica» del loro stesso cliente, hanno steso una memoria difensiva che resterà negli annali. Per loro, infatti, quella lì non è un'offesa. Può essere mai volgare la natura? «Se in un agriturismo ci forniscono prodotti dell'agricoltura biologica significa che essi sono fatti con la merda nel senso che l'agricoltura biologica vuol dire coltivazioni in terreni concimati non con prodotti industriali ma con letame, con la merda, appunto, la quale serve a fertilizzare i terreni».

Al di là del concetto bucolico che indubbiamente apprezziamo, noi saremmo contenti se Sgarbi venisse assolto: potremmo dargli del "pezzo di merda", intero o frazionato, tutti i santi giorni che Dio manda in terra, senza tema di essere querelati.
E so' soddisfazioni queste.

martedì 28 settembre 2010

IL CORPO DELLE DONNE

In queste ultime settimane la cronaca parla spesso di neonati morti dopo il parto, di medici che fanno a botte perchè dissentono sulle decisioni dell'altro collega di voltarla a cesareo.
A questo si aggiunge la notizia di circolari ministeriali che invitano i primari ospedalieri a ridurre drasticamente il numero di cesarei, di cui la nostra regione è capofila (si parla del 62%, ma non so se sia credibile).
Spesso sono le donne stesse a chiederlo, o perchè preoccupate per la salute del nascituro o perchè sono distrutte da un lunghissimo travaglio. E altrettanto spesso le donne arrivano al parto senza alcuna preparazione e il panico è alquanto frequente.
Quando ero in attesa di mio figlio ho fatto un corso di preparazione al parto e credo sia stato utilissimo. Lo tenevano un medico ostetrico, una psicologa reichiana e una fisioterapista.
Si parlava, si faceva ginnastica e ci spiegavano come dovevamo affrontare questa esperienza, forse la più importante nella vita di una donna.
Ricordo in particolare una discussione che riguardava le varie tecniche (allora andava molto il parto pilotato).
E ci spiegarono che spesso dal parto pilotato si arrivava al cesareo perchè era considerato molto comodo, particolarmente dai medici. Si stabiliva una data, e anche senza dolori, ti appendevano un flacone di ossitocina ed aveva inizio il travaglio.
Vuoi mettere dover correre last minute in ospedale o in clinica per assistere la propria paziente?
Insomma, l'alto numero di cesarei in cliniche e ospedali è stato un problema da sempre, è la tendenza ad assimilare lo stato gravidico ad una malattia e prevedere quindi anche l'uso del bisturi come routine.
Il governo che sta tagliuzzando dappertutto (e tra poco il welfare ce lo giocheremo tutto) è andato a fare i conti anche su questo.
Viene da considerare che le donne continuano ad essere espropriate di ogni decisione che riguarda la loro vita e quella del bambino. I medici ritengono di essere gli unici a dover decidere, anche se in caso di errore di valutazione, al creatore ci vanno la donna e/o il suo bambino.
I casi che si sono verificati ultimamente lo dimostrano.
A ROMA SE PARLA COSI'

Ao' ... ma tu 'ndò l'hai parcheggiata la biga stamattina?
Io? In seconda fila, no?

Eh sì, il senatùr, non potendosi esprimere col dito medio, ha eruttato l'ennesima stronzata
.
http://www.unita.it/news/italia/103965/bossi_senza_freni_questi_romani_sono_porci_corrano_con_le_bighe

Però stavolta l'ha fatta grossa, ha fatto incazzare Gianni Alemanno.
Vendetta, tremenda vendetta.
E lo sapete Alemanno adesso che fa?
No, che fa?

SCRIVE A BERLUSCONI!!!!!!!!


lunedì 27 settembre 2010

PRIMA DI TUTTO

Prima di tutto dissero che l'inno era brutto
e fui contento, perché lo pensavo anch'io

Poi usarono i nostri soldi per le quote latte
e stetti zitto, perché tanto li avremmo sprecati

Poi chiusero le università ai non residenti
e non dissi niente, perché ero già laureato

Poi eliminarono trentadue treni per i pendolari
e mi sentii fortunato, perché abitavo in centro

Un giorno chiusero l'ospedale della mia città
ma non potevo protestare, ero già morto

(http://www.marcoesposito.eu/)

Una attuale parafrasi della poesia attribuita a Bertold Brecht, Berlino, 1932. Attribuita anche al pastore Martin Niemöller

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.

Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.

Poi vennero a prendere i comunisti,
ed io non dissi niente, perché non ero comunista.

Un giorno vennero a prendere me,
e non c'era rimasto nessuno a protestare.

domenica 26 settembre 2010

CORSI E RICORSI

Prima o poi certe decisioni diventano un boomerang


(vignetta di Nuele - Emanuele Diliberto)

venerdì 24 settembre 2010

MA CHE LINGUA E'?

La porta è allarmata (cartello all'uscita di sicurezza di Zara)
Il paziente è allettato (la caposala in ospedale)
Il soggetto è stato attenzionato (un carabiniere in tv)

L'ultima sentita poco fa: smettila di freneticare (ohibò)

mercoledì 22 settembre 2010

L'ALBATROS

ricordando Alda Merini

L'albatros

Io ero un uccello

dal bianco ventre gentile,
qualcuno mi ha tagliato la gola
per riderci sopra,
non so.
Io ero un albatro grande
e volteggiavo sui mari.
Qualcuno ha fermato il mio viaggio,
senza nessuna carità di suono.
Ma anche distesa per terra
io canto ora per te
le mie canzoni d'amore.
LA CAMPAGNA ACQUISTI (secondo Makkox)

martedì 21 settembre 2010

LIBRO E MOSCHETTO......

Corsi paramilitari saranno svolti presso i licei italiani. Lo prevede l'accordo tra la ministra Gelmini e il ministro LaRussa.

Secondo codesto progetto:
“la pratica del mondo sportivo militare, veicolata all’interno delle scuole, oltre ad innescare e ad instaurare negli studenti la “conoscenza e l’apprendimento” della legalità, della Costituzione, delle istituzioni e dei principi del diritto internazionale, permette di evidenziare, nel percorso educativo, l’importanza del benessere personale e della collettività attraverso il contrasto al “bullismo” grazie al lavoro di squadra che determina l’aumento dell’autostima individuale ed il senso di appartenenza ad un gruppo”.
Seguirà, a fine corso, “una gara pratica tra pattuglie di studenti".

Intanto si è aperto il dibattito: è giusto trasformare la scuola pubblica in un collegio militare? O è solo un'opportunità in più per i ragazzi di avvicinarsi a organismi e istituzioni come protezione civile, esercito e croce rossa?

E non era più giusto aprire al servizio civile e al volontariato?
E cosa è previsto per quei giovani che volessero rifiutare l'uso delle armi? Li porteranno al carcere militare come gli obiettori di coscienza di un tempo?


IL PRANZO DELLA DOMENICA

Domenica senza pargolo di ritorno.
D.M. ed io da soli. Decido di non cucinare il primo piatto e il menù è composto da:
filetto di merluzzo all'acqua pazza
peperoni ripieni ('mbuttunati)
carciofi affogati olive e capperi

La D.M. rientra per pranzo e chiede: cosa si mangia?
Elenco quanto sopra.
Ah, senza pasta? Vabbè, ci arrangiamo.

Ci arrangiamo? Avevo cucinato tutta mattina e la risposta è ci arrangiamo? Neanche avessi preparato spaghetti aglio e olio?
Ok, domenica prossima aglio e olio, è deciso.

