Nisida

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martedì 30 aprile 2013

1° Maggio - una storia poco nota


Il primo maggio, la rivolta nella fabbrica di Pietrarsa e quei 4 operai uccisi 150 anni fa

Non ho mai amato la retorica della ricorrenza. Ma i simboli rappresentano ideali. Storie semplificate. E quale giorno, più del primo maggio, riesce a conciliare senza fastidio retorica da celebrazione con chiare simbologie dai mille significati?

Oggi più che mai, in periodo di crisi generale, diritto al lavoro, disoccupazione, rivendicazioni e drammi sociali sono temi da primo maggio.

Ma a me, con tre mesi d'anticipo, per il primo maggio piace ricordare un episodio dimenticato, legato alle lotte per non perdere il lavoro nel Sud. Fu 150 anni fa, tra San Giovanni a Teduccio, Portici e San Giorgio a Cremano.

Sì, parlo dell'eccidio di Pietrarsa, parte del prezzo pagato dal Mezzogiorno all'unità d'Italia. Simbolo di contraddizioni agli albori di uno sviluppo diseguale. Quello che di buono aveva il Sud spesso fu calpestato a favore di interessi nascenti, di mercato e di capitale, concentrati in altre zone del nuovo Regno.

A Pietrarsa, oggi museo nazionale ferroviario, ci fu il primo eccidio di operai nell'Italia unita. Era uno stabilimento, voluto da Ferdinando II di Borbone nel regno delle Due Sicilie, dove si producevano macchine a vapore e materiali in ghisa. Nel 1861, al momento dell'unità, vi lavoravano oltre mille operai.

Nella lotta sulle commesse pubbliche, prevalse l'Ansaldo di Genova. Per la fabbrica di Pietrarsa, rilevata da uno speculatore privato, Jacopo Bozza, fu l'inizio della fine. Licenziamenti, tagli di stipendi. Comparvero manifesti di protesta: "Muovetevi, vi porteranno alla miseria". Il 31 luglio 1863, erano rimasti a Pietrarsa solo 458 operai. Chiesero garanzie sullo stipendio, la risposta furono altri 60 licenziamenti.

Arrivò la prima protesta, il primo assembramento operaio della storia unitaria. Era il 6 agosto, accorsero bersaglieri e carabinieri in armi. Repressione. Spararono. Morirono quattro operai, molti rimasero feriti.

Mi sembra giusto, per il primo maggio, aggiungere ai tanti episodi di lotta operaia da poter citare, ricordare i quattro operai di Pietrarsa uccisi 150 anni fa: Luigi Fabbricini, Aniello Marino, Domenico Del Grosso, Aniello Olivieri. Solo nel 1889, 26 anni dopo la loro morte, la Seconda Internazionale dichiarò il primo maggio festa di celebrazione del lavoro e delle proteste operaie.

Ci vollero gli incidenti alla McCormick di Chicago, agli inizi di maggio del 1886, a far nascere sensibilità diffusa sulle lotte operaie. La prima Chicago dell'Italia unita si chiama Pietrarsa. Ma su quei morti, al di là delle organizzazioni anarchiche negli anni successivi al 1863, il ricordo nazionale è stato pari a zero. Storia
meridionale o nazionale? Di certo, storia negata.

