Oggi ho assistito ad un'amabile chiacchierata tra amici in cui si criticava ferocemente l'operazione Mare Nostrum. Dicevano che era giusto salvare vite umane, sì, ma entro le acque territoriali. Che gli altri affogassero pure, non erano fatti nostri. Ed elogiavano i maltesi, che i fatti loro se li fanno e come e rimpiangevano persino gli accordi Berlusconi-Gheddafi che con un po' di soldi ci risolvevano il problema.
Noto con un certo avvilimento che non mi va più di interloquire: sono rimasta tutto il tempo in un doloroso silenzio. Un tempo mi sarei fatta una di quelle belle litigate da lasciare il segno.
E pensavo al mio caro Peppe Barra che in un'intervista, parlando degli immigrati, ha detto queste parole:
"Devastano tutto e portano solo criminalità e prostituzione, qui ormai la gente ha paura".
Perché prima Napoli era l'Eden, forse?
In realtà è questo il clima che si respira in città, se anche una persona come Barra, pacifico e tollerante, ha fatto queste dichiarazioni.
E dimentichiamo che un tempo anche noi siamo stati migranti, e lo siamo ancora, anche se è cambiata la tipologia. Non si va più via con la valigia di cartone col treno del Sole ma con l'aereo e una laurea in tasca.
Negli ultimi due anni si calcola che circa 100.000 giovani abbiano lasciato l'Italia (dati ufficiali dell'Aire). E se si considera che molti italiani non comunicano all'Aire i loro spostamenti, il quadro potrebbe essere anche peggiore.
E Renzi dice ai giovani di non andarsene, dopo che i buoi sono scappati e le stalle ormai sono vuote.