Nisida

Nisida

mercoledì 28 settembre 2011

giovedì 22 settembre 2011

LA NEMESI

LES FOUS DU PORT JAZZ BAND

Momenti musicali nell'isola pedonale.

CONTRO IL LOGORIO DELLA VITA MODERNA

Bellavia ha piazzato i tavolini al centro di via Luca Giordano, cosiddetta area pedonale ztl, percorsa da bus e quant'altro, quando non è piantonata dai vigili urbani
Prenditi un Cynar, diceva Calindri, sorseggiando tranquillamente il suo amaro in mezzo al traffico.

domenica 18 settembre 2011


QUESTA NON PUO' PROPRIO PASSARE

Perchè ci vuole veramente tanto tanto pelo sullo stomaco per paragonare l'Avanti! di Lavitola a quello di Pertini.



L'autore di questa vergognosa pagina è Marcello Veneziani, da tempo considerato l'intellettuale di destra (ne avevano solo uno?)
Ma a noi piace ricordarlo così, come colui che piagnucolava sul Corriere perchè dopo aver lasciato la moglie per una più appetibile squinzia, costei per dispetto gli bruciava i libri a rate.



E questo, diciamocelo, per un intellettuale è veramente un colpo al cuore (ad avercelo un cuore).

 

giovedì 15 settembre 2011

VIAGGIO IN TURCHIA - 5

Fra le tante attrazioni c’era pure la gita in caicco e così io e la D.M. ci siamo imbarcati sul caicco turco, seduti sul cassero su grandi cuscini alla turca, con musica turca che andava a gogò che pareva un vascio navigante. Esperienza decisamente traumatizzante una lambada in salsa turca.

Lo staff della barca faceva di tutto per far divertire i turisti. C’è stata persino una danza orientale en travestì. Ho anche assistito al bagno di alcune ragazze rigorosamente vestite di nero dalla testa ai piedi che si tuffavano a cufaniello.

Ci hanno poi sbarcati sulla Camel Beach dove tutti hanno fatto le foto ricordo con i cammelli. Abbiamo anche provato il brivido di un controllo della Polizia marina che ci ha tenuti sotto il sole per una buona oretta, scusandosi in un inglese tremendo. Nel frattempo i giovanotti hanno rimediato un bel verbale.

Arrivati al martedì, stavamo passeggiando sulla megaterrazza, ammirando il tramonto dietro le isole quando, non vedendo un bassissimo scalino, sono atterrata a volo d’angelo sul pavimento marmoreo. E non mi sarei fatta niente se non fossi cascata sul MacBook che stava nella mia borsa, che per vendetta si è appizzato nelle costole. Lui non si è fatto niente, io sì. Al momento non sembrava nulla di grave, mi sono rialzata e camminavo bene, ma ora mentre scrivo sto ancora acciaccata, dovendo far ricorso ad antidolorifici per dormire almeno un po’ la notte. Pare che sarà una cosa lunga.

In realtà la cosa lunga è risultata più grave del previsto, merito della mia alta soglia del dolore, a quanto pare: quattro costole fratturate. Unica cura: riposo in branda. E così abbiamo finito di vagabondare.
 

giovedì 8 settembre 2011

VIAGGIO IN TURCHIA - 4

Il villaggio si affaccia sul mare, con le sue casette bianche e tutti i colori delle bouganville, ha due grandi piscine e una più piccola per i bambini, dotata di lunghi scivoli e giochi d’acqua.
E’ frequentato dall’alta borghesia turca, famiglie con bambini e vari stranieri, francesi e tedeschi. Italiani pochi, abbiamo scorto solo qualche milanese con puzzetta al naso, sparito dopo qualche giorno.
Si parla l’inglese come alternativa al turco ma solo alla reception è possibile capirci qualcosa. In giro molti camerieri di buona volontà che fanno di tutto per accontentare i clienti.
Ovunque si trovano le tip box, la scatola delle mance che qui sono fondamentali. C’è stata richiesta persino dalle hostess della Turkish Airlines sul volo di ritorno ed è stato alquanto spoetizzante, anche se chiarisce bene il ruolo della hostess: cameriera di bordo.
Gli ospiti del villaggio frequentano preferibilmente le piscine, occupando fin dalle prime luci dell’alba i lettini ombreggiati, ciascuno attaccato al suo iPhone e iTab. Qualcuno azzarda un MacBook.
Molto frequentati anche i bar sparsi dove i tedeschi si abbeverano continuamente di birre e schweppes.
Molto apprezzato anche il five ‘o clock tea, con tè, caffè e dovizia di pasticcini all’inglese.
Colazione pranzo e cena sono serviti con un megabuffet, dove si può trovare tutto il desiderabile, compresa la pasta.
Introvabile logicamente il maiale e suoi derivati. Si possono solo ammirare dei wurstel di pollo e un salame di tacchino. Per il resto agnello e montone in tutte le salse.
I dolci sono decisamente immangiabili, pieni di canditi, miele, frutta secca che ci trasformerebbero presto in montagne di grasso, da ricoprire pietosamente con un burqa.
Infatti parecchie signore di notevole stazza circolano per il villaggio, indossando lenzuoloni copri miserie a mo’ di pareo.
 