venerdì 19 aprile 2013

Di pescivendole, rete, pesci, quote rosa ed elettori emeriti

Questi due giorni sono passati nel tentativo di dare un Presidente alla Repubblica.
Guardo con comprensione Laura Boldrini che scandisce nome dopo nome i voti dei foglietti che le passano, sotto lo sguardo di Piero Grasso: Marini Franco-Sofia Loren-Rocco Siffredi-Raffaello Mascetti (sì, pure la supercazzola, Monicelli sarà contento). C'era un voto persino per Rondolino, alè.
Almeno di una cosa sono lieta, che ci sia lei al posto di Fini. Almeno questo.
E così scopriamo un parlamento goliardico, gente allegra in gita scolastica.
Come nei seggi elettorali, quando ho fatto la scrutatrice, che trovammo una fetta di mortadella accuratamente piegata nella scheda, con la specifica: vi siete magnati tutto, magnatevi pure questa.
Non dispero che qualche elettore "emerito" ripeta la performance; le fette di mortadella si videro pure ai tempi di Prodi, sarebbe un revival.
Mussolini, solita raffinata, si è fatta mandare fuori da Boldrini perché indossava una maglietta (bella attillata) con la scritta "il diavolo veste Prodi". E con la faccia di "chi se ne fotte" ha detto: tanto io sono una senatrice.
Lega e Pdl annunciano l'uscita durante la quarta votazione e noi sogniamo pensando ad un Parlamento così, senza i Maroni, i Gasparri, le Mussolini e tutto il circo di nani e ballerine che circonda il signore e padrone.
Il Grillo Urlante, in campagna elettorale in Veneto, ci fa sapere che Rodotà è il loro candidato e non voteranno mai Prodi. Ieri un giovane deputato pentastelluto ci informava che lui Rodotà non lo conosce (nel senso che non sa chi è) ma si fida della rete. Cioè, se è uscito dalla rete è buono, come un cefalo, in pratica. Se usciva Paride, il mio fruttivendolo, votavano pure quello. Senza offesa per Rodotà che stimo profondamente.
Last but not least, Monti annuncia la candidatura di Cancellieri "in quanto donna".
Trovo profondamente offensivo per una donna essere presentata così, in quanto donna", tralasciando quello che penso personalmente delle quote rosa. Poi i meriti passano in secondo piano, votiamola perché è donna.
Se non è demagogia del saciccio questa!!!  Monti non si è fatto mancare nulla.


mercoledì 17 aprile 2013

Di grondaie, fiori, piante e raffreddori

Dopo mesi di pioggia e freddo torna la primavera e noi si va in campagna. E sembra quasi estate, giornate di sole, cieli senza una nuvola e c'è un senso di pace (i contadini ancora non lavorano per le nocciole) senza seghe e motori. Ovviamente questo non vale per noi, la D.M. s'è accorto che un pruno si è seccato, è l'unico che non è fiorito e dato di piglio a scala e sega a motore ha rotto i timpani per buona parte del pomeriggio. Ora il pruno giace fatto a pezzi nel prato. Prossimo, in lista di attesa, il fico che ha l'unica colpa di fare ombra alla piscinetta.
Ho ritrovato l'upupa che ogni mattina si fa un giro su tutti i fichi intorno casa. E' bellissima quando vola perché i colori sulle ali danno un effetto ottico tale che sembra che ruotino.
Anche gli alberi fanno un po' come gli pare: dei due ciliegi uno ha fatto una fioritura spettacolare, l'altro ha ancora i boccioli. Idem per le due piante di amarene. Anche la camelia ha fatto tanti fiori, ha quasi più fiori che foglie e il vaso con la menta che avevo piantato a ottobre è sopravvissuto all'inverno, mentre quella che ho sul balcone in città è morta stecchita.
Sono sopravvissute alla falciatrice del contadino anche le piantine di borragine, gliele avevo raccomandate, dato che lui ha metodi da invasioni barbariche. In compenso il prato antistante la casa ha raggiunto l'altezza di mezzo metro ed è un piacere al mattino attraversarlo con la brina.
Nel frattempo sono arrivate le canaline e le grondaie nuove, da mettere al posto di quelle di rame rubate a dicembre. Le nuove canaline sono di plastica che sembra rame, luccica persino, per cui ipotizzavo che si rischia che le freghino nuovamente.
Abbiamo saputo che hanno rubato il rame da tutte le case dei dintorni e il contadino diceva che forse li hanno pure arrestati. Del rame ovviamente nessuna notizia è pervenuta.
Del resto, se viene rubato persino con i treni in corsa, figuriamoci quali difficoltà avrebbero avuto a fregarselo da inermi case vuote.
Quindi, mentre io mi do ai racconti bucolici, D.M. e fratello danno principio alle fatiche di Ercole.
La cosa si presenta con qualche difficoltà, visto che le canaline sono state strappate dal cemento e quindi sarebbero necessari anche dei lavori di muratura.
Io ne ho approfittato per beccarmi un raffreddore della madonna, laddove neanche l'inverno napoletano è riuscito e sto a lavare una quintalata di cicoria a mazzi selvatica regalata dal contadino confinante.
Che Dio m'aiuti.