giovedì 16 settembre 2010

C'ERA UNA VOLTA IL SEMAFORO

A Napoli, si sa, la gente non ha un buon rapporto con i semafori.
Rosso e verde sembrano essere solo colori, senza alcun legame con la viabilità. Per tacer del giallo.
Bisogna però dire che a volte le decisioni autarchiche (passo lo stesso anche se è rosso, passa tu che poi passo io) impediscono che si paralizzino le strade, visto che ormai i vigili li trovi solo nelle isole pedonali.
Affachè? La stessa cosa dei finanzieri e dell'esercito (che stamattina sbadigliavano a via Scarlatti a quattro per volta).
Ma di tanto in tanto accadono cose strane.
Nell'incrocio di via Rossini nei pressi del Collana, a qualcuno è venuto in mente di fare una bella rotonda (ormai vanno di moda) per agevolare il traffico che finisce spesso a croce uncinata.
Detto fatto, e rotonda sia. L'hanno costruita con tanti bei blocchi di plastica colorati, giallo e rosso come le costruzioni Lego e i semafori alle quattro vie sono stati convertiti al giallo lampeggiante.
E qui avviene la cosa strana: quando un pedone si accinge a traversare una delle strisce zebrate, viene inesorabilmente puntato dall'auto che sopraggiunge e a volte anche debitamente insultato.
Si, perchè gli automobilisti napoletani, gli stessi che non si fermavano a quello stesso semaforo rosso, ora si ricordano che lì una volta c'era il semaforo funzionante e tu non devi attraversare. Aspetta il verde, eccheccappero!!!!
Sono come l'acqua che ha memoria delle sostanze omeopatiche ivi disciolte. Tu non le vedi, ma lei se le ricorda.

giovedì 9 settembre 2010

E ANCORA SULLA VIVISEZIONE

Con la direttiva europea sulla sperimentazione animale approvata ieri, gli animali randagi rischiano di finire sotto il bisturi: l'articolo 11 prevede che possano essere sacrificati sull'altare della scienza se non è possibile raggiungere altrimenti lo "scopo della procedura" di ricerca. È stata questa deroga, assieme a quella sulla vivisezione delle grandi scimmie come lo scimpanzé che condivide con la specie umana oltre il 98 per cento del Dna, a suscitare le maggiori proteste, spingendo 40 eurodeputati ad alzarsi abbandonando l'aula in segno di protesta.

Due anni di discussione per varare questa direttiva e al momento non sappiamo se anche l'Italia si adeguerà, visto che abbiamo leggi meno permissive in materia.

Secondo molte associazioni la norma peggiorerà il trattamento degli animali su cui si fanno esperimenti scientifici. E' stata, infatti, introdotta la possibilità di usare la stessa cavia più volte

In una intervista Margherita Hack aveva detto:
Io penso che la vivisezione sia una cosa tremenda e che, se in qualche caso fosse indispensabile, dovrebbe esser fatta sotto anestesia ed in modo da non far soffrire l'animale. Infatti ci sono delle leggi secondo cui un animale dovrebbe essere utilizzato una sola volta, sotto anestesia. Altrimenti è una barbarie, specialmente oggi che può essere sostituita dallo studio in vitro, senza far soffrire gli animali. Oltre a questa sofferenza fisica poi, c'è anche una sofferenza psichica dell'animale tenuto in gabbia, in condizioni completamente innaturali e che si potrebbe per lo meno questo evitare... Se molti scienziati si dichiarano ancora favorevoli è perché l'amore per gli animali ancora non tutti ce l'hanno e perché è tanto comodo seguitare sulla vecchia strada; soprattutto però c'è l'insensibilità verso gli animali.

ELENCO DEI " PARLAMENTARI EUROPEI " CHE HANNO VOTATO A FAVORE (e dai quali attendiamo spiegazioni e delucidazioni in merito):

