Nisida

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martedì 28 febbraio 2012

Di Vittorio nunn'era nisciuno!

"Io conosco bene la tradizione del nostro Welfare nato dal volontariato religioso, i nostri "santi sociali" come Don Bosco. Su quella storia s'innestò un sogno nordico, di un Welfare ricco capace di accompagnarci per tutta la vita nelle situazioni di bisogno. Oggi il colpo di grazia a quel Welfare gliel'ha dato il debito, che trasferisce oneri sulle future generazioni e quindi è il contrario dell'equità. La crisi finanziaria ha frantumato quel sogno importato dal modello nordeuropeo. Le riforme oggi dobbiamo farle non perché richieste da Bruxelles o dal Fmi, ma perché i vecchi equilibri soddisfano solo una parte della società italiana, e i giovani sono perdenti".


Così la ministra Fornero in un'intervista a Federico Rampini (su Repubblica) durante il meeting ONU a New York sulle mutilazioni genitali femminili.


Non vi sembra che si sia persa qualcosa per strada?
(Orwell e la riscrittura della storia)
E Don Bosco sarebbe d'accordo su codesta interpretazione che getta nel dimenticatoio le grandi lotte operaie che hanno portato a quelle conquiste che oggi ci stiamo perdendo?

5 commenti:

  1. Mi sa che sono d'accordo con il ministro invece. Lo stato sociale non é più sostenibile. Bisogna cambiare. Anche qui in Svezia non esiste quasi più, molto é stato cancellato ed il resto finirà a breve. Ma non per questo si vive male, anzi.

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  2. il concetto da me espresso non era stato sociale si, stato sociale no.
    Volevo solo precisare che ce l'abbiamo non "per grazia ricevuta" ma per dure lotte sindacali durate decenni.
    Le dure battaglie del '68 e del '69 portarono all'approvazione dello Statuto dei lavoratori, di cui si parla solo per il tanto vituperato art. 18. Si ebbe così il diritto di ottenere condizioni di lavoro più umane e più rispettose della sicurezza in fabbrica.

    Va da sè che un paese che cresce gradualmente non ha bisogno di stato sociale ma noi non siamo in questa condizione, per cui se si abolisce un ammortizzatore sociale si deve trovare necessariamente un altro sistema per sostenere economia e categorie deboli. Che guarda caso sono proprio i giovani, oggi.

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  3. E quindi qual'è l'alternativa? Mandare tutto all'aria per rimanere abbarbicati ad un diritto di cui usufruiscono (poco e male) sette milioni di lavoratori ( statali compresi)?
    E quale potere contrattuale vuoi mettere in campo per mantenere l'articolo 18?
    Qui non si tratta di abolire gli ammortizzatori sociali ma di estenderli a tutti sostituendo la cassa integrazione, chi si e chi no,con l'assegno di disoccupazione.Perchè non dovrebbe andare?
    Diceva Di Vittorio ai braccianti pugliesi : siate pronti a rinunciare a un po' del vostro salario se gli agrari invece che investire in grano ( pochi mesi di lavoro) investono in coltivazioni che danno da lavorare di più.
    Era il 1956 e la platea era di quelle che aveva davvero salari da fame.
    Bisogna trattare non sventolare le bandiere.Quelle dopo.Se c'è rimasta ancora un po' di forza.

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  4. appunto di quello parlavo, quando dicevo che se si abolisce un ammortizzatore sociale si deve trovare necessariamente un altro sistema. Giusto per creare ulteriore confusione, oggi de Benedetti ci ha fatto sapre il suo pensiero: è una puttanata, lui non lo ha mai visto un art. 18.
    Circa le bandiere, son rimaste giusto quelle dei No-Tav da sventolare. Altre non ne vedo in giro.

    Ma tanto pe sapè, pure tu pensi come Fornero alla grazia ricevuta?

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  5. Ma no ...penso semplicemente che tutto quello che abbiamo ottenuto è stato l'esito di una collaborazione con i cattolici.Dallo statuto dei lavoratori alle battaglie per i Diritti, senza il loro apporto non ce l'avremmo fatta mai.(e viceversa)
    Ciò detto, l'assegno di disoccupazione è sul tavolo in cambio dell'articolo 18 mentre gli sconti fiscali per le imprese che assumono a tempo indeterminato stanno già andando in onda.
    Nessuno vuol togliere le reti di protezione ma bisogna guardare avanti ( e pensare al futuro dei giovani)Una trattativa importante non si può arenare su questa storia.Bisogna trattare,se si vogliono ottenere sostanziali benefici.

    No Tav? In dieci anni,tra tutti quanti, sono stati capaci di confondermi le idee.Oramai taccio.

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