Nisida

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martedì 31 maggio 2011

BLOG NOTES (che vale la pena ricordare e nel tempo rileggere)

L’AMACA del 31/05/2011 (Michele Serra)

Ieri, lunedì 30 maggio 2011, verso le quattro del pomeriggio, sono finiti per sempre gli anni Ottanta italiani, il decennio più lungo della storia del mondo. È finita la politica del cerone e delle facce rifatte, delle convention, delle escort, delle olgettine, degli spot, della tivù dei telegatti e delle cerimonie di corte, dell’edonismo fintoallegro, dell’ignoranza caciarona spacciata per genuinità popolare (ingannando atrocemente il popolo). È finita la fiction. Quello che verrà dopo, non lo sappiamo. Ma sappiamo, finalmente, che un dopo esiste, e questo bastava, a Milano e altrove, per abbracciarsi con gli occhi pieni di benedette lacrime. Voglio dedicare questo giorno di felicità e di liberazione ai due o trecento ragazzini salariati che ho incontrato in piazza del Duomo al comizio di chiusura della Moratti: facevano pensare a una vecchia canzone di Gaber: “Non sanno se ridere o piangere, batton le mani”. Il set che, di qui in poi, verrà inesorabilmente smontato era anche il loro set. Vorrei tanto che anche per loro cambiasse qualcosa. Io vengo da una famiglia di destra, e non era una destra così triste. Era una destra onesta, silenziosa, sobria, borghese. È stato un bel luogo dove crescere, e un bel luogo dal quale fuggire verso la mia vita. Quello che Berlusconi ha fatto alla destra italiana è spaventoso. Non gli potrà mai essere perdonato.

Da La Repubblica del 31/05/2011.


BUONGIORNO del 31/05/2011 (Massimo Gramellini)

Anno Zero

Ieri in Italia sono finiti gli Anni Ottanta. Raramente nella storia umana un decennio era durato così a lungo. Gli Anni Ottanta sono stati gli anni della mia giovinezza, perciò nutro nei loro confronti un dissenso venato di nostalgia. Nacquero come reazione alla violenza politica e ai deliri dell’ideologia comunista. L’individuo prese il posto del collettivo, il privato del pubblico, il giubbotto dell’eskimo, la discoteca dell’assemblea, il divertimento dell’impegno. La tv commerciale - luccicante, perbenista e trasgressiva, ma soprattutto volgarmente liberatoria - ne divenne il simbolo, Milano la capitale e Silvio Berlusconi l’icona, l’utopia realizzata. Nel pantheon dei valori supremi l’uguaglianza cedette il passo alla libertà, intesa come diritto di fare i propri comodi al di fuori di ogni regola, perché solo da questo egoismo vitale sarebbe potuto sorgere il benessere.

Purtroppo anche il consumismo si è rivelato un sogno avvelenato. Lasciato ai propri impulsi selvaggi, ha arricchito pochi privilegiati ma sta impoverendo tutti gli altri: e un consumismo senza consumatori è destinato prima o poi a implodere. Il cuore del mondo ha cominciato a battere altrove, la sobrietà e l’ambientalismo a sussurrare nuove parole d’ordine, eppure in questo lenzuolo d’Europa restavamo aggrappati a un ricordo sbiadito. La scelta di sfidare il Duemila con un uomo degli Anni Ottanta era un modo inconscio di fermare il tempo. Ma ora è proprio finita. Mi giro un’ultima volta a salutare i miei vent’anni. Da oggi si guarda avanti. Che paura. Che meraviglia.

da La Stampa del 31/05/2011

4 commenti:

  1. Buono a sapersi (anche se le spalline le ho archiviate dal dì...)

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  2. eran tante le cose che avevo archiviato , anche la speranza di rivedere una città migliore (o almeno decente). Sto furiosamente ripescando nel cascione. 
    L'altra sera ho ritrovato una camicia arancione che non vedevo da secoli e l'ho indossata per la festa. Aria nuova, cominciamo da noi stessi.

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  3. Faccio tutto quello che serve ma chiedo una deroga per gli abbigliamenti : ho resistito all'eskimo,allo zoccolaccio,al gonnellone mantenendo il guardaroba fuori dalle ideologie, sarebbe anche tardi per incominciare a portare le divise.
    E poi c'è un piccolo particolare : nelle foto il molto arancione delle piazze arancizza anche la nostra Diletta Bandiera per dirla con Melania Hamilton, La Federazione dei sinistri presto si risentirà.

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  4. io guardo sempre con un po' di nostalgia all'eskimo, praticissimo dalle mille tasche. Ci usciva di tutto, dalla lattina di coca cola al panino al salame. Ma l'arancione mi è sempre piaciuto, anche se adesso non oso più indossarlo, somiglierei troppo ad una zucca di halloween.
    Circa le bandiere, rassicurati. Il rosso prevaleva, i rifondaroli le hanno portate a mazzi interi.

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