lunedì 5 settembre 2011

VIAGGIO IN TURCHIA - 3


Inizia la settimana all inclusive al Kadikale Resort, un villaggio a 15 Km da Bodrum, l'antica Alicarnasso.
Si trova sulla costa sud della Turchia, sul mar Egeo, dove c’è il castello di San Pietro, costruito dai Cavalieri Ospitalieri, poi chiamati di Rodi e il Mausoleo del re Mausolo, una delle sette meraviglie del mondo.
Alicarnasso è anche famosa perché vi nacque lo storico greco Erodoto.

Il villaggio si trova all’interno di una baia chiusa da due isolotti di cui uno abitato da una folta colonia di gabbiani.

Sul lato destro c’è un altro grande villaggio chiamato Gardens of Babylon e a sinistra c’è il paesino di Turgutreis, con un bel porticciolo pieno di barche a vela ed una grande moschea con due minareti che sembrano due matitoni giganti contro il cielo.
Cinque volte al giorno (durante il Ramadan sei) il muezzin dà fiato agli altoparlanti e invita i musulmani alla preghiera. Si inizia alle sette del mattino.
Chiudono la vista le isole di Kos, Pserimos e Kalimnos che appartengono alla Grecia.

venerdì 2 settembre 2011

VIAGGIO IN TURCHIA - 2

Il viaggio in Turchia inizia qui, a Capodichino International Airport, l’unico aeroporto che annuncia ai signori passeggeri che non si faranno annunci per i voli in partenza. Guardatevi i tabelloni e non rompete.
E dovunque andiamo noi si producono i soliti siparietti.
Protagonisti della fiction di cui non conosciamo il finale, vista la rapida partenza per Istanbul, tre generazioni di una famiglia napoletana, cane compreso. Che poi il vero protagonista è stato il cane perché i nostri neanche sapevano dell’esistenza di regole di imbarco. In realtà neanche quelle dei bagagli, visto che hanno imbarcato la valigia più grande che io abbia mai visto, del peso di 41,5 Kg.
Per evidenti motivi (ci siamo imbarcati) non conosciamo l’esito delle trattativa tra la hostess dell’Alitalia e il capofamiglia napoletano che fino all’ultimo abbiamo sentito esclamare con voce lamentosa: ma è cchiù piccerillo ‘e ‘nu chiuahua.
La hostess cuore di pietra continuava nel suo rifiuto e qui il signore, addolorato, ha invitato la figlia a regalare il cane, con la nonna che affermava con convinzione che a Napoli c’era tutta gente di merda e senza cuore.
Siamo così saliti sull’aereo della Turkish Airlines dove abbiamo scoperto che l’inglese dei turchi è paragonabile solo a quello degli italiani di Broccolino. E tra noi che ci esprimiamo una chiavica e loro idem siamo tornati al linguaggio dei segni.

