Nisida

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martedì 25 giugno 2013

Surici fritti


Questa mattina passando dal solito pescivendolo ho visto in un "cupiello" un bell'assortimento di pesci pettine (xyrichthys novacula). In Calabria li chiamano "surici" per i quattro dentini, che se mordono fanno un male bestiale. Li ho assaggiati (i dentini) quando tentavo di toglierli dalla lenza sulla barca a Tropea. Il nostro amico calabrese ci insegnò un sistema piuttosto spiccio per metterli fuori servizio: una ciabattata in testa e solo dopo che l'aveva stecchito lo toglieva dall'amo.
Le femmine  sono rosa con lineette azzurre e blu verticali mentre i maschi sono grigio-verdi sempre con lineette azzurre. Per quello somigliano ad un pettine.
Si fanno fritti dopo averli infarinati e la carne è bianca, molto gustosa, simile a quella delle sogliole e come le sogliole hanno solo la lisca centrale.


Se si comperano vivi, come quelli che ho preso oggi, bisogna fare molta attenzione perché non muoiono facilmente e si rischia come feci io di friggerli in padella mentre ancora si muovevano, come succede con il capitone. Stavolta però li ho messi in un contenitore chiuso ed ho aspettato a cucinarli stasera. Si possono mettere anche in congelatore per un po' se si ha fretta.
Lo so, è atroce, ma non vedo altro modo. Forse la ciabattata calabrese, in alternativa.
(foto da cookaround)

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