1 - Gabriele ALBERTINI ( PPE - PdL) 2 - Magdi Cristiano ALLAM ( PPE - Io Amo l'Italia) 3 - Roberta ANGELILLI ( PPE - PdL) 4 - Antonello ANTINORO ( PPE - UDC) 5 - Alfredo ANTONIOZZI ( .PPE ...- PdL) 6 - Pino ARLACCHI ( ALDE/ADLE - IdV) 7 - Raffaele BALDASSARRE ( PPE - PdL) 8 - Paolo BARTOLOZZI ( PPE - PdL) 9 - Sergio BERLATO ( PPE - PdL) 10 - Luigi BERLINGUER ( S&D - PD) 11 - Mara BIZZOTTO ( EFD - Lega Nord) 12 - Vito BONSIGNORE ( PPE - PdL) 13 - Mario BORGHEZIO ( EFD - Lega Nord) 14 - Antonio CANCIAN ( PPE - PdL) 15 - Carlo CASINI ( PPE - UDC) 16 - Sergio Gaetano COFFERATI ( S&D - PD) 17 - Giovanni COLLINO ( PPE - PdL) 18 - Lara COMI ( PPE - PdL) 19 - Paolo DE CASTRO ( S&D - PD) 20 - Luigi Ciriaco DE MITA ( PPE - UDC) 21 - Herbert DORFMANN ( PPE - SVP) 22 - Carlo FIDANZA ( PPE - PdL) 23 - Lorenzo FONTANA ( EFD - Lega Nord) 24 - Elisabetta GARDINI ( PPE - PdL) 25 - Roberto GUALTIERI ( S&D - PD) 26 - Salvatore IACOLINO ( PPE - PdL) 27 - Vincenzo IOVINE ( ALDE/ADLE - IdV) 28 - Giovanni LA VIA ( PPE - PdL) 29 - Clemente MASTELLA ( PPE - UDE) 30 - Barbara MATERA ( PPE - PdL) 31 - Mario MAURO ( PPE - PdL) 32 - Erminia MAZZONI ( PPE - PdL) 33 - Claudio MORGANTI ( EFD - Lega Nord) 34 - Alfredo PALLONE ( PPE - PdL) 35 - Pier Antonio PANZERI ( S&D - PD) 36 - Aldo PATRICIELLO ( PPE - PdL) 37 - Mario PIRILLO ( S&D - PD) 38 - Gianni PITTELLA ( S&D - PD) 39 - Vittorio PRODI ( S&D - PD) 40 - Fiorello PROVERA ( EFD - Lega Nord) 41 - Licia RONZULLI ( PPE - PdL) 42 - Oreste ROSSI ( EFD - Lega Nord) 43 - Potito SALATTO ( PPE - PdL) 44 - Matteo SALVINI ( EFD - Lega Nord) 45 - Amalia SARTORI ( PPE - PdL) 46 - David-Maria SASSOLI ( S&D - PD) 47 - Giancarlo SCOTTÀ ( EFD - Lega Nord) 48 - Marco SCURRIA ( PPE - PdL) 49 - Sergio Paolo Francesco SILVESTRIS ( PPE - PdL) 50 - Francesco Enrico SPERONI ( EFD - Lega Nord) 51 - Salvatore TATARELLA ( PPE - PdL) 52 - Iva ZANICCHI ( PPE - PdL)

Su l'Unità c'è una lettera di spiegazioni del parlamentare europeo Paolo de Castro (PD) che qui compare nell'elenco dei votanti. Ci sono anche commenti dei lettori che non ritengono motivate appropriatamente le sue dichiarazioni.
Si precisa che le parlamentari Sonia Alfano (IDV) e Debora Serracchiani (PD) hanno votato contro.

 

lunedì 6 settembre 2010

IL VECCHIO BAVOSO E LE DONNE CHE VINCONO

Memore degli esempi che vengono dall'alto, Bruno Vespa, alla premiazione del Campiello opera prima ci regala una ignobile perla:
"Assegniamo ora il Premio Campiello opera prima a Silvia Avallone, autrice del romanzo "Acciaio"', e prego la regia di inquadrare il suo strepitoso décolleté".

La vincitrice Michela Murgia con il libro Accabadora, allibita, dice:
"Ma come è possibile? Vespa si comporta come un vecchio bavoso!".
Deve essere stata dura da digerire l'assegnazione di due premi Campiello a scrittrici donne, da parte di uomini che tengono in considerazione le donne solo sotto forma di veline o altro.

Gad Lerner su Repubblica (lui c'era)



Sex & Campiello

In margine alla cerimonia per il Premio Campiello, una giovane scrittrice, Opera Prima, è stata lusingata dal cavalleresco conduttore, Bruno Vespa, a proposito del suo decolletè (come si nominano le tette in salotto). In ossequio alla “par condicio”, vorrei proporre all’attenzione dei media le qualità di alcuni scrittori: le spalle di Gianrico Carofiglio( vastissime), i riccioli di Sandro Veronesi (graziosi), le cosce di Antonio Pennacchi (affusolate), il fascino di Erri De Luca ( rugoso e radioso), la figura di Gad Lerner ( slanciata), il musetto di Paolo Giordano (armonioso), il “pacco” di Aldo Busi (ragguardevole), l’eleganza di Mario Fortunato (impeccabile), i baffi di Tiziano Scarpa ( solenni), il sorriso di Giancarlo De Cataldo (irresistibile), il sex appeal di Emanuele Trevi (umbratile), le natiche di Mauro Covacich (toniche), i pettorali di Antonio Franchini (potenti).....