Arrivati ad Istanbul, via di corsa a prendere l’altro aereo per Bodrum dove dovevano anche arrivare i nostri bagagli spediti direttamente da Napoli. Ma Bodrum ha due pezzi di aeroporto, uno interno e l’altro internazionale e così noi siamo arrivati a quello interno e abbiamo dovuto rincorrere i bagagli allo scalo internazionale, rischiando di perdere la coincidenza con l’omino del taxi. Intanto era notte e per fortuna l’autista ci ha aspettati.
Mentre recuperavamo i bagagli mi è sparito sotto il naso il bagaglio a mano che avevo poggiato per terra per prendere i voucher del trasferimento. Per fortuna l’autista ha chiamato il suo call center e una gentile signora si è fatta spiegare l’accaduto, dopodichè mi ha detto l’equivalente di : mo’ m’o bbeche je.
Siamo rientrati tutti in aeroporto a rovescio, cioè entrando da dove si esce e dopo qualche minuto è apparsa una signorina con la mia valigetta in mano. Nessuno ha capito cosa è accaduto e l’autista ci ha velocemente trascinati via. Nella borsa non mancava nulla e non abbiamo approfondito.
E c’è andata di lusso, visto che stavamo per farci la croce con la mano smerza.

E dopo circa un’ora di viaggio, l’autista che correva che sembrava di stare a Napoli, suoni di clacson e i vari “a màmmeta” e “chitemmuorti” in turco, motorini che schizzavano da tutte le parti, siamo arrivati al nostro Resort.
Tra l’altro eravamo parecchio meravigliati dal costo della benzina nei distributori lungo la strada. La media del gasolio era di 2,30 lire turche che equivalgono a circa 0,89 euro. Prima di partire, in Italia eravamo a quota 1,542. E ‘sti pazzi vogliono pure entrare in Europa, ce la stanno mettendo tutta.
Era davvero tardi e sbarcate le valigie ci hanno accompagnati alla camera che era in cima alla collinetta, si vedeva un bel panorama ma siamo arrivati con la lingua da fuori. Poi in seguito abbiamo scoperto che c’era una strada migliore con meno scale, và a sapè.


giovedì 1 settembre 2011

VIAGGIO IN TURCHIA

Riprende vita il blog dopo varie peripezie, raccontando impressioni e commenti al viaggio in Turchia fatto nel mese di agosto.
Comincio dalla fine perchè è la cosa peggiore, così ci leviamo il pensiero e parliamo solo di cose belle.
Ci siamo imbarcati (io e la D.M.) a Istanbul sull'aereo della Turkish Airlines e dopo 2 ore e 25 minuti siamo giunti all'aeroporto di Capodichino, sperando vanamente di recuperare in fretta i bagagli e fiondarci verso casa. Nell'attesa abbiamo usufruito dei bagni che erano in condizioni paurose, sporchi e puzzolenti.
Bisogna precisare che dal lato Departures tutto è più pulito e luccicante ma gli Arrivals sembrano l'anticamera dell'inferno.
E i bagagli non arrivavano, lost in airport. Ma non solo i nostri, tutti. S'era perso l'intero carrello. Da dire che in terra turca, i bagagli arrivavano prima di noi, facendosi svariati giri sul nastro mentre noi facevamo il controllo documenti alla dogana.
Qualcuno ha tentato di guardare fuori aprendo la porta del nastro trasportatore e al via si è scatenato l'inferno: sirene e fischi vari che hanno fatto accorrere pure i finanzieri, che ci aspettavano per aprire le valigie e il solito "niente da dichiarare?". Allo sportello del reclamo bagagli la signorina ha tirato giù la saracinesca, avendo già rischiato di abbuscare e i passeggeri inferociti alluccavano più forte del finanziere giunto a mettere ordine.
In finale, le valigie sono spuntate dopo più di un'ora di attesa, e considerate che il viaggio è durato 2 ore e 25 minuti. 
Ho notato spesso a Capodichino l'espressione di giubilo del proprietario quando vede spuntare il proprio bagaglio e le scene che seguono sembrano quelle di quando si accoglie un parente che non si vede da anni.
Vista l'atmosfera che si era creata, i finanzieri hanno pensato bene di soprassedere al controllo, guardandoci appena in faccia e lasciandoci liberi di importare quello che volevamo, sotto lo sguardo attonito di due pastori tedeschi.
All'uscita la gazzarra per i taxi ha raggiunto alte vette, ma stavolta non erano i passeggeri bensì i nostri taxi drivers che litigavano furiosamente a colpi di màmmeta e sòreta. A noi è toccato il tassista che non sapeva la strada, per cui abbiamo assunto le funzioni del TomTom e come Dio ha voluto (o Allah, vista la provenienza) siamo giunti all'avita magione, nel caldo del primo pomeriggio, noi e le valigie.