lunedì 8 aprile 2013

Di vecchietti, CUD, INPS, CAF e quant'altro

L'INPS per ridurre le spese ha deciso di non inviare al domicilio dei pensionati il CUD 2013.
I pensionati possono scaricarlo dal sito utilizzando l'apposito PIN.
Possono altresì riceverlo a casa telefonando al numero verde (ho provato, non capisce i cognomi) oppure, a pagamento, farselo dare alle Poste.
Logicamente si è scatenato un esercito di vecchietti che preoccupatissimi hanno assediato il CAF sottocasa, da cui provenivano nomination di santi e madonne, in ordine alfabetico.

Provo ad inserire il PIN della D.M., una roba da 16 caratteri, che neanche la banca. Ho fatto copia-incolla per non sbagliare e niente, non mi fa entrare, dà errore. Ritento, sotto minaccia che mi bloccano al terzo tentativo, ancora niente. Rimando il tutto al giorno dopo.
L'indomani riprovo di nuovo e ancora niente, allora telefono al numero verde. Una gentile ragazza del call center mi dice di provare ad inserire a mano, senza copia-incolla e mi dice di farlo mentre lei mi segue. Eseguo e va. Lei mi dice che è già capitato con altre persone e allora le chiedo come mai per mio figlio invece entro regolarmente col copia-incolla. Non si sa, misteri dell'informatica.

Ma voi vi immaginate i nonnetti davanti al pc che chiedono il PIN al call center e poi si stampano il CUD? Già quando dici PIN vedi che te li sei persi, assumendo la facies di Verdone, il Mimmo di Bianco, Rosso e Verdone.
E non è neanche bello che debbano elemosinare l'aiuto dei nipoti, vergognandosene, per ottenere quello che spetta di diritto.
Ah, n'altra cosa, ogni comunicazione che l'INPS fa all'interessato, la imbuca in una casella sul sito INPS, cui si accede sempre con il famoso PIN: niente più corrispondenza cartacea, devono risparmiare.
E a noi tocca andare a vedere di tanto in tanto se c'è qualcosa nel cassetto.

giovedì 4 aprile 2013

Ruby's Corner

La scalinata del tribunale di Milano ormai è diventata luogo di esternazioni e proteste. Toccherà a breve prendere il numero per prenotarsi.
Un po' come Hide Park Speakers Corner, dove ognuno va, monta su una cassetta della frutta (i più evoluti si portano uno scaletto) e dà fiato a tutte le sue lagnanze.
Qualche tempo fa abbiamo visto tutti i deputati Pdl e Lega schierati sullo scalone, in prima fila quella Paola Pelino che ha trovato il sistema di vestirsi a sbafo, sotto lo sguardo sardonico di Falcone e Borsellino. Intonavano l'inno di Mameli in difesa del loro padrone e signore (siam pronti alla morte).
Oggi il grido di dolore di Ruby: non sono una prostituta!
Ma cos'è quella che ha fatto oggi, leggendo con voce rotta un monologo velocissimo se non una chiarissima ed evidente marchetta? Un je accuse ai giudici, rei di non averla ascoltata e di averle fatto del male nel tentativo di colpire Berlusconi.
Ha anche dichiarato, contrita, che si pente di aver detto quella cavolata della nipote di Mubarak.
E la telenovela continua.