Lidia Ravera su l'Unità

domenica 5 settembre 2010

PIZZA OGGI A OTTO

Umorismo macabro o imbecillità? Difficile dirlo.
Ma forse neanche a Totò sarebbe venuto in mente di spedire un sottosegretario di nome Pizza a discutere con i precari in sciopero della fame in piazza a Palermo.
E invece a questo emerito governo sì, è venuto in mente ed ecco il Pizza a Palermo.
E gli è andata bene, ha rischiato di essere mangiato e pagato "oggi a otto", come le pizze di una volta.

Per chi non fosse di madre lingua partenopea:
"oggi a otto" era il sistema di pagamento delle pizze consumate. Oggi la mangi e la paghi tra otto giorni.
Una specie di finanziaria alimentare.

giovedì 2 settembre 2010

LA SCOPERTA DELL'ACQUA CALDA

Ieri mattina il pargolo si è svegliato ed ha scoperto tristemente che lo scaldino non erogava acqua calda.
Logicamente c'erano anche una decina di gradi in meno fuori, insomma faceva un bel freschetto.
Lavatosi a pezzi, figurati se si faceva una doccia gelata, si è messo alla ricerca di un tecnico con cui ha preso appuntamento nel pomeriggio per vedere il da farsi.
Il tecnico, puntuale, ha subito scoperto l'acqua calda: lo scaldino andava a pile, due belle torcione, che servono ad accendere il piezoelettrico e queste si erano scaricate lasciandolo al fresco.
Devo confessare che nè io, nè la D.M. nè altri sapevamo di questa funzionalità e infatti a chiunque l'ho detto ne è uscita una bella risata e varie esclamazioni tipo: uauauauuau lo scaldino a pile?
Ma pensandoci bene è una furbata, perchè la mia caldaia a gas che va a corrente, se manca la corrente nun s'appiccia.
Ergo, evviva le pile.

mercoledì 1 settembre 2010

LA RIVOLTA DEI VECCHIETTI  (avete mai visto Cocoon?)

Mio malgrado, sono costretta a frequentare il CUP della mia ASL, causa frequenti controlli. Vi sono lì ottimi specialisti e quindi mi rassegno ai disservizi più svariati.
Inutile aggiungere che le prenotazioni telefoniche qui non si possono fare, figuriamoci quelle online poi.
Stamattina dovevo prenotare una delle solite visite long range (mai meno di 6 mesi), ho ritirato il numeretto, 33 e ho dato un'occhiata al numeratore, segnava 59.
Va bene, mi sono detta, arriva a 100 e ricomincia e allora vado, faccio la spesa, qualche commissione e ritorno.
E infatti alle 12,15 rientro nella sala d'aspetto e il numero era 86. Son passate circa due ore ed hanno sbrigato solo 27 persone. Mi è venuta voglia di fare dietrofront e andare a casa, la sala era piena di persone rassegnate e silenziose ma ho letto un cartello che diceva che l'ufficio CUP chiude alle 13 e mi sono leggermente incazzata. E allora ho cominciato a brontolare, chiedendo spiegazioni circa l'evasione delle richieste. Scopro aprendo la porta che c'è una sola persona addetta al computer (lento quanto la misericordia di Dio) e riferisco immantinente agli astanti.
Subito un signore dà di piglio al cellulare e annuncia di voler chiamare i carabinieri. La guardia giurata si dà da fare per fermarlo, un altro signore armato di bastone si avvicina minacciosamente chiedendo di far venire giù il dirigente responsabile a fornire spiegazioni.
Costui se ne guarda bene, ma spedisce giù un altro impiegato (erano ormai le 13) che ci dice che l'ufficio non chiude, non prima di avere evaso tutte le richieste. In due addetti la cosa si velocizza un pò e così alle 13,20 riesco a fare la mia prenotazione.
Oggi si sono sfiorate le mazzate. Domani si replica.
IL GAVA E IL PESO DELLE DONNE (Buon peso)



E ci mancavano solo le veline islamiche.